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Assolombarda: Monza seconda provincia in Lombardia per investimento delle imprese in ricerca e sviluppo

Monza ha registrato una crescita del Pil del 7,3 nel 2021 e del 2,5% nel 2022 e le sue imprese sono seconde nella Regione per investimenti R&S: il 92% ha chiuso il bilancio 2021 in utile

Assolombarda: Monza seconda provincia in Lombardia per investimento delle imprese in ricerca e sviluppo

Secondo l’edizione 2022 di TOP500+, il progetto di ricerca e di analisi economico-finanziaria delle 800 maggiori imprese per fatturato, realizzato dal Centro Studi di Assolombarda, la provincia di Monza e della Brianza si conferma la seconda provincia (dopo Milano) in Lombardia per investimento delle imprese in ricerca e sviluppo con oltre 750 milioni di euro.

Il 2022 è stato un anno di crescita per le imprese con il 75% di queste che prevede di chiudere l’anno con un aumento del fatturato rispetto al 2021 (era il 66% nella survey dell’inverno scorso) e oltre un quarto prospetta un incremento annuo superiore al +20%. Il 15% delle aziende, invece, chiuderà il 2022 in linea con l’anno precedente e il 10% in diminuzione (-7% nel 2021). Sui margini, il 39% delle imprese brianzole si attende quest’anno un Ebit in crescita, il 34% stabile nonostante l’aumento dei costi degli input produttivi e il 28% in erosione. Il PIL dell’economia monzese, grazie ai rimbalzi del valore aggiunto del +7,3% nel 2021 e del +2,5%, nel 2022 recupererà il pesante -8,6% segnato nel 2020 durante la recessione pandemica.

Monza, inoltre, si posiziona seconda in regione, dopo Milano, per valore assoluto dei finanziamenti Horizon 2020 vinti, con 77 milioni di euro (il 7% del totale lombardo): il 97% dei beneficiari sono imprese (contro una media lombarda del 45%, dove al settore privato si accompagna il ruolo altrettanto rilevante delle università), il 2% enti non profit privati e il restante 1% centri di ricerca e istituti pubblici.

Le 800 maggiori imprese che rientrano nella classifica Top hanno ricavi riferiti al 2021 che vanno da un minimo di 10,2 milioni a un massimo di 4,7 miliardi di euro, totalizzando un fatturato complessivo che raggiunge i 60,3 miliardi. La classifica è ricca di record: ben il 92% delle imprese sono in utile nel 2021, il ROE mediano è eccezionale e pari al 12,4%. Più della metà del fatturato delle 800 imprese si concentra nei primi cinque centri ovvero Monza, Vimercate, Agrate Brianza, Cesano Maderno e Lissone.

Nel 2022 il manifatturiero brianzolo ha visto un primo trimestre ancora in sostenuta progressione e un secondo in aumento seppur con una intensità inferiore rispetto ai periodi precedenti. I livelli produttivi sono così risultati maggiori di quelli pre pandemia del +13,1%. Nei primi sei mesi dell’anno le imprese monzesi hanno registrato anche un nuovo massimo di export pari a 6,4 miliardi di euro, con un incremento trainato soprattutto dai metalli (+23,5% l’export tendenziale nel secondo trimestre 2022), dalla chimica (+18,8%), dalla farmaceutica (+18,5%), dai mobili e altro manifatturiero (+13,6%). In flessione la meccanica (-5,2%) e l’automotive (-3,7%), unico comparto ancora in divario rispetto al 2019.

Previsioni in peggioramento per il 2023

Dopo un 2022 positivo e di ritorno sopra ai livelli antecedenti la pandemia, le previsioni per il 2023 sono in peggioramento. A Monza e Brianza il PIL è stimato calare del -0,4% il prossimo anno, come risultato di una contrazione del valore aggiunto sia dell’industria (-1,2%) sia dei servizi (-0,5%) sia dell’agricoltura (-9,2%) a fronte di un aumento delle costruzioni (+4,2%). Le attese per il territorio sono più negative rispetto a quelle per la Lombardia, dove è prevista una crescita del +0,3%. L’economia brianzola risente maggiormente del rincaro degli input produttivi e del rallentamento internazionale. Risultano stazionarie invece le stime riferite all’occupazione provinciale.

