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Andrea Dato, uno tra i più forti giocatori italiani di poker, confessa: “Il gioco è la mia vita”

Le confessioni di Andrea Dato, prima ingegnere civile e adesso uno dei più forti giocatori italiani di poker online: “Sono più felice di quando facevo l’ingegnere: il poker online mi riempie la vita” – Positive le nuove regole del gioco introdotte dalla manovra economica – Boom di giocate e anche lo Stato fa festa

Andrea Dato, uno tra i più forti giocatori italiani di poker, confessa: “Il gioco è la mia vita”

La prima settimana di poker in modalità cash, introdotto di recente dalla manovra economica del Governo, è trascorsa tra l’esaltazione dei giocatori e gli allarmi degli psicologi e del Vaticano. Ma tra i due litiganti è il Governo che gode: secondo le prime stime nelle tasche dello Stato dovrebbero entrare 650 milioni di euro nel 2011. La raccolta del mercato del gioco online vedrà una crescita del 145%, passando dai 4,8 miliardi del 2010 a circa 11,8 miliardi nel 2011.

Ma non bisogna confondere la raccolta con i volumi di gioco. La prima non considera il rakeback, ovvero il fatto che per ogni 10 euro giocati, 2 vanno al banco e gli altri 8 tornano al tavolo. Dunque quest’anno gli italiani sborseranno effettivamente per il cash game circa 3,6 miliardi di euro. Dal momento che circa il 90% della raccolta è destinato alle tasche dei giocatori, e lo stato si prende il 20% delle vincite, solo il cash game frutterà all’Erario quasi 650 milioni di euro. Ricordiamo anche che lo Stato preleva il 3% sul poker e sugli skill games e le poker room hanno un rake medio tra il 5 e il 6,6% (nonostante il limite massimo imponibile sia del 10%).

Nel 2012 si stima una raccolta con i giochi online di 20,8 miliardi di euro e questo significa che ogni italiano spenderà 1,20 euro al giorno per giocare su internet. Ma Andrea Dato, uno dei migliori giocatori italiani di poker, sicuramente ne spenderà molti di più.

Da lunedì si può giocare a poker online in modalità cash. Alcuni hanno lamentato dei malfunzionamenti nelle piattaforme. Qual è stata la tua impressione?
Ieri ho giocato per la prima volta e… ho vinto (ride). Mi aspettavo di trovare un livello leggermente più basso, invece si respira un aria di professionalità. I volumi di gioco dei primi giorni sono ovviamente elevati visto che molti giocatori erano pronti ai nastri di partenza. La differenza tra i professionisti e gli amatori è marcata e generalmente il flusso di denaro va molto velocemente verso i giocatori più capaci. Nel complesso sono soddisfatto di come sono state implementate le piattaforme.

La soluzione adottata dall’Italia come si colloca rispetto alla situazione internazionale?
La Francia è l’unico Paese all’avanguardia che, con un anno di anticipo, ha fatto lo stesso percorso dell’Italia, ovvero ha regolarizzato le poker room .fr. L’Inghilterra è l’isola felice dove il gioco d’azzardo è permesso a 360 gradi. La Spagna sta ancora un po’ indietro, diciamo che per ora vige l’anarchia. Il problema dei Paesi del Nord è che hanno dei livelli di tassazione inavvicinabili, infatti molti giocatori cambiano la loro residenza per poter evitare imposte troppo elevate. La nuova normativa italiana è tra le più avanzate in termini di sicurezza, ogni giocatore deve dare il numero della propria carta d’identità, oltre al codice fiscale, e non è un caso che il nostro Paese sia preso come modello.

Eppure in molti non credono che ce ne sia da andarne fieri. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a grida di allarme per i giovani che potrebbero cadere nelle grinfie del gioco. Dobbiamo davvero preoccuparci?
Tantissimi nuovi giovani cominceranno a giocare ma io ritengo sia meglio che imparino da piccoli perchè sono costretti a iniziare dai livelli bassi. Spesso iniziano a giocare anche prima dei 18 anni, chiedendo un piccolo deposito da parte dei genitori. E’ un buon modo per iniziare a capire come funziona l’ambiente perdendo somme dopotutto limitate.

