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Bollettino Bce: “Tassi invariati e Qe ancora necessario”

“Gli indicatori economici – spiega la Bce nel suo documento mensile – si sono recentemente indeboliti. Nel complesso, tuttavia, ci si attende che la crescita rimanga solida e generalizzata”.

Bollettino Bce: “Tassi invariati e Qe ancora necessario”

Quantitative easing fino a settembre, oltre se necessario, aveva già lasciato intendere Mario Draghi. E nessun rialzo dei tassi, al momento Il bollettino della Bce di oggi conferma questo orientamento, che potrebbe anche aprire le porte a un prolungamento del programma di acquisto di bond fino al 2019: “Sulla base dei risultati dell’analisi economica e dei segnali provenienti dall’analisi monetaria, il Consiglio direttivo ha confermato la necessita’ di un grado elevato di accomodamento monetario per assicurare un ritorno durevole dei tassi di inflazione verso livelli inferiori ma prossimi al 2 per cento nel medio termine”.

E’ quanto si legge nel bollettino economico diffuso questa mattina dalla Bce in cui si sottolinea come il “perdurare del sostegno monetario proviene dagli acquisti netti di attività, dalle notevoli consistenze di attivita’ acquistate e dai reinvestimenti attuali e futuri, nonche’ dalle indicazioni prospettiche sui tassi di interesse”. Sulla base di queste considerazioni, prosegue il bollettino, “il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento della Bce e continua ad attendersi che rimangano sui livelli attuali per un prolungato periodo di tempo, e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”.

“Nell’area dell’euro la crescita prosegue solida e generalizzata, sebbene i nuovi dati siano stati nel complesso inferiori rispetto alle attese nel primo trimestre dell’anno”, prosegue la Bce, che ricorda nel proprio documento mensile come nell’ultimo trimestre del 2017 il Pil in termini reali è aumentato dello 0,7% in termini congiunturali, dopo aver registrato una crescita analoga nei due trimestri precedenti. Nel quarto trimestre la domanda interna e l’interscambio netto hanno contribuito in misura positiva alla dinamica del prodotto, mentre la variazione delle scorte ne ha lievemente frenato la crescita. “Pur mantenendosi ancora su livelli molto elevati – si legge nel bollettino – gli indicatori economici, in particolare i risultati delle indagini, si sono recentemente indeboliti. Ciò segnala che nel primo trimestre dell’anno la dinamica espansiva si sarebbe attenuata”.

“Tale flessione – si legge ancora – potrebbe in parte riflettere una decelerazione rispetto agli elevati ritmi osservati alla fine dello scorso anno, ma, al contempo, anche l’effetto di fattori temporanei. Nel complesso, tuttavia, ci si attende che la crescita rimanga solida e generalizzata. I consumi privati sono sostenuti dal perdurante aumento dell’occupazione – a sua volta in parte riconducibile alle passate riforme del mercato del lavoro – e dalla crescente ricchezza delle famiglie. Gli investimenti delle imprese seguitano a rafforzarsi per effetto di condizioni di finanziamento molto favorevoli, dell’aumento della redditivita’ delle imprese e del vigore della domanda. Gli investimenti in edilizia abitativa continuano a migliorare. In aggiunta, l’espansione generalizzata a livello mondiale fornisce slancio alle esportazioni dell’area dell’euro”.

“Una escalation significativa delle tensioni commerciali potrebbe far deragliare la ripresa in atto nel commercio globale e nell’andamento delle attività”, prosegue il bollettino della Banca centrale europea, con riferimento ai dazi commerciali. “Le simulazioni fatte dallo staff della Bce – si legge nel rapporto – indicano che in caso di un aumento significativo del protezionismo, l’impatto sul commercio globale e sull’output sarebbe sensibile. In uno scenario in cui gli Stati Uniti aumentassero in maniera drastica le tariffe sulle merci di importazione da tutti i paesi partner e in cui questi adottassero misure di ritorsione simmetriche, l’esito per l’economia globale sarebbe chiaramente negativo. Il commercio e l’attività globale cadrebbero rispetto allo scenario base. In uno scenario del genere, l’impatto sarebbe particolarmente sensibile per gli Stati Uniti”.

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