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Assonime, imprese: la nuova e complessa sfida del reporting di sostenibilità che interessa 4 mila società

Dal prossimo anno, a seguito della nuova direttiva europea, le imprese dovranno rispettare i fattori ESG nelle relazioni sulla gestione accluse ai bilanci societari. 4.000 imprese interessate. I nuovi obblighi informativi

Assonime, imprese: la nuova e complessa sfida del reporting di sostenibilità che interessa 4 mila società

Le imprese italiane si trovano di fronte ad una nuova sfida, quella del reporting di sostenibilità.

A partire dal prossimo anno, le relazioni sulla gestione accluse ai bilanci societari dovranno rispettare i fattori ESG (ambiente, sociale e governance) seguendo le disposizioni contenute nella nuova direttiva europea sul corporate sustainability reporting (dir.2922/2464/UE). Questa scadenza si preannuncia particolarmente complessa ed onerosa per molte aziende, come evidenziato da Assonime, l’associazione per le società per azioni italiane, che ha promosso un Forum a Roma alla presenza di numerose authority e rappresentanze imprenditoriali interessate.

4.000 imprese interessate

I nuovi obblighi di reportistica riguarderanno oltre 4.000 tra società quotate e altre imprese della penisola (40mila in Europa) con un costo per il sistema economico stimato in almeno 800 milioni di euro nel primo anno di applicazione e di circa 500 milioni l’anno a regime. Fino ad ora, solo 192 imprese redigevano annualmente la Dichiarazione sulle informazioni Non Finanziarie (DNF) introdotta da una precedente direttiva comunitaria (dir.2014/95/UE).

I nuovi obblighi di divulgazione

Nella nuova normativa è previsto anche un ampliamento del set informativo sottoposto agli obblighi di divulgazione. I punti principali che saranno oggetto di comunicazione sono:

  • il business model e la strategia aziendale (incluse le informazioni sul piano climatico),
  • gli obiettivi di sostenibilità,
  • il ruolo degli organi di amministrazione, gestione e sorveglianza in relazione ai fattori di sostenibilità,
  • le policy relative ai fattori di sostenibilità,
  • i piani di incentivi legati ai fattori di sostenibilità,
  • le procedure di due diligence relative ai fattori di sostenibilità,
  • i principali impatti avversi connessi con la catena del valore dell’impresa,
  • i principali rischi collegati ai fattori di sostenibilità
  • gli indicatori di prestazione

Le informazioni dovranno, inoltre, gli standard messi a punto dall’Efrag, l’organismo di standard setting europeo. I primi 12 principi trasversali sono già redatti e in corso di definitiva approvazione da parte della Commissione Europea, mentre nei prossimi tre anni se ne aggiungeranno altri 30-35 di carattere settoriale o riguardanti le PMI.

“Con questo Forum avviamo un primo confronto operativo fra mondo delle imprese e istituzioni per una equilibrata trasposizione nell’ordinamento italiano della nuova direttiva sul reporting di sostenibilità. È un passaggio delicato e importantissimo per dare visibilità alle strategie aziendali a favore della sostenibilità e rendere altresì sostenibili i costi di compliance sulle imprese” ha dichiarato il Direttore Generale di Assonime, Stefano Firpo.

Al dibattito hanno preso parte i Direttori di Assonime Margherita Bianchini e Marcello Bianchi, che hanno presentato le principali novità della direttiva sull’informativa di sostenibilità e il ruolo dell’Efrag, Chiara Del Prete (Chair Teg SRB Efrag), Piermario Barzaghi (Teg SRB Efrag), Fulvio Rossi (Assonime Sustainability expert), Gianluca Manca (European Banking Federation, Commissione Efrag su pmi), Giulia Genuardi (ENEL), Leonardo Benvenuto (Assonime), Alessandra Cerruti (Assirevi), Elena Flor (Intesa Sanpaolo), Selina Xerra (Iren), Guglielmina Onofri (Consob), Luca Ferrais (MEF), Massimo Tezzon (OIC).

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