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Banca Carige, soci ai ferri corti: Mincione chiede la revoca Cda

Dopo le dimissioni dei due consiglieri e dell’ex presidente Tesauro, oggi si riunisce il board per fare il punto della situazione – Attraverso una lettera Raffaele Mincione chiede la convocazione di un’assemblea a settembre con all’ordine del giorno la revoca del vecchio cda e la nomina di un nuovo board – Titolo giù a Piazza Affari

Banca Carige, soci ai ferri corti: Mincione chiede la revoca Cda

Continuano i problemi di governance in casa Carige. Dopo le dimissioni dei tre consiglieri e le polemiche che hanno contraddistinto le ultime settimane, Raffaele Mincione, in possesso di una quota superiore al 5% del capitale della banca genovese attraverso la società Pop12 e Time & Life, ha chiesto la revoca del cda.

A comunicare la notizia è lo stesso finanziere che spiega di aver inviato una lettera al consiglio di amministrazione di Banca Carige “per chiedere la convocazione dell’assemblea per il prossimo mese di settembre, con ordine del giorno la revoca del cda della banca e la conseguente nomina di un nuovo cda“. La proposta è già oggetto d’esame da parte del board attualmente riunito per fare il punto della situazione e cercare di ripristinare l’operatività del comitato dopo il terremoto.

“Ho preso questa decisione – continua Mincione in una nota – come atto dovuto per tutelare il corretto proseguimento del piano di crescita e il futuro sviluppo di Banca Carige, con l’obiettivo di difenderne il valore. Ritengo, infatti, che la situazione a livello di governance sia repentinamente peggiorata e sia venuto a mancare il contesto favorevole affinché il management possa portare avanti le azioni già avviate e necessarie alla ristrutturazione della Banca, quelle stesse approvate e auspicate anche dalla Bce e dalla Banca d’Italia”.

Ricordiamo che nelle ultime due settimane hanno deciso di lasciare Francesca Balzani, il presidente Giuseppe Tesauro e Stefano Lunardi per divergenze con l’ad Paolo Fiorentino sulla governance e sulla gestione dell’istituto. A peggiorare ulteriormente il quadro c’è poi la querela per diffamazione che l’amministratore delegato Paolo Fiorentino sta preparando nei confronti dell’ex presidente Giuseppe Tesauro che, in più sedi, ha sollevato un problema morale legato a un’intercettazione fra Fiorentino e il costruttore Luca Parnasi.

Sul fronte nomine, ad oggi la carica di presidente è ricoperta ad interim da Vittorio Malacalza, vice presidente (come previsto dallo statuto) dell’istituto ligure e primo azionista con un quota poco sopra il 20 per cento. In base ai rumors di stampa sarà il consigliere Giuseppe Pericu a ricoprire il ruolo di presidente dopo le dimissioni di Tesauro e l’interim di Malacalza.

Nel frattempo il titolo recupera terreno a Piazza Affari dopo le perdite registrate in mattinata e alle 12.30 le azioni viaggiano in parità.

(Ultimo aggiornamento: ore 12.30).

 

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