Per il 2023 la quota di imprese di Monza e Brianza che prevede un incremento del fatturato scende al 47%, il 33% indica stabilità, suggerendo cautela e incertezza rispetto all’evoluzione del contesto locale e internazionale, il 20% invece prevede un fatturato in diminuzione.

Per il 90% circa delle imprese, le materie prime e l’energia restano i rischi più significativi. Rispetto al 2022, però, si intensifica la percezione del rischio per i prezzi energetici che per il 77% delle imprese è ‘alto’ nel 2023 rispetto al 61% nel 2022. Si allentano, invece, i rischi dovuti alle strozzature degli input produttivi: nel 2023 rischio ‘alto’ per il 53% delle imprese, il 61% nel 2022.

Cresce, inoltre, il timore per una domanda insufficiente, in coerenza con le stime di crescita globale ridimensionate. Per il 73% delle imprese è un rischio ‘medio-alto’, così come quello per i vincoli finanziari, indicato dal 56% delle aziende.

La Top10: Le migliori aziende in classifica

Il fatturato complessivo delle aziende presente in classifica raggiunge i 60,3 miliardi euro e il risultato di esercizio, in somma algebrica, ammonta a 2,8 miliardi di euro.

Nell’edizione 2022 le prime 10 aziende in classifica confermano il proprio posizionamento rispetto allo scorso anno, incrementando il fatturato. Nel dettaglio, aumentano a otto le realtà che registrano un fatturato superiore al miliardo di euro (due in più rispetto all’edizione precedente): nell’ordine, Esprinet S.p.A. (Vimercate), Mediamarket S.p.A. (Verano Brianza), BASF Italia S.p.A. (Cesano Maderno), STMicroelectronics S.r.l. (Agrate Brianza), Candy S.p.A (Monza), Decathlon Italia S.r.l. (Lissone), SOL S.p.A. (Monza), Prenatal Retail Group S.p.A. (Cogliate). Seguono, con poco distacco, le altre due realtà che completano la top ten: Roche S.p.A. (Monza) e Gruppo Sapio S.p.A. (Monza).

È il comparto manifatturiero quello con il numero più alto di imprese innovative. In ambito tecnologico ben 7 sono legate all’ingegneria elettronica e al digitale (semiconduttori, computer technology, macchinari elettrici, apparecchi ed energia, processi base di comunicazione, tecnologie audio-visive, telecomunicazioni e comunicazioni digitali), 3 alla chimica (tecnologie micro-strutturali e nano-tecnologie, farmaceutica e ingegneria chimica), 3 agli strumenti di misurazione e di controllo, 1 ai macchinari e 1 ai beni di consumo.

Territorio di Monza e Brianza uno dei distretti manifatturieri più importanti d’Europa

“Il territorio di Monza e Brianza costituisce uno dei distretti manifatturieri più importanti d’Europa: un’area che insieme a Milano, Lodi e Pavia costituisce il traino dell’economia italiana. Qui operano moltissime eccellenze i cui punti di forza sono innovazione e “saper fare”. Queste realtà vanno sostenute dalle istituzioni attraverso la creazione delle migliori condizioni per aumentare competitività e attrattività. In questa direzione, oltre a concentrare gli sforzi nel breve termine per contrastare il caro energia, occorre sviluppare una vera politica che punti all’indipendenza energetica del Paese grazie all’uso, senza pregiudizi, del mix di fonti ritenute pulite dall’Unione Europea. Inoltre, è fondamentale intervenire sulle infrastrutture, realizzando una rete di trasporto pubblico capillare e strutturata, per ridurre il traffico e rendere più connesso il territorio: mi riferisco, ad esempio, al prolungamento della M5 fino a Monza e della M2 verso Vimercate” ha dichiarato Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda.

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