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Aumento Rcs, oggi “pattisti” a confronto. E Rotelli fa… l’Amleto

Giornata di fuoco per il gruppo editoriale: oggi gli aderenti al patto che controlla il 58,1% del capitale dovranno pronunciarsi se intendono o meno partecipare all’aumento – Si discute anche dell’eventuale ingresso di nuovi soci nel patto, come Andrea Bonomi – Mistero Rotelli: l’azionista di maggioranza non ha ancora deciso se partecipare.

Aumento Rcs, oggi “pattisti” a confronto. E Rotelli fa… l’Amleto

AUMENTO RCS: IO PARTECIPO. E TU? PERCHE’ NO? OGGI PATTISTI A CONFRONTO. E ROTELLI FA L’AMLETO

“Tu partecipi? Io sì, tu no, perché no?” I pattisti di Rcs saranno tentati, nella riunione odierna, di far ricorso al tormento dell’indimenticabile Enzo Iannacci per sdrammatizzare un tormentone assai meno divertente ma che incombe da tempo immemorabile sui portafogli di quel che resta del salotto buono di Rcs: l’aumento di capitale per il gruppo editoriale, i cui guai, aggravati dalla crisi dell’editoria, si trascinano dai tempi della disastrosa campagna di Spagna.

Oggi, infatti, gli aderenti al patto che controlla il 58,138% del capitale, dovranno pronunciarsi sulle proprie intenzioni. Ovvero: 1) far sapere, innanzitutto, se si intende o meno partecipare all’aumento; 2) dichiarare se si intende o meno esercitare la facoltà di sottoscrivere i diritti inoptati dai partecipanti al patto come prevede l’accordo; 3) discutere l’eventuale allargamento del patto a nuovi soci. Tra questi spicca Andrea Bonomi, presidente di Investindustrial e del consiglio di sorveglianza di Bpm, sempre più vicino a Mediobanca.

A render meno drammatica la riunione ha senz’altro contribuito l’esito della riunione di venerì tra le banche esposte nei confronti del gruppo. Le banche, che hanno rifiutato di creare un consorzio di garanzia “classico” (cioè impegnato a garantire il buon esito dell’operazione), si sono rese disponibili a garantire il buon esito dell’operazione in proporione alla propria esposizione debitoria Guida la fila dei creditori Banca Intesa (300 milioni circa, azionista al 4,297%), seguita a Unicredit. Mediobanca (azionista al 13,699%) è esposta per una cinquantina di milioni.  Grazie a questa ciambella di salvataggio, il cda ha potuto convocare per l’ultima settimana di maggio, l’assemblea che approverà il bilancio e darà il via all’aumento, sospirato e necesario.    

Per evitare il fallimento, infatti,  occorre iniettare capitali nelle casse di via Solferino. Per questo, dopo monte esitazioni, il cda del 26 marzo scorso ha dato il via libera ad un’operazione “light”: 400 milioni entro luglio ed altri 200 nel 2015. Il minimo indispensabile per salvaguardare la continuità aziendale ed avere accesso  a nuove linee di credito dalle banche (Intesa Sanpaolo, Ubi, Unicredit, Bpm, Bnl) per  un finanziamento a medio termine per un importo complessivo di 575 milioni di euro che  contribuirà alla ristrutturazione degli 800 milioni di debito che la società ha verso le banche, mentre i 225 milioni mancanti verranno rimborsati con la maggior parte dei proventi dell’aumento di capitale.

E’ il compromesso raggiunto dopo un lungo confronto tra Fiat, Mediobanca, Intesa, i Pesenti e Pirelli da una parte e le  banche creditrici, Unicredit in prima fila, che per rinegoziare i debiti chiedevano un aumento di capitale più consistente o interessi più salati. Attualmente Rcs paga sul debito un interesse molto basso, pari al 2%: è molto improbabile che i prossimi contratti di finanziamento mantengano un tasso così agevolato.

Ma i problemi non sono finiti qui. Complice la difficile congiuntura, che rende il denaro merce sempre più rara, non sono pochi gli azionisti che nutrono serie perplessità sulla partecipazione all’aumento: da una parte perché Rcs Mediagroup avrebbe bisogno di ben altre munizioni per tentare un vero turnaround finanziario ed industriale e non limitarsi a galleggiare sotto la pressione dei debiti; dall’altra perché gli investitori che non possono sperare  né in dividendi né in capital gains , né, come è giusto, sperare di aver voce in capitolo sulla gestione.

Di qui la lista dei soci “freddi” sia dentro che fuori il patto. Edizione Holding ha già fatto sapere che non intende partecipare all’operazione. Lo stesso Giuseppe Rotelli, azionista di maggioranza relativa che pochi mesi fa ha “soffiato” la quota della famiglia Toti a Diego Della Valle, non ha  ancora deciso se partecipare all’aumento di capitale.  Tra i soci del patto è “freddo” il gruppo Merloni, disponibile a termine l’Unipol che ha ereditato la quota Fondiaria. Altri stanno alla finestra. Finora, del resto,  l’andamento del titolo è stato condizionato dal limitato flottante e dalle frequenti indiscrezioni su possibili novità all’interno della cerchia dei maggiori azionisti, legati da un patto di sindacato che scadrà nel febbraio 2014. Oggi, con la prospettiva di allargare i cordoni della borsa a luglio, le cose potrebbero cambiare.

Insomma,  è ancora nebbia fitta sull’aumento in attesa che venga resa nota la pardita esatta dell’esercizio 2012, che ha registrato conti in peggioramento rispetto alle prime stime:  ricavi a livello consolidato in calo a 1,598 miliardi, rispetto al miliardo e 860 milioni del 2011. Il margine operativo lordo prima degli oneri e proventi non ricorrenti cala a 61 milioni dai 163 del 2011. Il margine operativo lordo dopo gli oneri e i proventi non ricorrenti cala a 1,3 milioni, da 142 milioni. Ridotte anche le previsioni dei ricavi stimati per il 2015:  1.500 milioni, allo stesso  livello di quelli del 2012.

Il piano industriale elaborato dall’ad Pietro Scott Jovane prevede, al proposito, la crescita delle attività digitali che passeranno dal 14% del fatturato nel 2012 al 25% nel 2015 e il contestuale calo dei costi (100 milioni in meno).

L’Ebitda crescerà dal 4% dei ricavi del 2012 al 10% del 2015, e cioè a 160 milioni di euro. Mentre gli investimenti previsti per il periodo ammontano a 300 milioni di euro, comprese le spese straordinarie come gli oneri per ristrutturazione.  Una spesa da finanziare con l’aumento i capitale e  le cessioni immobiiari, anche queste tutt’altro che facili.

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