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Battaglia su Parmalat, crolla Toshiba (-40%), oggi i primi Btp del 2017

Le operazioni tecniche e le prese di beneficio dopo la cavalcata dei giorni scorsi condizionano le ultime sedute di Borsa dell’anno – I tedeschi non mollano su Mps – Occhio a Popolari e Good Banks – I fondi si preparano alla battaglia su Parmalat -Tracollo di Toshiba: -40% da lunedì

A Wall Street il 2017 è già cominciato. Il saldo delle operazioni effettuate ieri, come vuole il regolamento, è previsto per lunedì 2 gennaio. Questa nota tecnica serve a spiegare la brusca inversione di tendenza del mercato, dominato dalle prese di beneficio sull’azionario, più che giustificate dal rally delle ultime settimane, ma anche dal calo del dollaro e dai forti acquisti all’asta dei T-bond a 5 anni. Si è così entrati in una fase nuova: dopo la meraviglia per la novità dell’elezione di Donald Trump, ci si accinge a fare in conti con la nuova realtà e i problemi che comporta.

Non c’è invece ombra di novità nell’atteggiamento dei partner europei verso il risanamento delle banche italiane. Il ministero delle Finanze tedesco ha espresso ieri i propri timori circa il piano di salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, sottolineando che Roma deve attenersi alle regole europee. “La Bce e la Commissione europea devono controllare e assicurarsi che le autorità italiane si attengano alle regole europee”, ha ribadito il portavoce del ministero di Berlino.

Si profila un conto salato che va al di là addirittura dei 6,5 miliardi (su 8,8) che lo Stato dovrà versare per Mps. Pier Carlo Padoan ha reagito reclamando “più trasparenza” da parte della Bce. Ma su un punto c’è concordia: le responsabilità dei manager vanno sanzionate. Così come le leggerezze dei regolatori, aggiunge Francoforte. Insomma, anche se il rating sovrano dell’Italia, come ha detto Standard&Poor’s, non subirà danni immediati, la questione bancaria è un macigno che il decreto sulle banche non ha affatto rimosso.

Meteo Borsa consiglia prudenza: non sono escluse vendite improvvise, perciò non dimenticate l’ombrello.

TRACOLLO DI TOSHIBA: -40% DA LUNEDÌ

Arretra Tokyo (-1%) sulla scia di Wall Street. Si aggrava la crisi di Toshiba, colpita dal tracollo delle attività nucleari delle consociate Usa. Stamane i titoli del colosso hanno perso un altro 15%, che va ad aggiungersi al -25% di inizio settimana. Sotto tiro anche le banche più legate al gruppo: Sumitomo Bank perde il 4,6%. Non si esclude la conversione in azioni di una larga parte dei debiti del gruppo.

Ieri è stata la giornata più negativa degli ultimi due mesi per Wall Street: il Nasdaq, fresco di record,ha ceduto lo 0,90%. S’allontana per il Dow Jones (-0,56%) la scalata ai 20.000 punti (chiusura a 19.833,68). S&P-0,84%. Ha deluso il dato sulle vendite immobiliari di novembre, che hanno registrato un calo del 2,5% sul mese precedente, contro un’attesa degli analisti di +0,5%.

I prezzi del petrolio segnano lievi cali dopo il rialzo a sorpresa delle scorte Usa: il mercato attende di vedere come i paesi membri dell’Opec e gli altri produttori attueranno il taglio dell’output concordato. Il Brent è trattato a 56,18 dollari al barile (+0,5%). A Wall Street ConocoPhillips -0,9%, Halliburton -0,5%, Exxon +0,1%.

In Europa è stata ieri una giornata positiva per i titoli petroliferi (Stoxx del settore +0,6%): bene Total (+0,7%) e Royal Dutch Shell (+0,7%). A Milano, però, Eni ha chiuso la seduta in calo dello 0,2%. Mediobanca Securities ha confermato sul titolo la raccomandazione outperform e il prezzo obiettivo a 18,5 euro. Saipem +1%. 

OGGI I PRIMI BTP DEL 2017: PREVIST TASSI IN CALO

Scambi in calo sulle piazze europee in assenza di dati macroeconomici di rilievo. L’indice Stoxx 600 è salito dello 0,22%. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso in ribasso dello 0,8%, a 19.239 punti. Giornata piatta nelle altre Borse europee, con gli indici di Parigi e Francoforte che terminano invariati, mentre la Borsa di Madrid scende dello 0,5%.

Il mercato è in attesa oggi delle aste a medio-lungo termine su quattro titoli: il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori tra 4,75 e 6,75 miliardi di Btp a 5 e 10 anni, insieme all’off-the-run novembre 2026 (un trentennale con vita residua dieci anni) e al Ccteu febbraio 2024.

È previsto un forte calo dei rendimenti. Il titolo a 5 anni novembre 2021, offerto oggi per 2-2,5 miliardi e collocato a fine novembre con a un tasso a 0,91%, rendeva a ridosso della chiusura di ieri lo 0,60%. Il decennale, offerto per un ammontare compreso fra 1 e 1,5 miliardi e assegnato a fine novembre con un tasso a 1,97%, attorno alle 17,30 rendeva l’1,835%.

