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Borsa 3 gennaio chiusura: le nubi su Apple e l’incertezza sulla Fed affondano i listini. A Milano banche su e lusso giù

I dubbi sul futuro di Apple e l’ansia per i verbali della Fed sulle prossime mosse sui tassi mandano in rosso le piazze azionarie mentre salgono i rendimenti dei T-bond – A Milano reggono le banche ma non i titoli del lusso

Borsa 3 gennaio chiusura: le nubi su Apple e l’incertezza sulla Fed affondano i listini. A Milano banche su e lusso giù

Le borse europee si tingono di rosso oggi, allineandosi alle perdite asiatiche e all’avvio stonato di Wall Street. L’ottimismo degli investitori si scontra con il rischio di escalation della guerra in Medio Oriente, mentre si raffreddano leggermente le scommesse sull’entità e i tempi nel taglio dei tassi da parte della Fed. Su questo tema si spera di trovare nuovi spunti nei verbali dell’ultima riunione della banca centrale Usa, che verranno pubblicati questa sera. Importanti indicazioni verranno poi dal rapporto sul lavoro in programma venerdì, mentre l’agenda macro odierna ha proposto l’Ism manifatturiero Usa, salito a dicembre a 47,4 punti, contro attese per 47,1 e dai 46,7 di novembre. Si resta in ogni caso sotto la linea di 50 e quindi in contrazione per il quattordicesimo mese consecutivo, periodo più lungo dalla recessione del 2008-2009.

Perdite superiori all’1% in Europa

Piazza Affari chiude con un calo dell’1,39% e torna a 30.100 punti base, zavorrata dai titoli del lusso e da Stellantis -3,42%. Il finale è similmente negativo a Francoforte -1,44%, con la Germania che ha visto salire la disoccupazione a dicembre al 5,9%, livello massimo da maggio 2021, atteso però dal mercato. Parigi arretra dell’1,58%, Madrid dell’1,28%. Limitano i danni Amsterdam -0,43% e Londra -0,51%, mentre Zurigo è timidamente positiva +0,23% grazie ai titoli delle case farmaceutiche (Novartis +4,15%, Roche +2,92%).

Corre il petrolio, crollano i metalli

La difficile situazione geopolitica aiuta il petrolio che vede decollare i future di Brent e Wti. Il contratto di marzo del primo sale del 2,16% a 78,06 dollari al barile, mentre il contratto febbraio 2024 del greggio texano si apprezza del 2,17% a 72,55 dollari al barile. A sostenere l’oro nero la notizia uscita su alcuni media che uno dei maggiori campi petroliferi libici è stato chiuso a causa di proteste, mentre restano forti le preoccupazioni sulla fornitura di greggio dovute alle tensioni nel Mar Rosso.

La direzione è opposta per i metalli, con l’argento in ribasso del 3,2% e l’oro che perde oltre un punto percentuale.

Sul mercato dei cambi si rafforza il dollaro, che mette ulteriormente sotto pressione lo yen e, in percentuale minore, l’euro. La moneta unica cambia al momento in calo dello 0,3% a 1,091.

Prosegue la tendenza al rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, con il Treasury decennale che torna vicino al 4%, mentre i traider rivalutano le loro previsioni sull’azione della Fed nel 2024 e – scrive Reuters – scontano ora un taglio inferiore ai 150 punti, dopo i 160 ipotizzati nelle scorse settimane.

Piazza Affari si difende con Mps e Leonardo

In un contesto negativo si è mossa in controtendenza Leonardo +1,38%, che nel 2023 ha sbaragliato le altre blue chip con un rialzo annuo superiore all’85%. L’azienda della difesa vive un momento d’oro, in un mondo che mostra di aver un crescente bisogno di strumenti bellici.

Sul Ftse Mib ci sono solo altri tre titoli in rialzo, due sono banche: Mps, +1,61% e Banco Bpm +0,02%, possibili candidate a un riassetto nel settore. Tra i titoli oil si affaccia nella breve finestra dei titoli in rialzo Saipem +0,1%.

A soffrire di più invece sono i titoli del lusso: Moncler -4,49%, Brunello Cucinelli -3,6%.

Arretra massicciamente anche Stellantis, in un settore auto tendenzialmente debole in tutta Europa. Sull’appeal del titolo hanno pesato i dati sulle immatricolazioni a dicembre, molto più deboli della media di mercato in Italia, Francia e Spagna.

È ancora lettera per Stm, -3,5%, contagiata dalle perdite della cliente Apple (-0,9% al Nasdaq) dopo il taglio del rating di Barclays sul colosso di Cupertino.

Il bilancio di giornata è pesante per Diasorin -3,45%, Telecom -3,21%, Prysmian -3,02%, Nexi -3,01%.

Spread in crescita

La tendenza di risalita dei tassi lambisce anche la carta italiana, che chiude una seduta in rosso con uno spread in allargamento. Il Btp decennale mostra un tasso del 3,69% in linea con la vigilia, contro il 2,01% del Bund di pari durata (in calo dal 2,06%) e un differenziale che si porta a 168 punti base (+2,93%). Per aggiornare le previsioni su quanto farà la Bce nel corso dell’anno sarà necessario aspettare venerdì, quando Eurostat pubblicherà i dati sull’inflazione.

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