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Biometano: il più grande impianto d’Europa inaugurato a Vicenza. Produrrà biogas, elettricità e compost

L’impianto di biometano appena inaugurato a Vicenza associa 117 aziende agricole che conferiscono i reflui degli allevamenti di bovini e polli. Il ciclo circolare si conclude con la produzione di fertilizzante

Biometano: il più grande impianto d’Europa inaugurato a Vicenza. Produrrà biogas, elettricità e compost

Nello scorso fine settimana è stato inaugurato a Schiavon, a pochi chilometri da Vicenza, il più grande impianto di biometano in Europa. L’impianto vicentino, promosso da Iniziative Biometano (Gruppo FemoGas), è gestito da due società, Motta Energia e EBS, di cui sono socie 117 aziende agricole attive principalmente nei comuni a più alta intensità agricola del vicentino e dell’alta padovana.

Impianto biometano Vicenza: come funziona

La produzione di biometano sarà garantita da una filiera di approvvigionamento implementata completamente dal comparto zootecnico locale e di prossimità. Gli allevatori alimenteranno quotidianamente i digestori del sito di produzione con i reflui di scarto derivanti dagli allevamenti di bovini e dei polli. Il meccanismo dell’impianto, costruito dal Gruppo AB di Brescia e da Ies Biogas (Gruppo Snam), è stato spiegato dai gestori del sito come una sorta di “stomaco di mucca” altamente tecnologico. Attraverso il processo di digestione anaerobica, l’impianto produrrà in prima battuta biogas e successivamente una parte di questo verrà trasformato, mediante un cogeneratore, in energia elettrica. Una parte della lavorazione ritornerà invece alle aziende agricole sotto forma di fertilizzante organico naturale: un esempio perfetto di economia circolare a “km 0”.

Impianto biometano Vicenza: un esempio di economia circolare

Annualmente l’impianto sarà in grado di produrre 7 mila tonnellate di biometano, quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di 200 automezzi pesanti che percorrono 100.000 chilometri ciascuno. Anche la  componente gassosa del biometano, cioè l’anidride carbonica, sarà recuperata e venduta al settore alimentare (per esempio alle imprese che producono bibite gassate). Oltre al biometano, l’impianto produrrà il digestato, un compost utilizzato per concimare i campi, e nella sua frazione solida utilizzato anche per la concimazione di precisione in viticoltura, in floricoltura e in orticoltura.

Ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell’impianto vicentino anche Legambiente che, con il suo presidente nazionale Stefano Ciafani, ha rimarcato l’importanza di una visione comune tra gli ambientalisti e gli agricoltori in campo energetico, ribadendo che «progetti come questo di Schiavon sono da replicare in tutta Italia». Secondo Ettore Prandini di Coldiretti, presente anch’esso al taglio del nastro, «siamo di fronte ad un fiore all’occhiello dell’Italia, una dimostrazione che l’agricoltura diventa sempre di più un motore di crescita dell’economia nazionale». Mentre per Piero Gattoni, presidente del CIB-Consorzio italiano biogas, se nel dopoguerra l’Eni ha fatto grande l’Italia con i combustili fossili, «oggi è possibile produrre una parte dell’energia che serve al Paese direttamente dalla collaborazione tra l’agricoltura e l’industria».

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