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Banco di Napoli, Rapporto sul Turismo come tema di sviluppo locale: governance e infrastrutture

RASSEGNA ECONOMICA BANCO DI NAPOLI – Il turismo non conosce la crisi e cresce sempre di più, come testimoniano i 983 milioni di arrivi turistici mondiali del 2011 (+4,6% rispetto al 2010) che aumenteranno in media di 43 mln all’anno fino al 2030 – Il settore, a livello mondiale, contribuisce complessivamente al 9,1% del Pil e occupa l’8,7% della popolazione.

Banco di Napoli, Rapporto sul Turismo come tema di sviluppo locale: governance e infrastrutture

La Rassegna Economica realizzata da Banco di Napoli in collaborazione con Srm dedica il primo numero del 2012 al tema del turismo, considerato una vera risorsa per il Paese, capace di garantire uno sviluppo del territorio sostenibile e con una ricaduta «economica» e «sociale» in loco.

In particolare si discute insieme ad autorevoli economisti ed operatori del settore su come i territori possano agire per non perdere i numerosi vantaggi ad esso associati, visto che dalle previsioni sulle possibili evoluzioni del flussi turistici si evidenzia che la società del domani sarà più turistica che mai: i 983 milioni di arrivi turistici mondiali del 2011 (+4,6% rispetto al 2010) cresceranno in media di 43 mln all’anno fino al 2030.

C’è quindi la necessità di puntare i riflettori sul turismo concentrandosi sui possibili miglioramenti della “competitività turistica” dei territori, ovvero sull’insieme di prodotti e dei differenziati tematismi d’offerta, sulle dinamiche di fondo del turismo, sull’aspetto dell’attrattività internazionale delle regioni italiane, sui processi e politiche di governance, sulla qualità dei servizi, sulle nuove frontiere del sociale, sul valore sistemico e sulla capacità moltiplicativa del turismo, sul ruolo del management e sugli aspetti infrastrutturali.

Tutti elementi che determinano il livello di attrattività truistica di un area, e di conseguenza anche il livello di ricchezza generata, misurata quantitativamente in termini di PIL (diretto, indiretto ed indotto).

Oramai è chiara l’importanza economica del turismo, nel 2011 infatti il settore Travel&Tourism rileva i seguenti dati a livello mondiale:

• Contributo diretto di 1.972,8 mld $ pari al 2,8% del Pil;

• Contributo totale di 6.346,1 mld $ pari 9,1% del Pil;

• Occupazione diretta 98.031.500 posti di lavoro, pari al 3,3% dell’occupazione mondiale totale;

• Occupazione totale 254.941.000 posti di lavoro, pari all’8,7% dell’occupazione mondiale totale;

• Capitale investito di 743 mld $ pari al 4,9% del totale;

• Entrate turistiche internazionali 1.030 mld di $, in crescita del 3,9% rispetto al 2010, con una spesa media turistica di 1.050$ per arrivo.

Nel contesto turistico internazionale, l’Italia è ben posizionata, con un impatto importante sul Pil pari al 5,4%, non molto distante dalla Spagna (6,4) e dalla Francia (6,2), tra i suoi principali competitor. Dai dati del primo conto satellite del turismo si rileva, inoltre, un valore aggiunto pari a 82,8 mld. di euro, pari al 6% del valore aggiunto totale dell’economia; incidenza molto vicina, ad esempio, ad un settore rilevante dell’economia nazionale quello delle costruzioni.

L’Italia è tra i primi dieci paesi per domanda turistica straniera: si posiziona al quinto posto nella graduatoria, con 46,1 milioni di turisti, dopo i Paesi con cui essa è in diretta concorrenza, vale a dire la Francia (che è al primo posto) e la Spagna (quarto posto).

Tale posizione viene confermata anche per le entrate turistiche internazionali che ammontano a 43 mld $.

riferimento all’offerta ricettiva turistica italiana sono presenti, al 2011, quasi 154 mila unità per 4,7 milioni di posti letto. Il 47,5% dei posti letto nazionali (2,2 milioni) sono riconducibili alla ricettività alberghiera. Anche se si considera l’offerta ricettiva, l’Italia resta ben posizionata: essa, infatti, presenta la più ampia offerta alberghiera a livello europeo in termini di posti letto (2.251.217) ed è al terzo posto per numerosità di esercizi alberghieri (33.890).

