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Bollette elettricità: seconda casa, nel 2017 volano i rincari

Si fanno sentire gli effetti della riforma delle bollette varata dall’Authority Energia su indicazione del governo, in attuazione della direttiva europea sull’efficienza energetica. Per i non residenti che consumano poco, rincari anche del 50%. Le ragioni di politica economica

Bollette elettricità: seconda casa, nel 2017 volano i rincari

Elettricità: chi meno consuma, più spende. Chi più consuma, meno spende. Naturalmente, in proporzione.
E’ questa la novità che attende chi è proprietario di una seconda casa, in Italia, nel 2017. Ed è una novità dettata dalla riforma delle bollette elettriche varata dall’Authority per preparare gli italiani, famiglie e imprese, alla transizione verso un sistema a maggior consumo di elettricità, ma un elettricità sempre più rinnovabile e quindi in linea con le indicazioni europee sul clima e sull’efficienza energetica. Proprio la direttiva sull’efficienza, infatti, promuove l’uso di apparecchiature – come gli impianti caldo-freddo a pompe di calore – che richiedono un maggior consumo elettrico.

Cosa succede adesso? Succede che, sulle seconde case, aumenta il peso della quota fissa sugli oneri di sistema, quella voce delle bollette che serve a ripagare i costi degli incentivi alle rinnovabili o dello smantellamento del nucleare. La riforma è scattata dal 1° gennaio 2016 ma ha fatto sentire i suoi effetti in modo più stringente dal 1° gennaio di quest’anno quando la quota fissa sugli oneri di sistema è passata a 135 euro più Iva all’anno (secondo l’aggiornamento tariffario dei primi tre mesi), poi ridotta a 127,4 euro nel secondo e terzo trimestre.

Secondo un indagine condotta da Ref Ricerche per Sole 24 Ore le seconde case con consumi bassi si sono così trovate a pagare bollette superiori anche del 50%, mentre le seconde case con consumi alti pagheranno in media il 12% in meno rispetto al periodo ante-riforma.

La scelta, articolata dall’Authority su indicazione politica del governo, è molto chiara: nell’obiettivo di orientare le bollette al costo effettivo dell’energia, si è cercato di privilegiare le aziende energivore ed esportatrici; insieme alle famiglie meno abbienti o comunque residenti. A loro l’energia costa meno mentre ai non residenti, agli artigiani, professionisti e commercianti costa di più. Giusto o sbagliato non è così facile dirlo perché la transizione energetica in atto potrebbe alla fine se non proprio bilanciare il conto, almeno attenuarne gli effetti più sperequativi.

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