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Assonime: avanti con i tagli alle partecipate pubbliche

Il Testo Unico sulle partecipate resta pienamente valido ed efficace nonostante la Corte costituzionale abbia dichiarato illegittime alcune disposizioni della legge n.124 del 2015, meglio nota come “legge Madia”. È quanto emerso al Convegno promosso da Assonime e LUISS su “Il Testo Unico sulle società a partecipazione pubblica” che si è svolto oggi a Roma presso la sede dell’università capitolina.

Assonime: avanti con i tagli alle partecipate pubbliche

Il Testo Unico sulle partecipate resta pienamente valido ed efficace nonostante la Corte costituzionale abbia dichiarato illegittime alcune disposizioni della legge n.124 del 2015, meglio nota come “legge Madia”. È quanto emerso al Convegno promosso da Assonime e LUISS su “Il Testo Unico sulle società a partecipazione pubblica” che si è svolto oggi a Roma presso la sede dell’università capitolina.

La sentenza della Consulta – hanno osservato i giuristi intervenuti al dibattito – non blocca il processo di riforma del sistema delle partecipazioni pubbliche avviato con il Testo unico, entrato in vigore il 23 settembre scorso allo scopo di riordinare le circa 8000 società partecipate dalle pubbliche amministrazioni, gestite spesso in perdita, con deboli regole di corporate governance, sovrapposizioni di competenze e attività che talvolta esuberano i compiti degli enti locali che ne detengono la partecipazione o il controllo. 

Per correggere i dubbi di illegittimità sollevati dalla Corte costituzionale il Governo potrà procedere, come suggerito dal Consiglio di Stato nel parere del 17 gennaio scorso, con un decreto correttivo basato su una un’intesa contratta in sede di Conferenza Stato-Regioni o di Conferenza unificata per gli aspetti che, in base all’articolo 117 della Costituzione, non coinvolgono solo la competenza legislativa dello Stato. Peraltro, molte delle disposizioni contenute nel Testo unico – è stato sottolineato nel corso del convegno – rientrano, sulla base della precedente giurisprudenza costituzionale, nella competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela della concorrenza e ordinamento civile e quindi non dovrebbero essere rimesse in discussione. 

Dal punto di vista sostanziale la disciplina continua quindi a produrre i suoi effetti e la prima scadenza operativa è fissata per il 23 marzo prossimo, data entro la quale le pubbliche amministrazioni dovranno effettuare un’analisi dell’assetto complessivo delle partecipazioni detenute, dirette o indirette, predisponendo un piano di razionalizzazione. Nei prossimi mesi si dovranno approfondire i problemi che derivano in caso di dismissione delle partecipazioni da parte delle amministrazioni, ad esempio per quanto riguarda il diritto di recesso e/o rimborso delle quote detenute dal socio pubblico. Nel Convegno è emerso che, oltre alla Corte dei conti, anche l’Autorità della concorrenza e del mercato potrà intervenire, in base ai poteri di cui all’articolo 21-bis della legge n. 287/1990, se le pubbliche amministrazioni non rispetteranno l’obbligo di revisione e razionalizzazione delle partecipate con conseguenze negative per la concorrenza. Presso il Mef, intanto, si sta allestendo la nuova struttura di vigilanza prevista dal Testo unico. 

Per quanto riguarda gli obblighi per le società, è stato ricordato che le società controllate non quotate devono dare attuazione alla riforma procedendo alla revisione dei propri statuti alle luce delle nuove disposizioni di legge e adeguando la governance. Tra le principali novità vi è la necessità di predisporre specifici programmi di valutazione del rischio di crisi aziendale per prevenire gli squilibri economici. Il principio dell’equilibrio di genere diventa una regola permanente per le società a controllo pubblico non quotate. Per identificare i casi in cui è consentito derogare alla regola dell’amministratore unico sancita dal Testo Unico è attesa l’adozione di un decreto  del Presidente del Consiglio dei Ministri. Per la definizione dei tetti ai compensi degli amministratori, dei dirigenti e dei dipendenti, entro il limite massimo di 240 000 euro, dovrà essere adottato un provvedimento del Mef. 

Sono intervenuti al Convegno: Bernardo Mattarella (Ordinario di diritto amministrativo LUISS), Ginevra Bruzzone (Vice direttore generale Assonime), Mario Libertini (Prof. Emerito “Sapienza” Università di Roma), Fabrizio Guerrera (Ordinario di diritto commerciale Università di Messina), Arturo Maresca (Ordinario di diritto del lavoro“Sapienza” Università di Roma), Harald Bonura (Avvocato), Roberto Garofoli (Capo Gabinetto MEF), Roberto Chieppa (Segretario generale AGCM), Cinzia Barisano (Magistrato Corte dei conti) e Marcello Clarich (Ordinario di diritto amministrativo LUISS). I lavori sono stati aperti da Roberto Pessi (Prorettore alla didattica LUISS) e da Maurizio Sella (Presidente Assonime) e coordinati da Luisa Torchia (Ordinario di diritto amministrativo Università Roma Tre).

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