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Bancari: Sabatini (Abi), sì al contratto ma non a tutti i costi

In un’intervista al Corriere della Sera il direttore generale di Abi precisa che “serve un contratto compatibile con il contesto”. Si dovrà tener conto di due cambiamenti epocali: la rivoluzione digitale e l’unione bancaria

Bancari: Sabatini (Abi), sì al contratto ma non a tutti i costi

“Il nostro obiettivo è arrivare al contratto nazionale ma non a tutti i costi”. Un messaggio chiaro quello che il direttore generale dell’Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, Giovanni Sabatini rivolge ai sindacati, in un’intervista al Corriere della Sera. Per Sabatini, la trattativa sul rinnovo del contratto dei bancari dovrà tener conto dei due cambiamenti epocali che stanno coinvolgendo il settore creditizio: la rivoluzione digitale e l’unione bancaria.

“Serve un contratto compatibile con il contesto”, dice Sabatini chiarendo che Abi è disposta anche a farlo in tempi brevi ma a patto che sia “compatibile con il nuovo modo di fare banca”. Sul tema delicato del rinnovo del contratto dei bancari, disdettato da Abi lo scorso 31 dicembre, il direttore generale Sabatini pone l’accento su due argomenti: gli aumenti e l’occupazione giovanile.

“Non possono essere previsti aumenti del costo del lavoro”, dice Sabatini sottolineando come le banche abbiano un “bisogno disperato di recuperare produttività”. Il tema dell’aumento del costo del lavoro, per Sabatini, è strettamente interconnesso con la questione dell’occupazione giovanile. “Per creare opportunità anche per i giovani – sostiene Sabatini – gli incrementi della retribuzione non possono essere un automatismo agganciato all’anzianità”. Per il direttore generale dell’associazione creditizia “serve un contratto che tuteli l’occupazione dei giovani ma offra flessibilità e non faccia aumentare il costo del lavoro”.

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