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Autoscuola: dal 2020 la patente costa di più

Il decreto fiscale introduce l’Iva al 22% sulle lezioni di teoria e di pratica per prendere non solo la patente B, ma anche la C1 – L’Italia si adegua così a una sentenza della Corte di Giustizia europea

Autoscuola: dal 2020 la patente costa di più

Dal primo gennaio 2020 prendere la patente B o C1 costa di più. A salire è il prezzo dell’autoscuola per le lezioni di teoria e di pratica, su cui viene imposta l’Iva con aliquota ordinaria al 22%. Fino all’anno scorso non si pagava.

La novità è stata introdotta con il decreto fiscale collegato alla manovra, che adegua la normativa italiana a quanto prescritto dalla Corte di Giustizia europea con la sentenza C-449/17.

COS’HA STABILITO LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA?

Il caso è partito da un’autoscuola tedesca che pagava l’Iva sui corsi per le patenti B e C1, ma chiedeva di poterla azzerare. Il motivo? Semplice: l’azienda faceva riferimento alla direttiva Ue 2006/112, che prevede l’esenzione dall’imposta sul valore aggiunto per attività “di interesse pubblico” come l’insegnamento scolastico o universitario. I giudici europei hanno però chiarito che le lezioni impartite in autoscuola non rientrano in questa categoria e perciò devono essere soggette a Iva.

COSA C’È SCRITTO NEL DECRETO FISCALE?

Nel decreto fiscale si legge quindi che le attività didattiche esenti da Iva “non comprendono l’insegnamento della guida automobilistica ai fini dell’ottenimento delle patenti di guida per i veicoli delle categorie B e C1”. Ma quali sono questi veicoli?

COSA SI PUÒ GUIDARE CON LA PATENTE B?

La patente B è la più comune, quella che permette di guidare le normali automobili. Sul sito del ministero dei Trasporti si parla di “quadricicli non leggeri con massa a vuoto non superiore ai 400 kg e una potenza massima non superiore ai 15 kW”.  

COSA SI PUÒ GUIDARE CON LA PATENTE C1?

Molto più rara (e costosa) la C1. Ecco cosa si può guidare con questa patente, sempre in base alle indicazioni del Mit:

  • “autoveicoli, diversi da quelli delle categorie D1 e D, aventi massa massima autorizzata superiore a 3,500 kg ma non superiore a 7,500 kg, destinati al trasporto di non più di 8 persone oltre al conducente; (ad esempio autocaravan con massa superiore a 3,500 kg);
  • autoveicoli di cui sopra trainanti un rimorchio di massa massima autorizzata non superiore a 750 kg”.

DI QUANTO AUMENTA IL COSTO DELL’AUTOSCUOLA?

Facciamo un esempio. A Roma una lezione pratica per la patente B costa in media 20 euro per 45 minuti. Il codice della strada (che rimanda a questo decreto ministeriale) impone di esercitarsi alla guida per almeno sei ore con un istruttore di autoscuola. Nella Capitale servono quindi otto lezioni, per un costo totale di 160 euro.

Se però aggiungiamo l’Iva al 22%, il prezzo per ogni lezione arriva a 24,4 euro, che verosimilmente molte autoscuole arrotonderanno a 25. Il conto finale sale così a 200 euro.

IL PARADOSSO DELLE PATENTI ESCLUSE

Il paradosso dietro a tutto questo è che – siccome la legge non ne parla – le lezioni per conseguire patenti diversa dalla B e dalla C1 (qui l’elenco completo) continuano a essere esenti da Iva. Morale della favola: chi deve imparare a guidare una moto o uno scooter può stare tranquillo. Almeno per il momento.  

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