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Austria, cade il segreto bancario per le imprese

Non servirà più l’intervento della magistratura: basterà la semplice iniziativa dell’ufficio delle imposte per far passare al setaccio i conti correnti sospetti o in odore di evasione.

Austria, cade il segreto bancario per le imprese

Tempi duri per il segreto bancario in Austria ma buone notizie per i dipendenti. La coalizione di governo austriaca, composta da popolari e socialdemocratici, ha trovato l’intesa dopo trattative serrate per la legge Finanziaria 2016, che prevede sgravi di 5 miliardi di euro ai dipendenti per rilanciare i consumi, introducendo però misure utili a recuperare imponibile da altri settori.

Come? Per recuperare imponibile nascosto ai “segugi” del fisco sono stati approvati l’abolizione del segreto bancario per le imprese e l’introduzione del registratore di cassa a tutti gli esercenti. Il segreto bancario in Austria, in realtà, non esisteva già più in caso di accertamenti operati della magistratura, ma ora basterà la semplice iniziativa dell’ufficio delle imposte per far passare al setaccio i conti correnti sospetti o in odore di evasione. Insomma tempi duri per gli evasori che si rifugiavano dietro la cortina dell’ex impenetrabile segreto bancario austriaco.

Sono così finiti i tempi del segreto bancario inaccessibile e inespugnabile anche in Austria, un paese alpino che è sempre più in difficoltà a tenere il passo della competitività globale. Non solo. Vienna ha deciso di introdurre a tappeto i registratori di cassa per cercare di eliminare le sacche di evasione ancora esistenti tra i commercianti. Esattamente l’opposto di quanto sta per decidere l’Italia che invece vorrebbe mettere in soffitta i registratori di cassa e puntare tutto sulla fatturazione elettronica e i controlli incrociati.

Il governo austriaco composto da Spoe (socialdemocratici) e Oevp (popolari) ha deciso in un Consiglio dei ministri molto denso, di introdurre una maggiore progressività fiscale: in sostanza la misura più importante dopo la riduzione del segreto bancario per le imprese è il taglio dal 36,5% al 25% dell’aliquota d’imposta sugli imponibili per il primo scaglione, quello tra 10mila e 25mila euro.

Ai contribuenti austriaci, ricordando che sotto i 10mila euro si è esenti fiscalmente, rimarranno in tasca mediamente mille euro all’anno in più, una specie di provvedimento fotocopia dei nostri 80 euro mensili decisi dal governo Renzi con la speranza di rilanciare i consumi e l’economia. Riuscirà Vienna in questo difficile gioco di rilancio dei consumi senza deprimere l’economia? Una scommessa che molti analisti giudicano dagli esiti molto incerti.

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