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Bohemian Rhapsody: grande cinema, grandi emozioni

Il film racconta la storia di Freddy Mercury e dei Queen, la loro musica travolgente e i grandi concerti degli anni ’70-’80 segnati dal cambiamento politico e sociale di quegli anni. Ne scaturisce un grande spettacolo coronato da successo in tutto il mondo – IL TRAILER.

Bohemian Rhapsody: grande cinema, grandi emozioni

Giudizio dell’autore: Risultati immagini per 4 stelle su 5

Chi vi scrive ha avuto la fortuna di vedere arrivare i Beatles al Teatro Adriano di Roma nel ’65, poi andare al concerto dei Rolling Stones sempre a Roma, al Palaeur, nel ‘67, poi ancora andare alle cascine di Firenze, con una mitica Honda 450 bicilindrica, per il concerto di Patty Smith nel ’79, per non dire dei vari concerti della PFM, degli Area, dei New Trolls . Tornare con la memoria e le immagini di quegli anni, di quel periodo, provoca una certa emozione. Ed è proprio quella che si prova rivedendo Bohemian Rhapsody, la storia dei Queen e di Freddy Mercury, appena uscito nelle sale italiane.

Era da tempo che non si vedeva in Italia un film di questo genere, un musical biografico, e da tempo che non si vedeva un film che, nella sua tipologia, è capace di restituire una parte delle sensazioni che suscitano brani musicali di forte impatto emotivo. Ricordiamo solo alcuni titoli, consapevoli di tralasciarne molti che pure hanno fatto la storia di questo genere: Il Fantasma del palcoscenico di Brian De Palma del ’74, Tommy di Ken Russel del ’75 (tratto dall’omonimo album degli Who), Nashville di Robert Altman del ’75, Grease del ’78 con un giovane John Travolta, The Wall, Pink Floyd dell’82 e, infine (per chi scrive un pilastro incomparabile) The Blues Brothers di John Landis dell’82.

Può apparire riduttivo parlare di questo film concentrando tutto sulla figura di Mercury, che pure è al centro del racconto. È bene invece ricordare anche il momento storico, gli anni ’70 e ’80, non solo nella dimensione musicale ma anche politica e sociale che si attraversava in quegli anni. Proprio in quel periodo esplode nel mondo il problema dell’AIDS, che sarà poi una delle cause della scomparsa del leader dei Queen. Era il momento dei grandi raduni, iniziato nell’agosto del ’69 con Woodstock, per arrivare appunto al primo grande concerto in mondovisione di Live Aid dell’85 (visto da oltre un miliardo di persone in oltre 150 paesi) del quale si parla in questo film. Altra nota che merita la citazione in questa pellicola è quella relativa ai sentimenti: quelli tra genitori e figli (commovente la scena dell’abbraccio con il padre), quelli tra persone che provano amore tra loro e quelli dell’amicizia. Non è cosa da poco rappresentarli correttamente sullo schermo.

Tutto ha inizio negli anni ’70 a Londra, quando un giovane di etnia parsi e di origine indiana incontra una band rock che si esibisce nei college. Formeranno un sodalizio che incontra subito un grande successo che nel giro di poco tempo li porterà nei più importanti palcoscenici internazionali. L’anima, il cuore, la mente del gruppo è Freddy Mercury che insieme agli altri componenti daranno vita ad una delle pagine più importanti della musica rock. Gli attori, a partire da Rami Malek, sono tutti eccellenti; la sceneggiatura regge bene i tempi grazie anche ad un sapiente montaggio ed una eccellente regia, firmata da Bryan Singer. Interessante ricordare che il brano (della durata record di 6 minuti) che da il titolo al film è stato il primo riversato in una clip musicale trasmessa nei principali circuiti televisivi, proponendo per la prima volta un linguaggio audiovisivo che avrà poi grande successo e diffusione.

Quando il cinema si unisce alla grande musica ne scaturisce un grande spettacolo. Questo film merita quattro stelle non solo per come è confezionato, per la qualità delle riprese, ma anche per come è in grado di restituire al grande schermo un compito fondamentale: suscitare emozioni. In questo caso, l’obiettivo è pienamente riuscito e il successo che sta riscuotendo nel mondo lo dimostra ampiamente.

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