La ricchezza e la varietà dei siti turistici permettono all’Italia di posizionarsi, nel 2011, al 1° posto nella classifica mondiale del “Tourism Infrastructure” Index. Tra gli elementi positivi vi è anche la ricchezza di siti Unesco, il riconoscimento di fiere ed esposizioni internazionali, la ricca industria creativa, la salute e l’igiene del Paese.

In realtà se diversi sono i punti di forza, non mancano, però i punti di debolezza che si sono acuiti con la crisi economica:

• L’Italia, scivola al 27° posto nella classifica mondiale ed al 20° posto in quella europea secondo l’indice di competitività Travel & Tourism complessivo.

• La dimensione media degli alberghi italiani, (posti letto per esercizi alberghieri) anche se lievemente in crescita (66,4 nel 2011 contro 66,3 nel 2010), è inferiore a quella degli altri principali competitor sul Mediterraneo.

• Il tasso di utilizzazione netta degli esercizi alberghieri non è sempre soddisfacente a causa della forte stagionalità. Recupera nei mesi di Luglio ed agosto , senza riuscire però a raggiungere alcuni dei suoi competitor (es Spagna).

• Inoltre a causa della crisi economica, in Italia – come in altri paesi europei – si evidenzia una contrazione della domanda turistica interna nel 2011: numero di viaggi -16,5% e del numero di pernottamenti -15,1%. Secondo poi i dati di Federalberghi, i primi 8 mesi del 2012 (rispetto allo stesso periodo del 2011) portano a segnare una perdita del 2,6% di presenze, con gli italiani ad un -5,6% e gli stranieri ad un +1,2%.

Le dinamiche turistiche diventano ancora più interessanti da analizzare, quando si calano sul Mezzogiorno; un’area ricca di potenzialità legata alla vastità dell’offerta tematica e carica di storia, luoghi ed esperienza ma ancora poco domandata ed esplorata e con un nuova “immagine” da realizzare e proporre.

In particolare, nel contesto europeo, anche il Mezzogiorno fa la sua parte con un’offerta ricettiva robusta:

• con 1,2 milioni di posti letto il Mezzogiorno detiene nel 2011 il 26% del totale posti letto nazionale e si posiziona, nel contesto europeo al di sopra dei Paesi Bassi, della Grecia e dell’Austria;

• Gli alberghi sono 6.970 pari al 21% dell’Italia e rappresentano il 27% delle strutture ricettive meridionali, percentuale superiore al dato nazionale (22% in Italia);

• Gli occupati nel settore alberghi e ristoranti sono di 275.900 unità (4% dell’Italia), pari al 22% degli occupati meridionali;

• Il Valore aggiunto turistico diretto è di circa 17,4 mld € (circa il 21% dell’Italia), pari al 5,4% del valore aggiunto totale meridionale.

Considerando, invece, gli aspetti relativi alla domanda, dall’analisi si rileva che c’è ancora molto da fare, in particolare sul fronte dell’attrattività turistica internazionale e sulla problematica della stagionalità, elementi che comportano come risultato finale un basso tasso di utilizzazione delle strutture alberghiere delle regioni meridionali rispetto al dato nazionale. Nello specifico nel Mezzogiorno:

• gli arrivi turistici sono di oltre i 18 mln nel 2011 (18% dell’Italia), +3,5% rispetto al 2010. Gli arrivi turistici meridionali sono inferiori rispetto alle dinamiche del resto del Paese, ma comunque rilevanti nel contesto europeo.

• Le presenze turistiche superano i 77 milioni nel 2011 (20% dell’Italia), +3% rispetto al 2010.

• Il turismo inbound (gli stranieri) si caratterizza per il minor peso di arrivi turistici rispetto alla media nazionale. Nel 2011 quasi 5,5 mln, pari al 30% del totale arrivi (in Italia è il 46%) ma in crescita dell’11% (in Italia +9%).

