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Basket, playoff serie A: la favoritissima Milano vicina al flop

I campioni d’Italia dell’EA7 sono clamorosamente a un passo dal baratro: sotto 3-1 nella serie con Sassari, dovranno ora vincere le prossime tre partite (di cui una in Sardegna).

Basket, playoff serie A: la favoritissima Milano vicina al flop

E adesso Milano è davvero ad un passo dal baratro, una situazione che probabilmente nemmeno il più pessimista dei suoi tifosi poteva immaginare e, di contro, difficile da sperare anche per i più accaniti tifosi avversari. Dopo il secondo ko di fila in Sardegna, questa volta per 80-67, e con Sassari meritatamente avanti 3-1 nella serie, ora all’Olimpia non rimane altro che provare a vincere tutte e tre le (eventuali) ultime partite rimaste per compiere quella che a questo punto sarebbe una vera e propria impresa ed evitare l’onta di farsi scucire il tricolore conquistato dodici mesi fa senza nemmeno raggiungere la finale scudetto per poterlo difendere.

Operazione rimonta che vede come primo step gara 5, in programma già domani alle 18,15 con il ritorno al Forum e l’obbligo minimo per la squadra di Banchi di salvare la faccia ed evitare un eliminazione addirittura tra le mura amiche, appuntamento in vista del quale capitan Gentile (anche ieri sera top score con 24 punti) ha già iniziato a spronare compagni (in campo apparsi molli e impauriti) e tifosi (bisogna vedere come reagiranno), chiamando tutti a raccolta, ribadendo che solo uniti, pur arrabbiati e delusi, potranno crederci e lottare fino alle fine per superare questo momento durissimo. Forum che con ogni probabilità sarà una bolgia, come lo è stato nelle ultime due sfide il Palaserradimigni, ma che non vedrà sul parquet Daniel Hackett, espulso nel finale e squalificato per due turni (salterebbe anche l’eventuale gara 6 a Sassari), altro episodio di una stagione per lui travagliata, che lo ha visto saltare i primi 5 mesi per i noti dissapori estivi con federazione e nazionale e che rischia di essere terminata qui, se i suoi compagni non porteranno la serie a gara 7.

Detto che per i più maliziosi, visto come stava giocando (guardando specialmente lo scarso apporto realizzativo) l’assenza del numero 23 potrebbe non essere un grosso problema per l’EA7, e sottolineato come la sanzione sia legittima visto la prolungata e colorita sceneggiata, con tanto di insulti e fare minaccioso, di cui si è reso protagonista dopo il fallo tecnico assegnatogli e la conseguente uscita dal campo (con l’amico Gentile a scortarlo fin dentro il tunnel), è giusto spendere due parole su determinati arbitraggi condotti durante l’arco di alcune partite, senza distinzione tra le varie squadre e non soffermandosi su episodi specifici (in quello di Hackett il fallo poteva starci). Troppe volte gli arbitri sembrano voler essere anche loro protagonisti, fermando il gioco quasi ad ogni azione, fischiando fallo (ieri Milano ha finito con 32) ad ogni minimo contatto, basta un braccio che tocca un gomito o una mano che sfiora un pantaloncino e si va in lunetta, insomma giusto tenere partite così sentite e intense il più possibile sotto controllo ma interrompere di continuo il gioco per falli in certi casi letteralmente inventati non contribuisce certo allo spettacolo (stiamo parlando sempre di un sport di movimento e fisico) e può infastidire i giocatori in campo ( soprattutto se poi nella stessa partita non vengono fischiati contatti più seri). In aggiunta, anche la moda di punire con falli tecnici (come con Gentile in gara 1), che in determinate situazioni possono anche indirizzare l’evolversi del punteggio finale, ogni minima protesta gestuale o vocale il più delle volte sembra davvero eccessiva. Sintetizzando, è chiaro che se un giocatore perde la testa ed esagera deve essere punito, ma quando per un braccio alzato o un urlaccio l’andamento di una partita viene stravolto, sembra di essere più in collegio o davanti ad un giudice che nel pieno di un evento agonistico.

