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BORSA CHIUSURA 29 NOVEMBRE: Juve limita i danni dopo iniziale sbandamento per terremoto al vertice

Dopo il crollo di Borsa delle prime ore della seduta (-10%), nel corso della giornata il titolo Juve ha via via recuperato posizioni perdendo alla fine meno dell’1%

BORSA CHIUSURA 29 NOVEMBRE: Juve limita i danni dopo iniziale sbandamento per terremoto al vertice

Il rimbalzo dei titoli petroliferi e il buon debutto di Erg (+1,89%) sul listino principale, al posto di Atlantia, offrono oggi a Piazza Affari l’opportunità di chiudere in lievissimo rialzo una seduta volatile e incerta fino all’ultimo. Tra i titoli minori la Juventus limita i danni allo 0,93% nel finale, dopo un avvio da paura a seguito delle dimissioni dell’intero cda. Cala lo spread.

In Europa, al traguardo di giornata, Milano si apprezza dello 0,10% a 24.465 punti base, mentre Parigi e Madrid sono piatte, Amsterdam perde lo 0,38% e Francoforte lo 0,21%. Tra tutte svetta Londra +0,53%, grazie ai progressi delle major del greggio e ai minerari, mentre il colosso bancario britannico Hsbc guadagna il 4,44% dopo la notizia che venderà le sue attività canadesi per 13,5 miliardi di dollari canadesi (pari a 10,1 miliardi di dollari statunitensi) alla Royal Bank of Canada (-0,53%).

Oltreoceano Wall Street si muove in calo frazionale, dopo un’apertura contrastata.

Sul mercato valutario il dollaro si conferma debole e l’euro tratta intorno a 1,035. Persino Jp Morgan AM e Morgan Stanley, che si erano sbilanciati sulla corsa del super dollaro, ora sostengono che l’era della forza del biglietto verde sta tramontando visto che il rallentamento dei prezzi abbassa le scommesse su ulteriori strette accelerate della Fed.

Rialza la testa il petrolio: il Brent si apprezza del 2,18% a 85 dollari al barile; il greggio texano sale del 2,54%, a 79,2 dollari al barile.

Cauto ottimismo sulla Cina

Ad aprire uno spiraglio di speranza oggi sono state le notizie giunte da Pechino, dopo la delusione dei giorni scorsi, dovute ai nuovi lockdown anti Covid e alle conseguenti proteste di piazza. A quanto pare il 65,8% degli over 80 cinesi ha ricevuto dosi di richiamo del vaccino; mentre il primo report sulle infezioni nella Cina continentale mostra dati al ribasso. Si resta quindi sintonizzati con le scelte del Celeste impero, che possono incidere sulla crescita economica globale e sulla domanda energetica. In mezzo a queste porte girevoli si muovono i mercati, che in Asia hanno colto l’occasione per centrare un eccellente rimbalzo.

L’altro fronte costantemente aperto è quello delle banche centrali.

Rallenta un pò l’inflazione in Germania e Spagna

Oggi un leggero ottimismo si è sviluppato a partire dall’andamento dell’inflazione in Germania e Spagna.

La corsa dei prezzi tedesca dovrebbe restare impressionante a novembre, ma rallentare un po’ e quello che si cerca è l’indicazione se abbia o meno toccato il picco. Un traguardo che non è imminente, secondo Christine Lagarde, presidente della Bce. Dunque, su base annua a novembre la crescita dei prezzi al consumo in Germania, secondo i dati diffusi da Destatis, dovrebbe rallentare al 10% dal 10,4% di ottobre e su base armonizzata Ue a 11,3% da 11,6%. Su base mensile la variazione dovrebbe essere dello 0,5%.

Più consistente è il rallentamento in Spagna, dove i prezzi al consumo su base annua a novembre crescono del 6,8%, dal 7,3% di ottobre. L’inflazione su base annua armonizzata con l’Unione europea è al 6,6%, in calo rispetto al 7,3% di ottobre.

Migliora il sentiment economico della zona euro

Rimbalza inoltre il sentiment economico della zona euro in novembre e risulta in rialzo per la prima volta dall’invasione russa dell’Ucraina, grazie a un maggiore ottimismo tra i consumatori e nel settore dei servizi.

La Commissione europea comunica che l’indicatore sale a 93,7 da 92,7 di ottobre, battendo marginalmente le stime degli economisti. Il sentimento nell’industria peggiora a -2,0 dal -1,2 di ottobre, ma quello nei servizi migliora a 2,3 da 2,1 del mese scorso.

I consumatori sono più ottimisti, -23,9 da -27,5 e le loro aspettative di inflazione scendono a 30,1 da 37,3 a ottobre; per le imprese a 40,4 dal 44,8 visto a ottobre.

Spread in calo

In questo contesto migliora l’appeal della carta italiana. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata scende a 182 punti base (-5,76%) con tassi rispettivamente a +3,8% e +1,98%.

Il rendimento del Btp decennale è sceso sotto al 4% anche sul primario. Il Tesoro ha infatti interamente assegnato l’importo massimo offerto della terza tranche di BTp a 10 anni, 01-05-2033, pari a 3 miliardi, con un tasso in forte calo al 3,96% (dal 4,24% nell’asta precedente). Sono stati assegnati dal Tesoro anche CCTeu a 8 anni, scadenza 15-10-2030, per 1,25 miliardi, a fronte di una richiesta di 2,27 miliardi, per un rapporto di copertura di 1,82, con un rendimento lordo del 3,21 per cento.

Energetici in corsa a Piazza Affari; la Juventus sceglie Ferrero e tampona l’emorragia

A guidare il principale listino di Piazza Affari sono titoli dell’energia con Saipem +4,18%, Tenaris +2,92%, Eni +1,27%. È inoltre ottimo il debutto sul Ftse Mib per Erg, produttore di energia elettrica da fonti pulite, rinnovabili e sostenibili.

Nella top ten del giorno anche titoli finanziari come Unipol, +1,28%, Generali +1,41%.

L’industria si fa largo grazie a Buzzi +1,33%, Stellantis +1,07%, Leonardo +1,01%. Per quanto riguarda il colosso della difesa italiano, “dopo la maxi commessa in Brasile per Oto Melara, il mercato apprezza i rumors sulla vendita di ulteriori elicotteri all’Austria – scrive Radiocor – mentre ci sarà l’esordio sul Nasdaq del titolo Drs derivante dall’aggregazione della controllata Usa con l’israeliana Rada”. Bene il lusso con Moncler +1,05%.

La maglia nera delle blue chip va ad Amplifon, -3,25%.

Non trova pace nemmeno Telecom -2,33%, sempre in bilico tra denaro e lettera, vista l’incertezza sulle scelte del governo e la rete unica.

Tra le banche Unicredit perde l’1,07%, mentre Mps si apprezza del 3,75% a seguito di una corsa pomeridiana.

La notizia del giorno si è giocata tutta fuori dal Ftse Mib e ha coinvolto la Juventus, a cui FIRSTonline ha dedicato un ampio servizio.

Il titolo della Vecchia Signora ha limitato molto le perdite in chiusura, dopo un avvio in profondo rosso a seguito delle dimissioni dell’intero cda nella serata di ieri. La decisione è stata indotta dal coinvolgimento nell’indagine Prisma per falso in bilancio e dalle contestazioni della Consob e ha messo fine all’era di Andrea Agnelli, durata 12 anni. Il suo posto verrà preso da Gianluca Ferrero, commercialista, revisore, sindaco e amministratore di varie società. Ferrero è stato scelto da Exor, holding della famiglia Agnelli che controlla anche il club bianconero.

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