Credo che il pericolo maggiore riguardi i giocatori compulsivi, mi immagino un padre di famiglia che si brucia lo stipendio al tavolo verde. Ma sono convinto che quel signore, se non avesse avuto la possibilità di giocare al poker online si sarebbe comunque seduto davanti a un videopoker o avrebbe comprato dei gratta e vinci.
Non è negativo l’ingresso del cash game: è buono per lo Stato, per i professionisti e per quelli che vogliono intraprendere la carriera di giocatore. Per i gambler compulsivi, certamente è un ulteriore modo per perdere molti soldi. Ma che facciamo, non costruiamo i balconi perché poi c’è qualcuno che ci si butta? Se uno decide di lanciarsi, un ponte o una finestra li trova comunque.

Si può fare una stima di quanti sono questi giocatori inesperti e compulsivi?
I malati del gioco d’azzardo sono circa 700mila in Italia. Uno studio recente ha rivelato che su un campione di 100 giocatori ci sono 92 perdenti, 8 vincenti di cui meno di uno è in grado di sopravvivere solo attraverso il poker. Quindi stiamo parlando di una super nicchia. Ci sono 4 milioni di account unici registrati sulle .it; basta fare un semplice calcolo: i professionisti non sono più di mille, posso dire di conoscerli praticamente tutti.

Vivere con il poker, in molti storcerebbero il naso a sentirlo definire un lavoro.
Ma lo è a tutti gli effetti. Io gioco mediamente più di 40 ore a settimana e non faccio che stare davanti a un computer su una sedia, come il 60% dei lavoratori nei Paesi avanzati. E’ un lavoro che ha moltissimi aspetti in comune con gli analisti finanziari. Come i trader, il professionista analizza delle possibilità per trovare situazioni vantaggiose di cui approfittare. Poi si arricchisce quando gli altri perdono, si sta davanti a un computer e non si guarda in faccia a nessuno e alla fine vincono solo quelli più esperti e i più veloci degli altri. Devo ammettere che i lati negativi del mestiere non mancano. In primo luogo vivi con i soldi altrui, la povertà degli altri corrisponde alla tua ricchezza. Inoltre non contribuisci in alcun modo allo sviluppo della società. Però dal punto di vista individualistico le soddisfazioni sono grandi: non hai orari, non hai capi a cui dover rendere conto, fai un sacco di soldi e anche legalmente. Certo è vero, non sei utile alla comunità però è un lavoro che non fa male a nessuno. Mario Rossi che si siede al tavolo con me perchè vuole giocare, non l’ho minacciato con una pistola. Il suo libero arbitrio non è stato leso.

Alcune scelte però a volte non possono definirsi completamente razionali. Tu, per esempio, giochi con la testa o con la pancia?
Con la testa, sempre. Il mio lavoro è difficile, richiede una concentrazione enorme e può essere molto stressante. E per quanto non sembri, bisogna anche studiare.

Ammetto di soffrire di una malattia: sono dipendente dal gioco. Ma è una cosa che va al di là del poker e dei soldi. La mia vita ruota intorno al gioco e anche quando sto con i miei amici giochiamo a risiko piuttosto che al bowling, a qualsiasi gioco e ovviamente anche gratis.

Dunque sei un lavoratore come molti altri, paghi le tasse e non sei preoccupato di creare un benessere per la società.
Io sono felice così, più di quando facevo l’ingegnere civile. Dei soldi che vincerò sicuramente aiuterò la mia famiglia e, chissà, magari fonderò un’organizzazione di beneficenza; sicuramente non sono come i trader che accumulano ricchezze per il mero di gusto di farlo. In una bella giornata come oggi, mi sveglio, guardo fuori dalla finestra, mi godo un caffè con la brezza mattutina e so che tra mezz’ora inizierò a giocare. E’ la mia felicità.

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