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Big Pharma dà forza a Wall Street, mentre Piazza Affari resta al palo

Scintille in Borsa dei titoli farmaceutici che raccolgono i frutti dei vaccini e che spingono gli indici americani a sfiorare nuovi record – Dopo una buona partenza la Borsa milanese azzera i guadagni, zavorrata da Ferrari e Unicredit: Diasorin, Leonardo e Tenaris i titoli più gettonati

Big Pharma dà forza a Wall Street, mentre Piazza Affari resta al palo

Dopo aver chiuso i primi sei mesi in crescita, i listini europei e quelli nord-americani ripartono con ottimismo anche nel mese di agosto. Le piazze del Vecchio Continente archiviano la prima seduta del mese in leggero rialzo e Wall Street apre in verde, pronta ad agguantare nuovi massimi, dopo la battuta d’arresto di venerdì.  A New York sono vivaci i titoli farmaceutici, mentre Moderna e Pfizer alzano il prezzo dei loro vaccini anti-Covid per la Ue. Gli undici settori sullo S&P 500 sono al momento tutti in positivo, con l’energetico che sale dello 0,8% e il tech in rialzo dello 0,4%. 

Dall’una all’altra sponda dell’Atlantico si pubblicano inoltre trimestrali, in linea di massima superiori alle attese e secondo Art Hogan, chief market strategist di National Securities a New York, “la stagione degli utili del secondo trimestre è stata a dir poco spettacolare”.

In Europa Piazza Affari è fanalino di coda e ha perso progressivamente slancio nel corso della giornata, per fermarsi infine in lievissimo calo -0,04, soprattutto a causa delle vendite sui titoli bancari. Resta in panne inoltre Ferrari, -1,88%, nonostante gli ottimi conti. Bene i titoli legati alla salute come Disorin +3,1% e Amplifon +1,49%.

Dopo Milano è Francoforte l più timida e si apprezza dello 0,16%. Sono più toniche Parigi +0,96%, Madrid +0,98%, Londra +0,7%. La compagnia di assicurazioni francese Axa guadagna il 4,23% dopo aver registrato un aumento del 180% dell’utile netto del primo semestre, mentre la rivale tedesca Allianz perde il 7,6% dopo che i regolatori statunitensi hanno avviato un’indagine relativa ai fondi Alpha strutturati di Allianz Global Investors.

Pur in un contesto di cautela, dovuto ancora al Covid, che ha contagiato in modo certo oltre 60 milioni di persone nel mondo, la propensione al rischio è alimentata dall’atteggiamento accomodante della Fed, dopo la riunione della scorsa settimana. Una stretta monetaria da parte della banca centrale Usa non sembra dietro l’angolo e le azioni lievitano. Salgono anche i prezzi delle obbligazioni mentre i rendimenti calano.

Si indebolisce invece il dollaro che, la scorsa ottava, ha registrato la peggior performance dal mese di maggio. Oggi il clima è stagnante e il cambio con l’euro è poco mosso in area 1,187.

Soffre inoltre il petrolio, che lascia sul terreno oltre il 3% (sia il Brent sia il Wti), allarmato dai dati macro cinesi, che hanno mostrato un rallentamento della crescita del celeste impero. Il Pmi Caixin nel mese di luglio è sceso a 50,3 punti contro i 51,3 della lettura passata e a fronte di un dato di 51 punti atteso dagli addetti ai lavori. Per il settore manifatturiero si tratta del peggior dato da 15 mesi, su cui pesano un rallentamento dell’export e le difficoltà incontrate dalle aziende nell’approvvigionamento delle materie prime e dei componenti.

In chiaroscuro sono d’altra parte i dati europei. L’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona è salito a 62,8 da 62,6 di giugno, superiore rispetto alle attese degli analisti che avevano previsto restasse stabile. È trainante la Germania, con 65,9 (da 65,6 di giugno), ma arretrano Francia (a 58, da 58,1 di giugno), Spagna (59 da 60,4) e Italia (60,3 punti da 62,2 di giugno, lievemente inferiore alle attese).

Negli Usa è invece record per il Pmi, mentre delude leggermente l’Ism manifatturiero. Inoltre la domanda è forte, ma si aggravano i problemi alla filiera e aumentano le pressioni inflative. Tornando in Piazza Affari, tra le big cap che archiviano una seduta positiva ci sono Leonardo +2,29%; Azimut +1,93%; Telecom +1,67%; Stm +1,56%.

Male invece Finecobank -2,08%; Unicredit -1,96%; Intesa -0,73%. Fuori dal paniere principale scende anche Mps, -1,71%, con la politica che ha acceso i riflettori sulle possibili nozze con Unicredit e il il ministro dell’Economia Daniele Franco chiamato a riferire in settimana in Parlamento. Nel comparto sprofonda Carige, 10,73%, bersagliata dai realizzi post rialzo seguito alla riammissione in Borsa dopo il lungo stop. Inoltre con un Cet1 sotto l’8% la banca genovese si colloca tra i più deboli nell’esercizio condotto dalla Bce sugli istituti minori in parallelo agli stress test Eba.

Brilla Fincantieri,+ 4,3% in scia ai risultati del trimestrale. Equita ha confermato le stime di utile netto ed Ebitda per il periodo 2021-23 e ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo del 2% a 0,72 euro, confermando la raccomandazione di ‘hold’. Kepler Cheuvreux ha alzato il rating a ‘buy’ da ‘hold’. I risultati hanno dato la carica a Saras, che chiude con un progresso del 5,9%. Viaggia forte il lusso al traino di Brunello Cucinelli che cresce del 7,94% e ritocca i massimi storici apparentemente senza motivi particolari. Segue in scia Tod’s (+4,91%).

Tra le azioni migliori del listino c’è Rcs (+6%), all’indomani dei risultati del secondo trimestre migliori delle attese e del ritorno all’utile nel semestre. Webuild perde invece il 2,52%, dopo il balzo delle ultime due sedute con il titolo che ha guadagnato oltre il 7,5%. Da oggi è efficace l’operazione di scissione proporzionale di Astaldi. La chiusura è positiva per la carta italiana: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata scende del 2,25% e il tasso del titolo tricolore arretra a +0,53%. 

Per quanto riguarda gli acquisti pandemici della Bce, sono stati 10,67 miliardi di euro nel corso dell’ultima settimana (in calo da 22,81 sette giorni fa) . Gli acquisti netti di titoli di stato sono stati invece negativi per 2,62 miliardi (da +8,28 mld) a 2.429,27 miliardi mentre gli acquisti di bond societari sono cresciuti di 778 milioni (da +1,08 miliardi) a 287,23 miliardi. Infine gli acquisti di covered bond sono stati positivi per 70 milioni (da +620) a 293,776 miliardi mentre quelli di Abs sono aumentati di 107 milioni (da +6) a 28,401 miliardi.

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