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Blocco dei licenziamenti: salta la proroga al 28 agosto

Dopo le polemiche degli ultimi giorni Palazzo Chigi trova la quadra – Saltata la scadenza del 28 agosto, ma non per tutti – I sindacati non ci stanno – Landini: “Migliaia di persone perderanno il lavoro”

Blocco dei licenziamenti: salta la proroga al 28 agosto

Il blocco dei licenziamenti rimane al 30 giugno. Salta la proroga al 28 agosto precedentemente stabilita per le aziende che avessero chiesto la cig Covid dall’entrata in vigore del decreto Sostegni bis entro la fine del prossimo mese.

Dopo le polemiche degli ultimi giorni, Palazzo Chigi ha trovato un compromesso tra le istanze dei sindacati e le proteste di Confindustria. Secondo quanto stabilito il 24 maggio, il blocco dei licenziamenti resta al 30 giugno per le grandi imprese e al 31 ottobre per le piccole. La scadenza intermedia del 28 agosto invece viene revocata. Le aziende potranno comunque utilizzare la cassa integrazione ordinaria, dal primo luglio, senza essere costrette a versare le addizionali fino alla fine del 2021 e con l’impegno a non licenziare per tutto il periodo in cui ne usufruiscono. E dunque potenzialmente fino alla fine del 2021. Se invece non utilizzeranno la Cig agevolata allora dal 1° luglio potranno licenziare.

Esponenti del Pd evidenziano che il pacchetto lavoro approvato nel decreto Sostegni bis “conferma l’impostazione data dal ministro Orlando con una serie di opzioni a disposizione delle aziende, alternative ai licenziamenti”, ma i sindacati non ci stanno. Secondo il numero uno della Cgil, Maurizio Landini “vi è il rischio che dal primo luglio vi saranno migliaia di persone senza lavoro” e questo perché il governo ha “ascoltato un po’ troppo Confindustria. Il governo – ha aggiunto – ha scelto di prendere una decisione che non ci convince: intendiamo proseguire per portare a casa maggior tutela per le persone che lavorano”. 

“I testi non li abbiamo ancora visti. Ci sono aiuti alle imprese, ma l’impresa può decidere se licenziare o no – ha rimarcato – Ma se hai aiuti pubblici e non hai costi aggiuntivi, l’utilizzo (di questi aiuti, ndr) deve avere il vincolo di non licenziare”, sottolinea ancora Landini, secondo cui “il decreto dovrà essere poi discusso in Parlamento. Siccome lo stesso Presidente del Consiglio dice che il confronto con le parti sociali è ancora aperto, bene, noi non vogliamo trovarci di fronte a migliaia licenziamenti perché non è questo il momento di aprire ulteriori fratture sociali nel Paese”.

“La proposta del Ministro Orlando in Consiglio dei Ministri è stata chiara: consentire alle aziende un’ordinata uscita dal blocco dei licenziamenti, tutelando in questa fase ancora delicata per l’economia del nostro Paese tanto i lavoratori quanto le imprese. Entrambi sono soggetti fragili in questa fase, non devono essere messe in contrapposizione né a livello politico, né su quello sociale. La proposta del Ministro Orlando, che ha ben spiegato durante il Consiglio dei Ministri le ragioni delle sue scelte, è chiara e condivisibile”, scrive il capodelegazione M5S Stefano Patuanelli su Facebook.

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