Condividi

Berlusconi alla Camera: “Non faccio passi indietro: o la fiducia o le elezioni anticipate”

Il premier a Montecitorio per l’ennesimo voto di fiducia in un’aula piena a metà: fuori tutti i deputati di opposizione quando lui comincia a parlare. Deve rispondere ai quesiti posti dal presidente Napolitano con due note ufficiali. L’opposizione parteciperà comunque al voto di domani

Berlusconi alla Camera: “Non faccio passi indietro: o la fiducia o le elezioni anticipate”

Niente passi indietro di Silvio Berlusconi che si presenta alla Camera ponendo l’aula semivuota di fronte a un’alternativa secca: o votate la fiducia o si va alle elezioni.
Dopo due cartellini gialli arrivati dal Quirinale, questa mattina il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi prova in sostanza ad uscire dall’angolo, chiedendo un’ennesima fiducia alla Camera. Lo fa in un’aula semipiena (o semivuota, a secondo dei punti di vista) perché tutte le opposizioni abbandonano gli scanni quando lui comincia a parlare: un modo per mostrare a tutto il mondo l’anomalia della situazione italiana con un Governo che, dopo aver visto bocciato in Parlamento il rendiconto statale, non si è dimesso. Domani però i deputati di opposizione parteciperanno al voto.

I due interventi del presidente della Repubblica che hanno caratterizzato la giornata di ieri, e si sono succeduti nel giro di poche ore, sono quanto mai chiari. Nel primo il capo dello Stato pone il problema della sua credibilità, anche al di là dei “reiterati” voti di fiducia che il Governo ha ottenuto. Napolitano, premesso che la bocciatura del rendiconto ha evidenti “riflessi istituzionali”, vuole sapere se il Governo è in grado di adempiere agli impegni che ha concordato anche a livello internazionale. Insomma viene posto un problema non solo di quantità della maggioranza, ma anche di qualità e capacità di governare. Un modo per richiamare il fatto che sinora né il decreto per la crescita, né l’indicazione del Governatore della Banca d’Italia si sono concretizzati.

Il secondo intervento del Quirinale è venuto dopo che la Giunta per il regolamento di Montecitorio si era pronunciata per la decadenza dell’intero rendiconto dopo la bocciatura dell’articolo 1, a conferma che quel passaggio era un atto dovuto inemendabile. Successivamente si è anche svolta una riunione dei capigruppo che ha dato il via libera al discorso di oggi di Berlusconi, ma con le opposizioni che ribadivano come le dimissioni del governo fossero l’unica strada istituzionalemente percorribile. A quel punto Fini è andato da Napolitano ad illustrargli la situazione determinatasi e soprattutto le richieste delle opposizioni.

Il capo dello Stato ha, quindi, con una nota ufficile, prima ringraziato Fini per essersi recato sul colle (un modo per far notare che altri invece non si era preso questo disturbo) e poi ha messo nero su bianco che per uscire dall’impasse sul rendiconto sarà Berlusconi, nel suo discorso sulla fiducia, a dover indicare “la soluzione che possa correttamente condurre all’approvazione del rendiconto”.

Una soluzione che probabilmente sarà indicata nel Consiglio dei ministri di questa mattina. Alcuni ministri hanno parlato della riscrittura dell’articolo 1 da sottoporre poi all’approvazione del Parlamento. Soluzione che non ha precedenti, visto che in casi analoghi i presidenti del Consiglio battuti sull’approvazione del rendiconto si erano dimessi un minuto dopo.

Commenta