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Assifact: nuove proposte per il factoring al governo

Nel 2022 il factoring è cresciuto ancora. Assifact ha proposto al governo Meloni nuovee proposte per il PNRR

Assifact: nuove proposte per il factoring al governo

Assifact (Associazione Italiana per il Factoring), ente apolitico e senza fini di lucro, ha avanzato delle proposte al nuovo governo Meloni riguardante il Factoring volte principalmente contro l’emergenza-liquidità delle imprese, colpite dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.

Il settore del factoring, che nel 2021 ha chiuso l’anno con un volume di affari di 250 miliardi di euro, vorrebbe facilitare lo smobilizzo dei crediti commerciali riducendo finalmente la burocrazia, stabilendo regole chiare e certe e accelerando i tempi di risposta.

Le proposte di Assifact

Le principali proposte elaborate dall’associazione sono:

  • Aggiornare la normativa in materia di cessione del credito, con particolare riferimento a quella relativa alla cessione di crediti della Pubblica Amministrazione
  • Superare il privilegio della Pubblica Amministrazione di rifiuto della cessione dei crediti, circoscrivendolo a casistiche specifiche e oggettive. Per il debitore i cui crediti vengono ceduti dovrebbe essere indifferente il soggetto cui pagare la propria obbligazione
  • Permettere al creditore di accedere alle informazioni relative agli ordini di pagamento collegati alle singole fatture pagate; razionalizzare i portali utilizzati dalle diverse amministrazioni sul territorio nazionale; ridurre gli adempimenti richiesti agli enti prima di procedere al pagamento, rafforzare e semplificare la certificazione credito
  • Limitare o abolire, rendendolo inefficace, il ricorso alle clausole di incedibilità dei crediti commerciali, che impediscono alle imprese di smobilizzare i propri crediti in caso di temporanee o durature esigenze di liquidità
  • Eliminare il rischio di revocatoria per le cessioni contro corrispettivo in denaro, tenuto conto della neutralità della cessione del credito dal punto di vista economico e dall’assenza di reali pregiudizi per i creditori. (questa soluzione è infatti già stata prevista per le cartolarizzazioni e per la cessione di crediti certificati a mezzo piattaforma MEF)

Se il factoring cavalcasse l’onda tecnologica prevista dal PNRR favorirebbe ingenti risorse a favore delle imprese che rappresentano il tessuto vitale del Paese.

Il factoring può svolgere il ruolo di co-finanziatore del piano di ammodernamento della Pubblica Amministrazione e degli investimenti infrastrutturali e di sistema, ma anche quello di sostegno delle aziende e fornitori che erogheranno servizi e prodotti alla Pubblica Amministrazione.

“Grazie a questa evoluzione il settore può fornire un contributo importante per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR, con particolare riferimento alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Nello specifico, il factoring si propone come partner della trasformazione del sistema e della Pubblica Amministrazione nonché promotore del rilancio delle imprese, in particolare delle PMI, agendo come acceleratore della trasformazione con prodotti e servizi dedicati alle missioni del PNRR” ha affermato Alessandro Carretta, Segretario Generale di Assifact e professore di Economia degli intermediari finanziari all’Università di Roma Tor Vergata.

Factoring in crescita nel 2022

Il 2022 è stato un anno di grande crescita per factoring.

Alla fine di ottobre 2022 il volume d’affari è stato di quasi 229 miliardi di euro (+17% rispetto allo stesso periodo del 2021). Il turnover da operazioni di Supply Chain Finance ha superato la soglia di 22 miliardi di euro. Secondo le ultime stime associative, si prevede che il settore chiuderà il 2022 con una crescita intorno al 15%. Si prospetta uno sviluppo di segno positivo del volume d’affari (+4,08%) anche per il 2023.

Il settore di maggiore operatività continua ad essere quello manifatturiero dove le PMI rappresentano il 64% delle imprese cedenti. La qualità del portafoglio, secondo gli ultimi dati disponibili, si mantiene alta con un livello di sofferenze pari all’1,96%.

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