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Bce, il calo delle materie prime e dell’inflazione aiuta le colombe

I mercati guardano alla riunione di oggi del board della Bce, ma si aspettano l’invarianza dei tassi – A Piazza Affari arrivano le trimestrali e l’assemblea di Mediobanca vota sulla governance

Bce, il calo delle materie prime e dell’inflazione aiuta le colombe

Lasciano momentaneamente la scena i Big della tecnologia, sul palco salgono le banche centrali. Ma stavolta i linguaggi saranno diversi. La Bank of Canada, anticipando l’orientamento della Fed, ieri ha chiuso in anticipo il programma di quantitative easing e ventilato un possibile aumento dei tassi. Nulla del genere è in agenda a Francoforte, dove oggi i banchieri dell’Eurozona prenderanno atto che le tesi di Philip Lane, il capoeconomista dell’istituto caro a Mario Draghi che insiste a sostenere che i tassi non saliranno, stanno trovando un inatteso conforto sui mercati: le materie prime, una delle cause dell’aumento dell’inflazione, stanno ripiegando. E non ha peraltro alcun senso stringere i cordoni della borsa per rimediare alle strozzature della logistica e ai guasti che il Covid19 ha procurato all’organizzazione mondiale del lavoro, aumentandone i costi.

LA BANK OF JAPAN CONFERMA GLI STIMOLI

È la linea sposata stanotte dalla Bank of Japan che ha confermato il pacchetto di stimoli e ha rivisto al ribasso le previsioni sull’inflazione, sull’export e sulla produzione industriale.  

In questa cornice i mercati si accingono a valutare le trimestrali Usa e quelle dell’Eurozona. Una prima notizia positiva è arrivata stanotte da Parigi: Airbus ha alzato a 4,5 miliardi di euro le previsioni sull’utile operativo dell’anno. La notizia potrebbe influenzare in positivo il suo fornitore Leonardo.

Stamattina in Asia le borse scendono, ma i future di Wall Street in lieve rialzo lasciano aperta la possibilità di un avvio in positivo dei mercati azionari dell’Europa.

A SEUL CONTI RECORD DI SAMSUNG

L’indice Bloomberg Apac sull’Asia Pacifico è in calo dello 0,5%. Il Nikkei di Tokyo perde lo 0,9%. Giù anche le altre piazze. L’Hang Seng di Hong Kong è sulla parità, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,3%, BSE Sensex di Mumbai -0,4%.

Il Kospi di Seul è in rialzo dello 0,4% grazie alla spinta di Samsung Electronics. La società, sia produttrice che consumatrice di semiconduttori, ha battuto le stime degli analisti anche perché ha alzato i prezzi dei suoi prodotti.

FUTURE IN SALITA IN USA, CORRONO FORD E ALPHABET

Il future dell’S&P500 guadagna lo 0,2%. Nel dopo borsa di Wall Street, i movimenti più rilevanti sono stati quelli di eBay (-5%) e di Ford (+9%). Entrambe le società hanno pubblicato i dati del trimestre. Ieri, al contrario, Gm ha accusato un calo del 5,4%. In grande evidenza dopo i conti Alphabet (+4,86%) e Microsoft (+4,21%).

L’indice S&P è arretrato dello 0,74%, Dow -0,51%. In lieve rialzo il Nasdaq.

SCENDONO LE COMMODITY, SALE IL TREASURY

Le materie prime stanno scendendo tutte. Il petrolio WTI è in calo del 2%, brent a 83,07 dollari al barile, il gas naturale perde l’1,3%, il minerale di ferro il 6%. Il rame ha chiuso con una flessione del 5%, l’alluminio del 2,5%. Ieri il contratto di riferimento per il gas in Europa ha perso il 4%. Vladimir Putin ha ordinato a Gazprom di riempire gli stoccaggi di gas situati in Austria e Germania.

Frenano di riflesso i rendimenti delle obbligazioni. Il Treasury Note a dieci anni si apprezza a 1,55%, circa 15 punti base sotto i livelli di metà ottobre. Le aspettative di un prossimo rallentamento del ciclo economico schiacciano la curva dei tassi: il differenziale tra il quinquennale ed il trentennale è sceso a 76 punti base, minimi dal maggio del 2020.

AMBIENTE, 1.100 DIPENDENTI ATTACCANO MC KINSEY

Comincia a muoversi il fronte della prossima assemblea sul clima di Glasgow. Joe Biden arriverà a Roma per il G20 senza aver concordato con il Congresso una posizione complessiva sul tema.

Intanto, il fondo Third Point è andato all’attacco di Shell, chiedendo uno spezzatino tra le varie attività.

Forte la presa di posizione di 1.100 dipendenti di Mc Kinsey che hanno chiesto al colosso mondiale della consulenza di precisare legami e profitti rispetto alle società petrolifere e di altri “grandi inquinatori”.

