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Borsa 11 giugno: l’accordo sui dazi Usa-Cina e la frenata dell’inflazione Usa non scaldano i mercati e Trump incalza Powell sui tassi

A Piazza Affari brilla il risparmio gestito mentre gli investitori prendono profitto sulle banche e i titoli del risiko restano al centro dell’attenzione. Moderato rialzo di Wall Street

Borsa 11 giugno: l’accordo sui dazi Usa-Cina e la frenata dell’inflazione Usa non scaldano i mercati e Trump incalza Powell sui tassi

Il presidente Usa Donald Trump esulta, ma l’accordo quadro con la Cina sui dazi non scalda le borse, che chiudono deboli in Europa (con l’eccezione di Londra +0,14%), tanto più che una corte d’appello americana ha imposto una tregua fino al 31 luglio sulla sospensione del blocco delle tariffe reciproche, avallando di fatto le richieste del tycoon. 

Legittimo chiedersi fino a che punto le intese (ancora da chiarire) tra le due superpotenze mondiali faciliteranno le trattative della Ue e la presidente della Bce Christine Lagarde avverte: con i blocchi commerciali staremo tutti peggio. 

Milano è quasi incolore (-0,07%), mentre i cali sono più marcati a Francoforte -0,29%, Parigi -0,36%, Amsterdam -0,33% e soprattutto a Madrid -0,85%. 

Wall Street d’altra parte si muove in timido progresso a metà giornata, guardando anche all’inflazione core di maggio, salita meno delle attese. Un andamento che pesa sul dollaro, nella prospettiva di un più probabile taglio del costo del denaro a settembre, mentre si muove tonico il petrolio. Sul Nasdaq si apprezza Tesla (+1,88%), dopo le scuse di Elon Musk a Trump: “Mi dispiace per alcuni dei miei messaggi della settimana scorsa sul presidente americano. Sono andato troppo in là”.   

Piazza Affari: arretra Mps e Mediobanca fa un esposto in Procura contro Caltagirone e Delfin 

Piazza Affari è sorretta oggi dai titoli del risparmio gestito – grazie alla super raccolta del mese scorso – ma è appesantita da Nexi -2,47%, Saipem -2,07% e Mps -1,43%, in un tentativo di risiko bancario che passa sempre di più sotto le forche caudine delle aule giudiziarie. Secondo fonti stampa infatti Mediobanca (-0,2%) nei giorni scorsi ha presentato un esposto alla Procura milanese in relazione all’Ops lanciata da Siena sulla stessa Piazzetta Cuccia, ipotizzando un’azione di ‘concerto’ tra i due soci Francesco Gaetano Caltagirone e la holding Delfin della famiglia Del Vecchio.

In un settore bancario contrastato chiude una seduta in prudente rialzo Unicredit +0,42%, dopo dichiarazioni dell’ad Andrea Orcel che evidentemente sono piaciute al mercato. In occasione della Goldman Sachs Financial Conference 2025 Orcel ha messo un freno all’offerta su Banco Bpm (-0,64%), dicendo che senza chiarimenti sul golden power, l’operazione non andrà avanti. Su Commerzbank è arrivata una risposta al cancelliere tedesco Merz: “Nessuna opacità, eravamo gli unici invitati da Berlino”. Intanto si attende ancora la decisione del Tar Lazio sul ricorso presentato da Bpm contro la sospensione imposta da Consob sull’Ops di Unicredit.

Uscendo dal movimentato perimetro bancario e guardando ai maggiori rialzi del giorno sul Ftse Mib, si segnala l’ottima performance di Azimut +2,55%, premiata dagli acquisti  dopo i dati di maggio: la raccolta netta ha toccato 1,9 miliardi, oltre le attese, portando il totale da inizio anno a 7,6 miliardi – vicino al target 2025 di 10 miliardi. In scia Finecobank +1,71%, che aveva mostrato a sua volta nei giorni scorsi ottimi dati sulla raccolta.

Bene le utility come A2a +1,95% e Italgas +1,39%, rimbalza Unipol +1,39%. I venti favorevoli ai chip, con la possibile intesa Usa-Cina, tengono alte le vele di Stm +1,18%.

La maglia nera del giorno va a Nexi, allarmata dal ribasso della rivale francese Worldline -1,86% a Parigi.

Male Pirelli -1,28%, mentre secondo indiscrezioni Reuters il governo italiano sta cercando chiarimenti dagli Stati Uniti su eventuali restrizioni al mercato Usa a causa della sua relazione con la società cinese Sinochem, visto che la Casa Bianca valutando una limitazione della vendita di automobili che utilizzano alcune tecnologie cinesi. La normativa si applicherà a Pirelli e, nel caso, in quale misura? Queste sono probabilmente le domande cui si vuole dare risposta.

Spread stabile

Nonostante l’afa meteorologica ammorbi le città italiane, sul secondario è ancora primavera per i titoli di Stato del Belpaese. Lo spread con il decennale tedesco è relativamente stabile a 93 punti base, ma i tassi scendono rispettivamente al 3,47% e 2,54%.

Dollaro in calo, si prevede una Fed più colomba

Sul mercato dei cambi il dollaro ha accelerato al ribasso oggi dopo i dati sull’inflazione Usa. In particolare l’euro guadagna circa mezzo punto percentuale, per un cross che si avvia verso 1,15. A zavorrare il biglietto verde è la prospettiva di una Fed più colora con i nuovi dati sull’inflazione. I prezzi al consumo il mese scorso sono aumentati dello 0,1% rispetto al mese precedente, dopo il +0,2% di aprile (confermato). Le stime erano per un rialzo dello 0,2%. Il dato annuale ha accelerato al 2,4% dal 2,3% del mese precedente, in linea con le stime. Il dato ‘core’, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,1%, con le stime allo 0,3%. Su base annuale la crescita è al 2,8%, contro previsioni al 2,9%.

Un duro lavoro attende ora il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, il cui mandato scade tra un anno, mentre, secondo fonti stampa, il leader Usa, Donald Trump avrebbe già il sostituto pronto: si tratta del segretario al Tesoro Scott Bessent.

Il quadro odierno alimenta nuovi acquisti sul petrolio, che vede oggi i future di Brent e Wti salire in misura superiore al 2%. Il prezzo del petrolio del Mare del Nord è in questo momento di 68,27 dollari al barile.
L’incertezza che resta sullo sfondo mantiene sugli scudi anche l’oro: lo spot gold guadagna lo 0,5% e mostra un prezzo attuale di 3339,34 dollari l’oncia.

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