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Banche e Borse si appellano a Draghi per uscire dalla bufera

Dopo il nuovo tracollo di ieri dei mercati azionari e dei titoli bancari, grande attesa per l’intervento di oggi del presidente della Bce in Portogallo, ma Yellen e Carney danno forfait – Renzi promette sostegno alle banche – La sterlina è scesa ai minimi dal 1985 – Sotto tiro anche il petrolio

Banche e Borse si appellano a Draghi per uscire dalla bufera

Non cala l’intensità della tempesta sui mercati finanziari. Le perdite sui mercati azionari da venerdì scorso sono salite oltre i 3 mila miliardi di dollari. Crolla ancora la sterlina dopo il taglio del rating da parte di Standard & Poor’s (AA da AAA, outlook negativo). Le vendite hanno investito i mercati europei, l’Italia in particolare, nel timore che le forze centrifughe scatenate dalla Brexit possano mettere a rischio l’euro e l’esistenza stessa dell’Unione. Di qui il tracollo dei titoli bancari. Un quadro nero, insomma, che richiede una robusta azione delle autorità, a partire delle banche centrali.

Sarà fondamentale, al proposito, il discorso che Mario Draghi terrà stamane a Sintra, Portogallo, in un evento organizzato dalla Bce che avrebbe dovuto ospitare anche Mark Carney, numero uno della Bank of England, e Janet Yellen, presidente della Fed. Ma i due banchieri hanno dato forfait. E non è stato un bel segnale. Stamane David Cameron cercherà di spiegare ai partner europei l’intenzione di procedere all’uscita della Gran Bretagna dalla Ue “con uno spirito costruttivo”. Courage, monsieur Cameron, si è limitato a commentare il Financial Times

STAMANE RIMBALZA LA STERLINA. PIAZZA AFFARI E’ LA PEGGIORE

In questa cornice è continuato indisturbato il tiro al bersaglio della speculazione. Ha chiuso in profondo rosso Wall Street: l’indice Dow Jones è arretrato dell’1,5%, lo S&P 500 circa dell’1,7% (sotto quota 2 mila) e il Nasdaq del 2,4%. Solo utilities e telecom chiudono la giornata con modesti guadagni. Merrill Lynch hanno deciso di tagliare le stime di crescita del Pil Usa di 0,2 punti percentuali mentre si allontana l’ipotesi di un rialzo dei tassi nel 2016.

Più moderata, come venerdì, la reazione dei mercati asiatici: Tokyo +0,4%, Hong Kong e Sidney -0,8%. Stabile Shanghai. I futures segnalano una partenza in timido rialzo per i mercati europei. Ma nessuno si fa illusioni dopo il lunedì nero. Piazza Affari, per il secondo giorno di fila, è stata la borsa peggiore: -3,94%, a 15.104 punti, davanti a Parigi (-3,07%) e a Francoforte (-3,05%). Minori le perdite di Madrid, che festeggia la battuta d’arresto elettorale di Podemos (-1,62%).  

Meglio, solo all’apparenza, Londra (-2,58%), su cui pesa però il calo della sterlina che ha perso il 3,7% contro il dollaro a 1,316, minimo dal 1985. Stamane la valuta inglese sta recuperando posizioni (1,329 sul dollaro). Perde colpi sul dollaro anche l’euro (-0,7% a 1,103).

SOTTO TIRO ANCHE IL PETROLIO: SAIPEM -5,80%

Continua la corsa ai beni rifugio. L’oro, segna un rialzo dello 0,4% a 1.321 dollari l’oncia. Accelera intanto la discesa del rendimento del Bund tedesco: il decennale è sceso al nuovo minimo storico a -0,1%. Tiene, grazie allo scudo della Bce, il mercato del debito: il rendimento del Btp 10 si attesta all’1,50%. Il Tesoro ha annunciato che giovedì andranno all’asta Btp a 5 e 10 anni per un importo tra 5,25 e 6,75 miliardi.

Lo spettro della recessione pesa invece sulle sorti del petrolio di nuovo in discesa: Brent a 47,1 dollari al barile (-2,7%), Wti a 46,3 dollari (-2,7%). Sotto pressione i titoli oil&gas. A Piazza Affari Saipem ha perduto il 5,80%, Saras -5,57%. In ribasso anche Tenaris (-2,81%): Goldman Sachs ha rivisto al rialzo il target price, confermando il giudizio Buy. Invariata Eni.

BANCHE IN PICCHIATA: BARCLAYS -17%, CITIGROUP -5% DA VENERDÌ

Al centro dello tsunami finanziario è il comparto bancario, investito dalla tempesta perfetta: rischio recessione, caduta dei tassi di interesse, la prospettiva del trasloco dalla City per non perdere il passaporto finanziario, allarme sulle sofferenze in Italia. Il risultato è un drammatico bollettino delle perdite.

Sono precipitati gli istituti inglesi: Barclays -17%, Royal Bank of Scotland -15%. Non è andata molto meglio nel resto d’Europa: Deutsche Bank -6,1%, Bnp Paribas -6,3%, L’indice europeo ha chiuso con un ribasso del 7,7%.