Abbandonando le questioni arbitrali, e dopo aver assistito all’ottavo confronto stagionale tra le due formazioni, con la Dinamo ora avanti per 5 successi contro i 3 milanesi (di cui due ininfluenti durante la regular season), urge aprire una questione per la verità già paventata da qualche appassionato fino dalla composizione la scorsa estate dei due roster : ma Milano nei singoli è davvero nettamente più forte di Sassari come si è sempre detto? Chiaramente l’infinita striscia di vittorie in campionato dell’EA7 non può essere dimenticata (come la netta affermazione in gara 2), ma è pur vero che quando si è trattato di alzare un trofeo la Dinamo ha avuto sempre la meglio (a parte la serie di playoff di un anno fa), esprimendo un gioco migliore (prima si pensava che le sorti di Sassari dipendessero dalle percentuali del tiro da tre, ma in questa serie ha dimostrato di poter dominare su tutte le zone del campo) e anche una migliore mentalità, a differenza dell’Olimpia che, o comanda da subito, o se va sotto, inizia a mancarle l’ossigeno, perde la lucidità e difficilmente riesce a reagire (anche nell’ultima gara un 4° quarto da soli 10 punti realizzati). Dicevamo dei singoli : un quintetto con Gentile, Hackett, Moss, Melli (che dovrebbe una delle due ali forti) e Samuels è senza dubbio superiore a uno con J.Brooks (o Sosa), Dyson, Logan, Sanders e Lawal (finora degnissimo rivale dell’opposto lungo milanese), con per i primi alternative come l’ectoplasma Kleiza, l’ondivago Ragland e M.Brooks (che sembra voglia spaccare il mondo, ma poi perde possessi banalmente), tutti protagonisti (oltre allo sparito Shawn James) di un mercato estivo che ormai si può definire fallimentare, mentre dall’altra parte gli italiani e meno pubblicizzati Devecchi, Sacchetti e Formenti quando vengono chiamati in causa mettono a disposizione tutto il loro onestissimo impegno.

Premesso che tra le fila biancorosse non si può non esaltare e ammirare Alessandro Gentile, davvero immenso in questi playoff a conclusione di una stagione straordinaria, da vero capitano capace con la sua classe e la sua grinta di tenere a galla i suoi quasi da solo, e osservato come Banchi releghi in panchina ogni volta per troppi minuti Brooks (finora ampiamente sotto le attese, ma comunque potenzialmente l’attaccante numero uno della squadra), che quando entra sembra giocare con la pressione e paura di sbagliare un pallone ed essere chiamato dio nuovo fuori, si può tranquillamente dire che grosse differenze tra i due roster alla fine non ce ne sono o, almeno, frasi come “Milano ha un secondo quintetto che batterebbe senza problemi chiunque altro quintetto titolare” erano un tantino esagerate, se non fuori luogo.

Tutto questo colpa delle scelte della dirigenza meneghina, ma merito di quella di Sassari, capace di mettere insieme questo gruppo di giocatori e che adesso si trova ad una sola vittoria dall’arrivare a giocarsi un sogno, ma che con questa decisone e fame che sta mettendo in campo potrebbe prendere lineamenti sempre più concreti. Intanto dall’altra del tabellone siamo 2-1 per Venezia, che dopo essersi fatta sorprendere in casa in gara 2 da Reggio Emilia, con il successo in gara 3 ha rimesso dalla sua il fattore campo. Stasera alle 20,45 è in programma al PalaBigi di Reggio il quarto episodio di una serie fin qui appassionante e caratterizzata finora da allunghi e rimonte, con però la tegola tra i padroni di casa dell’infortunio di un elemento determinante come Lavrinovic, per il quale questi playoff sono già finiti, e una bilancia che al momento sembra pendere leggermente in favore dei lagunari.            

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