Ieri mattina il Tesoro italiano ha collocato in asta 6,5 miliardi di Bot a sei mesi a un rendimento di -0,31%, minimo storico. La domanda è stata pari a 9,7 miliardi di euro. Nell’asta di novembre il rendimento era stato di -0,19%. Invariato lo spread con il Bund a 162 punti base.

SOTTO TIRO LE POPOLARI, UBI A UN PASSO DALLE GOOD BANKS

Monte Paschi, seppur sospesa (chissà per quanto) dagli scambi, continua a condizionare il comparto finanziario. Il paniere dei bancari ha lasciato sul terreno l’1,23%. In sofferenza le Popolari: su Bpm (-2,65%) e Banco Popolare (-2,21%) continua a pesare il downgrade di Fitch. Ubi (-3,32%) sta per completare l’acquisizione delle good banks, che a breve termineranno la cessione delle sofferenze ad Atlante. Le peggiori sono state Banca Carige (-5,35%) e Credito Valtellinese (-3,98%).

Male anche le assicurazioni (Generali -1,32%) e il risparmio gestito (Finecobank ha lasciato sul terreno il 2,55%).

ITALIA-FRANCIA/1: FASE D’ATTESA PER MEDIASET

Si arricchisce di nuovi episodi il confronto fra Italia e Francia, protagoniste assolute delle partite aperte a Piazza Affari. Chiude in ribasso Mediaset (-0,7%) dopo una giornata movimentata da rumor vari su possibili contratti tra Vivendi e Fininvest.

Netto ribasso di Telecom Italia (-3,1%), dopo avere guadagnato quasi il 6% nelle precedenti due sedute. “Non mi risultano contatti tra Cdp e Telecom Italia”, ha detto il ministro Padoan.

ITALIA-FRANCIA/2: I FONDI PRONTI ALLA BATTAGLIA PARMALAT

Si profila intanto un nuovo terreno di confronto: Parmalat ha chiuso con un rialzo del +2,3% a 2,896 euro, mantenendosi sopra il prezzo dell’Opa lanciata da Lactalis a 2,8 euro per azione. Diversi fondi di investimento, tra cui Amber Capital che detiene una quota di poco inferiore al 3%, sono pronto dare battaglia.

“Noi non consegneremo le azioni all’Opa perché secondo noi il prezzo è troppo basso e Parmalat vale molto di più”. Così Arturo Albano, rappresentante in Italia del fondo Amber Capital. “Oggi – spiega – Parmalat è valutata dal mercato 0,8 volte le vendite. I suoi competitor stanno a 1,5 volte, in media. Anche se applicassimo un moltiplicatore prudente e pari a 1, aggiungendo la posizione finanziaria netta attesa per fine anno, il titolo varrebbe 3,82 euro per azione”. O anche di più: “Nel 2011, ai tempi della prima Opa di Lactalis, Parmalat fatturava 4,5 miliardi e aveva un Mol di 374 milioni, mentre nel 2015 ha generato ricavi per 6,5 miliardi con 444 milioni di Mol. Secondo un analista che segue la società, nel 2018 il gruppo raggiungerà i 610 milioni di Mol. Un prezzo equo quindi deve essere sopra i 4 euro per azione’.

ITALIA-FRANCIA/3: FINCANTIERI VERSO I CANTIERI SAINT NAZAIRE

Infine Fincantieri (+0,6%) ad un passo dall’acquisizione dei cantieri di Saint Nazaire messi in vendita dal gruppo coreano Stx. Il gruppo italiano dovrebbe aver presentato la sola offerta di acquisto al tribunale coreano di Seoul incaricato di gestire la pratica. Per gli analisti di Equita il deal è molto sensato dal punto di vista strategico, perché rafforzerebbe la posizione leader del gruppo nel settore navi da crociera, con la quota di mercato che salirebbe dal 40-45% al 60% circa. Gli analisti di Banca Imi si aspettano un prezzo di offerta inferiore a 100 milioni di euro “perché pensiamo che siano necessari alcuni interventi di ristrutturazione”.

LEONARDO: PER BANCA IMI È BUY. VOLANO ACOTEL E DADA

Arretrano le utility: Enel -0,6%, Terna -1,2%, Snam -0,7%. Fra i titoli industriali, Leonardo scende dell’1%. Banca Imi apprezza l’acquisizione di Sistemi Dinamici e ribadisce sull’azione il rating buy e il prezzo obiettivo a 15 euro.

Tra le small caps, Acotel si è posizionata tra i migliori titoli di tutta piazza Affari (+16,3% a 5,875 euro). La corsa dell’azione, partita all’incirca dal 7 dicembre, ha visto un’accelerazione nelle ultime sedute: dai primi del mese Acotel ha guadagnato circa il 97%.

Dada ha chiuso in rialzo del 5,2% a 2,852 euro. Giovedì scorso a mercati chiusi la controllata Register.it ha siglato un contratto di finanziamento in pool per cassa a medio-lungo termine per un importo complessivo di 22 milioni.

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