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Antitrust contro Facebook: aperta istruttoria in Italia

L’Antitrust vuole capire se, al momento della registrazione, agli utenti vengono fornite in modo corretto le informazioni necessarie per comprendere che i dati verranno ceduti a terzi e in quale modo.

Antitrust contro Facebook: aperta istruttoria in Italia

Facebook nel mirino anche in Italia. L’Antistrust ha aperto un’istrutturia sul colosso di Menlo Park dopo lo scandalo Cambridge Analytica sulla violazione della privacy e l’utilizzo improprio dei dati di 87 milioni di utenti in tutto il mondo. 

Il caso, coinvolge anche l’Italia, dato che in base alle informazioni fornite dal fondatore e ad di Facebook, Mark Zuckerberg, nel nostro Paese sarebbero state condivise in modo improprio le informazioni su 214mila utenti. Il contagio sarebbe stato innescato da 57 account che hanno scaricato e installato la famosa app progettata dal docente Kogan e poi finita nelle mani di Cambridge Analytica, permettendone poi la diffusione.

In virtù di queste informazioni, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha annunciato l’apertura di un’istrutturia su Facebook “per informazioni ingannevoli  su raccolta e uso dati”.

Secondo quanto affermato dal numero uno dell’Autorità, Giovanni Pitruzzella, “l’Antitrust ha aperto oggi un procedimento per pratiche commerciali scorrette, che riguarda il messaggio ingannevole che viene dato al consumatore. Quando ci iscriviamo a Facebook sulla home page troviamo un messaggio che dice che il servizio è gratuito e lo sarà sempre. Ma il consumatore non è messo in grado di sapere che al contrario cede dei dati, per i quali ci sarà un uso commerciale, come dimostrano anche le recenti vicende”.

“Si tratta – ha continuato il presidente – di problematiche nuove che involgono vari profili: c’è un profilo di tutela della privacy, per cui il regolatore di settore, l’Autorità per la privacy, nazionale e europea, sta intervenendo; c’è un profilo di nuove regole, occorrono regole adeguate ai tempi a cui sta pensando l’Autorità per le Comunicazioni, c’è poi un profilo di tutela del consumatore, noi siamo stati chiamati a intervenire dalle associazioni di tutela del consumatore, e riteniamo che i messaggi devono essere chiari, precisi, non ingannevoli, su cosa le piattaforme come Facebook fanno della nostra identità digitale”.

L’Antitrust vuole capire insomma se, al momento della registrazione, agli utenti vengono fornite in modo corretto le informazioni necessarie per comprendere che i dati verranno ceduti a terzi e in quale modo.

Ricordiamo inoltre che Mark Zuckerberg comparirà lunedì 9 aprile di fronte alla Commissione dell’Energia e del Commercio per chiarire quale sia stato il ruolo del social network nella vicenda. 

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