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Bce-Grecia, altri 10 miliardi per proteggere le banche

Dopo aver chiuso i rubinetti dei prestiti diretti, la Bce ha alzato il tetto per i finanziamenti d’emergenza agli istituti greci – Botta e risposta fra Atene (“non facciamo ricatti, ma non ne accettiamo nemmeno”) e Bruxelles (“l’incertezza greca si ripercuote su fiducia e ripresa”).

Bce-Grecia, altri 10 miliardi per proteggere le banche

La Banca centrale europea ha aumentato di 10 miliardi di euro il tetto ai finanziamenti di emergenza per le banche greche, qualora ve ne fosse bisogno. Lo ha reso noto oggi un esponente del governo greco. 

Ieri la stessa Bce aveva comunicato che, a partire dall’11 febbraio, non accetterà più i titoli di Stato della Repubblica di Grecia come garanzia che le banche elleniche possono presentare per finanziarsi presso la Bce stessa. Per la precisione, viene sospesa la deroga ai requisiti minimi di eleggibilità dei titoli emessi da Atene, che da tempo non ha più un rating accettabile (investment grade). 

Rimane però in vigore il canale di liquidità Emergency Liquidity Assistance (Ela), che permette alla Bce di fornire alla Banca centrale greca finanziamenti per gli istituti che hanno gravi problemi di liquidità e di evitare così casi di drammatica insolvenza (ma renderà comunque più caro il finanziamento delle banche greche). L’aumento del tetto si riferisce proprio all’importo che la Banca nazionale greca può erogare in base allo schema Ela.

Il ministro delle Finanze Greco Yanis Varoufakis – che ieri ha incontrato Mario Draghi e oggi ha in agenda un colloquio con il proprio omologo tedesco Wolfgang Schaeuble – ha affermato che con queste decisioni la Bce spinge per una rapida soluzione politica a livello di Eurogruppo, che si riunirà d’urgenza proprio l’11 febbraio, alla vigilia del prossimo Consiglio Ue.

La decisione dell’Eurotower “non avrà ripercussioni negative” sul settore finanziario del Paese, che resta “totalmente protetto” grazie ad altri canali di liquidità tuttora disponibili, ha scritto il ministero delle Finanze di Atene in un comunicato. “La liquidità e il finanziamento del sistema bancario greco sono assicurati e non c’è alcuna ragione di preoccuparsi – ha spiegato il portavoce del Governo, Gabriel Sakellaridis, citato dalla televisione Mega – Quello della Bce è uno strumento di pressione politica in un momento in cui ci sono consultazioni a tutti i livelli. E’ necessario che ci sia una volontà di discutere, di trovare un terreno comune per concludere nuovi accordi” tra la Grecia e i partner. Atene, ha ripetuto il portavoce, vuole “un accordo transitorio”.

Una fonte del governo di Atene ha detto alla stampa che la Grecia “non intende fare ricatti, ma neppure ha intenzione di accettarne a sua volta”.

La Commissione europea, che oggi ha pubblicato le nuove previsioni economiche sull’Ue, ha scritto invece che l’incertezza sulle scelte politiche della Grecia “si sta ripercuotendo sui livelli di fiducia e potrebbe minare la portata della ripresa”. Nelle stime appena diffuse, la Commissione – che ha basato i propri calcoli sull’ipotesi che vengano rispettati gli impegni presi nel piano di correzione e risanamento – prevede per la Grecia una crescita economica del 2,5% quest’anno e del 3,6% nel 2016.

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