 Male anche le banche Usa. Merrill Lynch chiude con un ribasso del 6,3%, JP Morgan -3,3%. Riduce le perdite nel finale Goldman Sachs (-1,6%), dopo aver toccato nel corso della seduta il minimo degli ultimi tre anni. La società genera una parte rilevante dei suoi introiti dal trading delle obbligazioni. Tracolla Citigroup -4,52%: venerdì aveva chiuso con una flessione del 10%.

ISTITUTI ITALIANI NELLA BUFERA: -9% L’INDICE DI SETTORE

Ancor più devastante l’impatto sulle banche italiane (-9% l’indice di settore). Le vendite si sono accanite sui Big, bersaglio preferito dalla speculazione internazionale. Unicredit ha perso l’8%, scivolando a 1,908 euro, sotto quota 2 euro. In mattinata ha segnato il nuovo minimo storico a 1,892 euro mentre fioccavano le revisioni al ribasso dei broker: JP Morgan ha ribadito la raccomandazione Underweight e ha tagliato il target price a 2,1 euro da 2,8 euro; Barclays ha confermato il giudizio Underweight e ha abbassato il prezzo obiettivo a 2,5 euro da 2,7 euro.

Fa ancor peggio Intesa (-10,9%) che ha chiuso ai minimi degli ultimi tre anni nonostante un’accorata intervista dell’ad Carlo Messina. Citigroup ha tagliato la raccomandazione a Neutral da Buy. Non si esaurisce qui l’elenco delle perdite: Monte Paschi -13%, Banca Popolare di Milano -7%, Banco Popolare -6%. In calo anche Ubi (-6%): nel giorno della presentazione del nuovo piano industriale, Barclays abbassa la raccomandazione a Equalweight dal precedente Overweight. Il target price è 3,54 euro. Si è salvata dalla mattanza solo Bper (-1%) grazie alla notizia che la Bce ha autorizzato l’utilizzo dei modelli interni nella misurazione dei requisiti patrimoniali sui crediti al rischio. Un via libera che dovrebbe portare “significativi benefici”.

RENZI PROMETTE: CORREREMO AI RIPARI

Di fronte alla frana il governo cerca di correre ai ripari. “L’Italia – ha detto ieri il premier Matteo Renzi – è pronta a sostenere il proprio sistema bancario colpito dalle turbolenze dei mercati post Brexit nel rispetto delle normative europee che però sono più complesse che in passato”. L’Italia in particolare ha allo studio garanzie sui bond bancari per 40 miliardi e punta a un intervento Ue. Secondo il portavoce del Tesoro, si stanno valutando possibili opzioni per proteggere le sue banche ma ancora non è stata presa nessuna decisione.

CALI A DOPPIA CIFRA ANCHE PER POLIZZE E GESTITO

La tempesta non ha risparmiato il resto del listino. Pesanti le perdite del comparto assicurativo: Generali è arretrata dell’8% sotto i 10 euro. Bank of America Merrill Lynch ha rivisto al ribasso il giudizio a Neutral da Buy. Unipol -10%. Non è andata meglio al settore del risparmio gestito. Perdite a doppia cifra per Azimut (-11,84%) e Anima (-10,82%). Banca Generali -9,36%, Fineco Bank -8,03%.

VOLKSWAGEN FA PACE IN USA. FCA NEL MIRINO DI EXANE

È arrivata in serata la notizia della grande pace tra Volkswagen (-7,1%) e le autorità Usa: la casa di Wolfsburg ha concordato indennizzi per 15 miliardi di dollari, la più gigantesca class action della storia, che ha coinvolto, oltre alle autorità federali, 475 mila clienti Usa del gruppo. Difficile che la notizia rassereni il settore, tra i più colpiti dall’effetto Brexit.

Ne ha fatto le spese anche Fiat Chrysler (-6,22% sotto il tiro degli analisti). In particolare, Exane ha abbassato il target price su Fca del 6% da 5,4 a 5,1 euro e su Ferrari del 3% da 36 a 35 euro, con i rating che su entrambi si mantengono underperform. Il downgrade è arrivato anche da Goldman Sachs: la Banca d’affari ha tolto il titolo Fca dalla propria Conviction List, mantenendo il rating buy, ma portando il prezzo obiettivo da 11,3 a 7,1 euro (-37%).

Tra gli industriali giù anche Prysmian (-5%) e Leonardo (-6,5%), nonostante la prospettiva di un nuovo contratto con la marina giapponese per la fornitura di oltre una dozzina di elicotteri AgustaWestland “AW101” dal valore di 1,2-1,5 miliardi di euro.

LUSSO NEL MIRINO: BENE SOLO RECORDATI, CAMPARI E TERNA

Nel resto del listino da segnalare la giornata difficile del lusso. Ancora in ribasso Ynap (-9,59%) una delle società più esposte al mercato inglese. Giù anche Luxottica (-2,36%) e Safilo (-5,86%): Banca Imi ha tagliato il target price da 10,3 a 9 euro. Oggi sono previsti i conti di Prada.

Pochi i titoli in terreno positivo: Rcs +4,99% sulla scia della nuova offerta della cordata Bonomi. Non si ferma Recordati (+0,94%), stabile Campari (+0,06%), tradizionale porto sicuro nelle fasi di turbolenza. Si difende bene Terna (+0,09%). Tra i più resistenti anche Snam (-0,3%). Equita Sim ha ribadito il target price a 5,2 euro in vista dell’aggiornamento del piano industriale fino al 2020.

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