• La spesa turistica straniera è stata di 3.875 mln di euro nel 2011 (circa il 13% dell’Italia) in crescita del +6% rispetto al 2010. Il peso della componente di spesa straniera sul totale della spesa turistica (21,4mld €) è, pari al 17,8%.

• La spesa turistica complessiva in Italia è di 79,7 miliardi di euro di cui il 63,2% è domestica (50,4 miliardi) e il 36,8% è straniera (29,3 miliardi).

• Inoltre i turisti stranieri meridionali spendono in media 70,3 euro al giorno contro i 92,2 euro al giorno dei turisti stranieri in Italia (in entrambi i casi la spesa media turistica straniera è superiore alla spesa media domestica). Pertanto nel Mezzogiorno ci sono meno stranieri e quelli presenti spendono meno.

Nel Mezzogiorno quindi appare evidente la necessità di puntare maggiormente sulle opportunità di sviluppo connesse all’industria turistica in senso ampio, non limitandosi alle poche località turistiche dove prevalgono perlopiù turismi monotematici (balneare) e superando gap infrastrutturali che limitano la capacità di generare flussi turistici e servirli con la qualità necessaria.

Il Moltiplicatore del V.A. Turistico

Il turismo rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia nel Mezzogiorno ed in Italia e si ha la consapevolezza che è un «settore» trasversale in grado di attivare direttamente ed indirettamente ricchezza sul territorio.

L’incidenza diretto del settore turistico nel Mezzogiorno sul totale è minore della media nazionale (5,4% il dato nel Mezzogiorno rispetto al 6% del valore medio italiano). Il valore aggiunto turistico del Mezzogiorno rappresenta il 21,1% sul valore aggiunto turistico nazionale (82.833 milioni €).

A testimonianza del ruolo di attivatore di ricchezza che il Turismo riveste per l’economia nel suo complesso, SRM ha calcolato le stime dell’impatto sul PIL turistico per ogni presenza aggiuntiva, aggiornandole ai recenti dati disponibili dal Primo Conto Satellite del Turismo per l’Italia. Nel Mezzogiorno si stima che per ogni presenza aggiuntiva (sia esso un nuovo arrivo o un prolungamento di presenza) si generano 70,8 euro di Valore Aggiunto, un valore che però risulta inferiore al dato medio italiano (103,4 €).

Pertanto, nel Mezzogiorno il ruolo, il peso ed il “valore economico” del Turismo hanno evidenti margini di crescita. Dall’analisi della sensibilità del valore aggiunto turistico alla variazione delle presenze turistiche, si stima infatti che un aumento nel medio termine del 20% delle presenze turistiche nel Mezzogiorno potrebbe generare una crescita del valore aggiunto turistico di circa 3,5 miliardi di euro portando il totale del valore aggiunto turistico a circa 21 miliardi.

E’ possibile inoltre agire per rafforzare l’effetto moltiplicativo del turismo nel Mezzogiorno attivando quelle azioni strategiche che ne incrementino il valore di impatto sul territorio.

Va in tale direzione un ampliamento e diversificazione dell’offerta turistica che favorisca il rafforzamento dei flussi turistici internazionali, i processi di destagionalizzazione, l’attivazione di sinergie di filiera con i settori della Cultura e dell’Agroindustria. In tal modo gli effetti non potranno che essere positivi.

Si stima infatti che l’impatto economico di una singola presenza aggiuntiva in regioni dove è maggiore la sinergia tra Turismo e cultura, cresce in media dai 103,4 € ai 105,4 € ed in quelle regioni in cui è forte anche la sinergia con la filiera agroindustriale si arriverebbe a ben 119,6€.

Pertanto è ipotizzabile che, con lo sviluppo di tali sinergie (cultura ed enogastronomia), il moltiplicatore del Valore aggiunto turistico nel Mezzogiorno avrebbe ancora ampi margini di sviluppo, nel medio periodo (tra i 25 ed i 30 euro di valore aggiunto in più per presenza aggiuntiva).

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