VALUTE, REAL SOTTO TIRO. IL BRASILE ALZA I TASSI

Infine, dopo i problemi alla lira turca (rientrati dopo il passo indietro di Erdogan sull’espulsione degli ambasciatori), scende in trincea il real brasiliano. La banca centrale ha alzato di 150 punti base il tasso di riferimento Selic portandolo a 7,75%. In Brasile, i tassi sono saliti da marzo di 575 punti base, ma la stretta monetaria non è finita: il governatore Campos Neto ha avvertito che in dicembre potrebbe esserci un altro incremento di simile portata. È l’effetto della messa sotto accusa del presidente Bolsonaro alla sbarra per “crimini contro l’umanità”.

IL CANADA CANCELLA IL QE, LA BCE NON SI MUOVE

Giornata d’attesa per i mercati obbligazionario in vista dei vertici delle banche centrali, dal Giappone alla Bce, dopo la riunione della Bank if Canada che ha azzerato il Qe e preannunciato un aumento dei tassi prima del previsto. Niente del genere per l’Eurozona: la sensazione degli analisti è che il cambio di rotta a Francoforte, caso mai ci sarà, avverrà solo a dicembre. Per ora, la presidente Christine Lagarde insisterà sull’attuale forward guidance (che è stata rafforzata lo scorso luglio) prima di accennare a un primo rialzo dei tassi nella zona euro, previsto per il 2023. Come prevede la tesi del capo economista Philip Lane, che ha segnalato che il mercato potrebbe non avere del tutto assorbito la strategia attuale. Anche ieri le aspettative di inflazione a lungo termine nella zona euro hanno continuato a salire oltre il target del 2% fissato dalla Bce, toccando brevemente il massimo da sette anni a 2,0951%.

BOT, CALANO I RENDIMENTI ALL’ASTA

L’indice dell’euro è praticamente invariato, così come quello del dollaro. Il cambio tra le due monete è poco sotto 1,16, sui livelli della vigilia.

Nell’obbligazionario sa lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata a 112 punti base (+1,19%), con rendimenti rispettivamente a +0,88% e -0,18%.

Calano però i rendimenti sul primario: il Tesoro ha collocato ieri tutti i 6 miliardi di euro di Bot a sei mesi (prima tranche con scadenza aprile 2022) offerti in asta e il tasso è sceso a -0,55% da -0,545% del collocamento di settembre. La domanda ha superato i 7,6 miliardi.

Oggi il Tesoro offrirà fino a 7 miliardi di euro nel nuovo decennale giugno 2032 e nelle riaperture del Btp a 5 anni e del Ccteu 2029, con rendimenti attesi in rialzo.

FRENA PIAZZA AFFARI (-0,61%)

Battuta d’arresto a Milano, dopo l’allungo degli ultimi giorni. Piazza Affari chiude in calo dello 0,61% a 26.806 punti.

Rosso pallido anche nel resto d’Europa, dopo le vendite in Asia e all’avvio contrastato di Wall Street: Francoforte perde lo 0,35%: Madrid -0,31%; Parigi -0,2%; Amsterdam -0,25%.

DEUTSCHE BANK GELA LE BANCHE EUROPEE

Nel mirino dell’offerta oggi ci sono state le banche, in calo dai massimi degli ultimi 20 mesi. A provocare la discesa dell’indice Stoxx di settore è stato il calo dopo le trimestrali di due colossi, Deutsche Bank e Banco de Santander.

Deutsche Bank (-6%) è stato il titolo peggiore. La prima banca tedesca ha registrato un utile del terzo trimestre migliore delle aspettative, in crescita del 7%, ma il mercato è rimasto deluso dal calo a sorpresa dei ricavi da investment banking.

Perde colpi a Madrid il Santander (-2,6%) nonostante l’istituto abbia battuto le previsioni con un aumento del 24% dell’utile netto del terzo trimestre grazie a minori accantonamenti su crediti, un aumento dei prestiti ipotecari nel Regno Unito e una forte performance nella sua attività di consumo negli Stati Uniti. La banca spagnola, la seconda più grande della zona euro in termini di valore di mercato, ha registrato un utile netto di 2,174 miliardi di euro.

IL CROLLO DI WORLDLINE SCHIACCIA NEXI: -6,6% A MILANO

Crolla a Parigi Worldline (-12,3%). Lo specialista dei pagamenti elettronici non ha centrato i target previsti. La notizia pesa su Nexi (-6,64% a Milano).

