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Banche giù, Piazza Affari rotola su Npl e aumenti capitale

Le preoccupazioni per i crediti incagliati ma anche per Brexit e i dati deboli sull’industria cinese hanno inciso sui mercati, in rosso da una parte e dall’altra dell’Oceano – A Milano (-1,19%) sprofonda Banco Popolare con Pop Milano e Pop Emilia Romagna. Male anche Mps e Fca nonostante i buoni dati sulle vendite – Il Wti azzera le perdite alla vigilia del vertice Opec.

Banche giù, Piazza Affari rotola su Npl e aumenti capitale

Per le banche italiane non c’è pace e il copione si ripete: il comparto affossa il Ftse Mib che in una giornata di vendite per tutto l’azionario europeo chiude con un calo marcato dell’1,19%. Il mercato bersaglia in particolare modo il Banco Popolare -6,29% in vista dell’aumento di capitale da 1 miliardo che dovrebbe iniziare la prossima settimana, seguito da Bpm -4,73%, Bper -4,31%, Mps -3,85%. Pesa il flop nella fase di pre-marketing dell’Ipo di Veneto Banca. ll cda dell’istituto veneto ha deciso di fissare la forchetta di prezzo per l’aumento di capitale da 1 miliardo tra 0,1 ed i 0,5, euro, una dimostrazione dell’esito poco positivo della fase di pre-marketing. L’offerta di Ipo, condizionata al via libera di Consob e Borsa Italiana, partirà l’8 giugno e si concluderà alla fine del mese.

In rosso anche i principali listini europei che pagano il debole dato sul manifatturiero cinese e la caduta del petrolio alla vigilia del meeting Opec: Francoforte -0,57%, Parigi -0,67%, Londra -0,62%. Il rischio Brexit pesa sugli umori in vista del referendum del 23 giugno.

Nell’Economic Outlook semestrale pubblicato questa mattina dall’Ocse – che sottolinea anche il rafforzamento della ripresa in Italia – si legge l’eventuale addio della Gran Bretagna all’Unione Europea “rischia di tradursi in rinnovate turbolenze dei mercati finanziari e nell’area euro potrebbe far aumentare i differenziali di rendimento tra titoli di Stato e i costi di servizio del debito pubblico”, uno scenario che “richiederebbe maggiori restrizioni di bilancio”.

Sul fronte macroeconomico, l‘indice Pmi dell’area Euro riferito ai direttori acquisti del settore manifatturiero si è attestato a 51,5 punti, in linea con le attese. In Italia l’indice scende ai minimi da tre mesi a 52,4 da 53,9 di aprile. Negli Usa a maggio l’Ism manifatturiero, l’indice che misura la performance del settore manifatturiero negli Stati Uniti, ha accelerato il passo a 51,3 punti, dai 50,8 di marzo e sopra le stime degli analisti.

Al contrario le spese costruzioni ad aprile sono scese dell’1,8%, peggio delle previsioni. Sui listini pesa il dato in frenata sul mercato dell’auto Usa con le immatricolazioni di maggio che sono scese per Ford e General Motors rispettivamente del 5,9% e del 18%. Controcorrente nei dati di vendita invece Fca le cui immatricolazioni a maggio sono sostanzialmente stabili (+1%). Il titolo cede comunque il 2,96%.

Il petrolio Wti cede lo 0,49% a 48,86 dollari al barile alla vigilia della riunione dell’Opec di domani. Il cambio euro dollaro sale dello 0,34% a 1,11669. Sale lo yen sul dollaro dopo che il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha annunciato un secondo rinvio dell’aumento dell’Iva. Gli occhi dei mercati sono anche alla riunione della Bce sempre di domani.

In positivo sul Ftse Mib si mettono in evidenza Finecobank +0,53%, Telecom italia +0,47%, A2a +0,47%, Campari +0,40%, Unipol +0,36%.

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