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Bitcoin crolla ma la Catalogna non travolge le Borse

In due giorni la criptovaluta ha perso poco meno della metà del suo valore e rivelato ancora una volta la sua altissima volatilità – Le Borse sono quasi tutte in leggero ribasso ma, tranne Madrid, limitano l’effetto Catalogna – La riforma fiscale Usa è legge e a Piazza Affari se ne avvantaggiano subito Buzzi, Recordati, Ferrari e Luxottica.

Bitcoin crolla ma la Catalogna non travolge le Borse

Milano chiude poco sotto la parità, -0,14%, 22.209 punti, una seduta complessivamente debole per le Borse europee che, dopo il risveglio con la vittoria degli Indipendentisti in Catalogna, non trovano spunti positivi nel pomeriggio neppure Oltreoceano. La Piazza peggiore è Madrid, -1,19%, seguita da Parigi, -0,39%, Francoforte, -0,28%, Londra -0,15%.

Wall Street apre cauta e si muove attualmente in territorio negativo, indifferente al fatto che Donald Trump, come promesso, sottoscriva oggi la riforma fiscale annunciando su Twitter: “Firmerò il taglio delle tasse più grande di sempre nello Studio Ovale”. L’inquilino della Casa Bianca dà il via libera anche a una misura, approvata ieri al Congresso, che permette di finanziare il governo fino al 19 gennaio, evitando uno shutdown allo scattare della mezzanotte odierna a Washington. L’avvio del rally di Babbo Natale, però (una fase di crescita da oggi al 3 gennaio) al momento sembra rinviato.

L’euro s’indebolisce leggermente sul dollaro e il cross torna in area 1,184. In tema di valute o meglio criptovalute, si registra il crollo del Bitcoin che, in 24 ore, brucia circa un quarto del suo valore e, in una settimana, si ridimensiona del 40%. Potrebbe essere la resa dei conti, se si pensa, come Ubs, che Bitcoin sia “la più grande bolla speculativa della storia” o “una piaga” come dice Charlie Munger, braccio destro di Warren Buffet. Altri però ci credono e alcuni, in questi mesi si sono arricchiti a dismisura. Goldmann Sachs guarda al fenomeno con interesse e per questo starebbe lavorando alla creazione di un trading desk attivo sui mercati delle valute digitali.

Restando in ambiti più tradizionali, l’oro recupera, apprezzandosi dello 0,6% e portandosi oltre 1274 dollari l’oncia. Il petrolio consolida i guadagni, Brent 64,94 dollari al barile, +0,06%.

In Piazza Affari le vendite si concentrano sulle banche: Bper -1,97%; Unicredit -1,61%; Banco Bpm -1,32%. A picco Carige, -12,87%, dopo i dati sulle sottoscrizioni dell’aumento di capitale inferiori alle aspettative. Pesa il fatto che Malacalza abbia investito 25 milioni anziché 50, nell’acquisto dell’inoptato. Rimbalzino per Banca Generali +0,79%.

Perdite per Ynap -1,32% e Leonardo -1,05%. Gli acquisti premiano Buzzi +1,8%; Recordati +1,51%; Luxottica +0,78%; Tenaris +0,75%. Fuori dal paniere principale decolla Anima Holding +6,57%, dopo l’annuncio dell’accordo per rafforzare la partnership con Poste Italiane (-0,63%).

Seduta positiva infine per il secondario italiano: il rendimento del Btp 10 anni resta in area 1,9%, migliora però lo spread con il Bund, chiudendo a 146.70 punti, -2,46%.

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