LONDRA ACCELERA: PIL +6,5%, DIMEZZATA LA DISOCCUPAZIONE

Londra -0,31%. Il Cancelliere dello Scacchiere (Ministro delle Finanze) britannico, Rishi Sunak, ha detto che l’economia UK dovrebbe crescere del 6,5% nel 2021 e che tornerà ai livelli pre-Covid alla fine dell’anno o a inizio 2022, prima di quanto era stato previsto a marzo. Il dato odierno è molto migliore di quello anticipato lo scorso marzo che prevedeva una crescita del +4,0%. Sunak ha inoltre fornito previsioni molto confortanti sul mercato del lavoro. La disoccupazione, grazie alle riaperture di questi mesi, è stimata al 5,2% a fine 2021

TIM RIVEDE AL RIBASSO LE STIME PER IL 2021

Si profila stamane un avvio difficile in Borsa per Telecom Italia. Dal consiglio guidato da Luigi Gubitosi arriva l’ennesima delusione ed un altro allarme utili: sia i ricavi che l’Ebitda del trimestre sono di sotto le attese. La società ha tagliato all’ingiù le stime sull’Ebitda del 2021. I ricavi consolidati del trimestre sono stati di 3,8 miliardi (-2,1% rispetto all’anno scorso).

I primi nove mesi dell’anno si chiudono con ricavi in calo del 2,2% a 11,4 miliardi, un margine operativo lordo di gruppo giù a 4,39 miliardi (-14,1% in valore assoluto e -4,4% a livello organico), per colpa delle attività domestiche in contrazione del 6,5% a 3,42 miliardi. L’indebitamento finanziario netto rettificato a fine settembre era pari a 22,16 miliardi.

Il consiglio di amministrazione ha conferito un ampio mandato a Luigi Gubitosi a “valutare opzioni strategiche per valorizzare le singole attività del gruppo”, e quindi dopo le torri di Inwit e la telefonica carioca di Tim Brasil, potrebbero essere cedute in parte o quotate anche il cloud di Noovle e i cavi sottomarini di Sparkle.

ENEL CORRE A MILANO E DICE GRAZIE A MADRID

Avanzano in controtendenza le utility, a partire da Enel (+0,99%). Dopo le novità giunte dalla Spagna. Non a caso a Madrid sono in rialzo di quasi il 2% anche Iberdrola ed Endesa. In linea con le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, il Consiglio dei ministri ha approvato ieri un nuovo Decreto che alleggerisce la tassazione straordinaria delle utility.

SALE TERNA, IN EVIDENZA INTERPUMP E RECORDATI

In terreno positivo anche Terna (+0,49%). Italgas -0,4% dopo la trimestrale. L’ad Paolo Gallo ha detto nella call che la società è molto interessata all’M&A in Italia. Solo altre quattro blue chip chiudono in terreno positivo: Interpump +0,96%, Recordati +0,46%, Mediobanca +0,1% e Stm +0,01%.

BANCHE, TIENE MEDIOBANCA. OGGI IL VOTO SULLA GOVERNANCE

L’istituto di piazzetta Cuccia, oggi in assemblea, svetta tra le banche in rosso in tutto l’Eurozona. I conti del trimestre premiano la gestione Nagel, ma l’attenzione resta focalizzata sugli sviluppi nei rapporti tra gli azionisti. Oggi non dovrebbero esserci colpi di scena: le domande scritte, vista la modalità in streaming, non hanno dato emozioni e nessun quesito è stato sollevato dal gruppo Delfin (Del Vecchio) al 18,9%, e da Caltagirone, al 3%. Né sull’argomento è intervenuto ieri l’amministratore delegato Alberto Nagel, rispondendo agli analisti: “Non compete a noi dare giudizi sui nostri azionisti, non è il nostro lavoro”, ha glissato nella conference call. Nessun commento anche sulla possibilità di salire ancora in Generali. In assemblea oggi si voterà il bilancio, la politica di remunerazione (forse unico punto su cui Del Vecchio o Caltagirone potrebbero far sentire la loro posizione critica) e le due modifiche allo Statuto.

In rosso il resto del comparto: Bper -2,44%; Fineco -2,52%; Banco Bpm -1,77%; intesa -1,15%; Unicredit -0,64%. Cattolica è quasi allineata al prezzo d’Opa Generali di 6,75 euro.

FRENA STELLANTIS PRIMA DEI CONTI

In ribasso gli industriali: Cnh -1,2%, Stellantis -0,35% alla vigilia della trimestrale. La casa automobilista ha raggiunto un accordo con i sindacati sulla ristrutturazione in programma dei siti produttivi del gruppo vicino Torino.

Vendite sui petroliferi: Tenaris -1,54%, Eni -0,73% e Saipem -1,4%. Fallisce il recupero Campari (-0,85%). Rbc e Barclays hanno ritoccato al rialzo il target price portandolo rispettivamente a 10 euro (da 8,90) e a 12,9 euro (da 12,5).

ALERION IN RALLY, SCIVOLA TECNOGYM

Da segnalare nelle rinnovabili il rally di Alerion (+7,7%) su nuovi massimi storici a 24,8 euro. Giù Dovalue, in flessione del 6% circa a nuovi minimi da inizio dicembre 2020 a 8,31 euro. A pesare oggi Citigroup che ha tagliato il prezzo obiettivo a 12 euro da 13 euro precedente. Scivola Tecnogym (-5,4%) dopo i risultati dei nove mesi sotto le attese del mercato.

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