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Borsa chiusura 16 aprile: cresce l’alert in Europa con tensioni in Medioriente, in forte calo Piazza Affari. Fmi taglia stime di crescita per l’Italia nel 2025

Rischi geopolitici, in Europa mercati in profondo rosso, Milano perde l’1,65% e arretra a 33.393 punti base trascinata da Stellantis (-2,98%) nel giorno dell’assemblea e dalle banche. Il Fondo monetario internazionale conferma il Pil dell’Italia nel 2024 (+0,7%) ma abbassa la crescita dell’anno prossimo. Draghi chiede alla Ue più competitività: “C’è bisogno di un radicale cambiamento”

Borsa chiusura 16 aprile: cresce l’alert in Europa con tensioni in Medioriente, in forte calo Piazza Affari. Fmi taglia stime di crescita per l’Italia nel 2025

Si chiude un martedì difficile oggi sui mercati finanziari europei, nonostante i timidi progressi di Wall Street (DJ +0,16%) nelle prime ore di scambi, con le trimestrali del giorno oltre le attese (Morgan Stanley +3,36%). Ieri però la Borsa Usa ha registrato una pesante flessione e lo S&P 500 è sceso ai minimi da oltre un mese. In scia stamani sono arretrati i listini asiatici.

Europa in profondo rosso

Piazza Affari perde l’1,65% e arretra a 33.393 punti base, trascinata da Stellantis -2,98% nel giorno dell’assemblea.

Il bilancio di giornata è ancora più pesante a Londra -1,8% e cedono oltre un punto percentuale Francoforte (-1,37%), Parigi (-1,51%), Madrid (-1,52%), Amsterdam (-1,08%).

Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro è poco mosso (1,063), mentre l’oro appare incerto sulla direzione da prendere, dopo i massimi visti nei giorni scorsi. Il petrolio si muove in un forbice ristretta, anche se al momento il Brent è nuovamente oltre i 90 dollari al barile.

Restano ancora forti le pressioni sui titoli di Stato statunitensi e il decennale mostra un tasso oltre il 4,6% toccato ieri, su attese di una Fed meno colomba di quanto sperato.

Il Fondo monetario taglia le stime 2025 per l’Italia su “crescenti rischi geopolitici”

Intanto il Fondo Monetario Internazionale sfodera le sue nuove previsioni e l’Europa appare in netto ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina. La crescita stimata per la zona euro è di +0,8% quest’anno e +1,5% nel 2025, con previsioni ridotte rispettivamente di uno e due decimi. La Germania è vista praticamente ferma nel 2024 (+0,2%), ma in ripresa a +1,3% nel 2025. Per l’Italia invece il dato è confermato a +0,7% quest’anno, ma scende allo 0,7% il prossimo, dall’1,1% stimato a gennaio, in uno scenario di crescenti rischi geopolitici.

Suggerimenti per migliorare la competitività europea sono arrivati oggi dall’ex presidente della Bce Mario Draghi: “Nella Ue – ha detto – c’è bisogno di un cambiamento radicale, le nostre regole per gli investimenti sono costruite su un mondo che non c’è più, il mondo pre Covid, pre guerra in Ucraina, pre crisi Medio Oriente e ci troviamo in un mondo in cui è tornata la rivalità tra le grandi potenze”.

Tornano i timori di un allargamento del conflitto in Medio Oriente

Pesano oggi sui mercati anche i famosi “rischi geopolitici”. Il cauto ottimismo di ieri sul possibile allargamento del conflitto in Medio Oriente, lascia spazio oggi ad ampie preoccupazioni, dopo la decisione di Israele di rispondere all’attacco iraniano di sabato scorso. Il quadro macroeconomico d’altra parte risente di dati in chiaroscuro provenienti dalla Cina, tra la crescita del pil del primo trimestre superiore alle attese (+5,3%, contro stime al 4,8%-5%) e i deludenti numeri di marzo, per quanto riguarda produzione industriale e vendite al dettaglio.

In Europa sale ad aprile la fiducia economica in Germania – secondo il sondaggio di Zew – a 42,9 punti dai 31,7 di marzo, mentre in Italia l’Istat ritocca al ribasso il dato sull’inflazione di marzo (+1,2% da +1,3% preliminare).

Piazza Affari, giù Stellantis e banche

In Piazza Affari la lunga lista delle blue chip in perdita si apre oggi con Stellantis, che ha tenuto nel pomeriggio la sua assemblea ad Amsterdam e ha approvato tutti i punti all’ordine del giorno: il bilancio 2023, la proposta di dividendo, la retribuzione dell’amministratore delegato Carlos Tavares e del management e la proposta di nomina di Claudia Parzani come amministratore non esecutivo indipendente. Per quanto riguarda l’approvazione del Remuneration Report, il punto più atteso viste le polemiche sui compensi del Ceo, ha votato a favore il 70,21% degli aventi diritto, mentre i contrari sono stati il 29,78%.

Tra i titoli petroliferi i più penalizzati sono Saipem -2,38% ed Eni -2,15%.

I titoli finanziari risentono in maniera massiccia del clima di avversione al rischio e le perdite si concentrano su Finecobank -2,41%, Intesa -2,24%. Unicredit -2,05%, Pop di Sondrio -2,35%.

Si sgonfia Prysmian -2,52%, dopo il balzo della vigilia e arretra Stm -2,14% con le scoraggianti notizie sulle vendite di Iphone.

Sul Ftse Mib si sono mossi in controtendenza solo Amplifon +0,91%, Leonardo +0,18% e Campari +0,13%.

Spread e tassi poco mossi

Il clima di avversione al rischio non ha affondato i titoli di Stato della zona euro. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata si restringe a 138 punti base (-1,76%), con rendimenti in leggera crescita rispettivamente a +3,84% e +2,46%.

Da Francoforte d’altra parte spirano venti favorevoli all’allentamento monetario: la presidente della Bce Christine Lagarde oggi ha sottolineato che la banca centrale europea taglierà presto i tassi, salvo grosse sorprese.

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