Condividi

Ambiente: innalzamento mare e minacce per le città. Allo studio barriere di ostriche e intelligenza artificiale

Una conferenza internazionale a Venezia discute le soluzioni più avveniristiche contro l’innalzamento delle acque marine. Stime catastrofiche per i prossimi anni

Ambiente: innalzamento mare e minacce per le città. Allo studio barriere di ostriche e intelligenza artificiale

Ci sono buone pratiche nel mondo che possono aiutare le città di mare italiane a fronteggiare l’innalzamento del livello del mare. Venezia è sicuramente una di queste città che ha saputo «costruire con ingegno il proprio rapporto con il mare». La Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità – presieduta da Renato Brunetta – insieme a The European House Ambrosetti, Consorzio Venezia Nuova, Corila, Vela, ha organizzato una conferenza internazionale su come “Proteggere le città costiere dall’innalzamento del livello del mare”. Il tema è molto sentito in laguna e fino al 25 novembre ci saranno altri appuntamenti di confronto su tecniche e strumenti in grado di fermare il deterioramento di un prezioso habitat.

Clima e innalzamento del mare: i danni che può provocare

Perché il mare sale e mette a rischio la sopravvivenza di intere città? Perché gli oceani subiscono lo scioglimento dei ghiacciai con effetti globali e perché ci sono spostamenti all’insù – verticali – delle terre emerse, rispetto all’acqua. Il globo, è noto, è più acqua che terra e le temperature dei mari crescono per effetto dei cambiamenti climatici. Secondo l’Ipcc- l’Intergovernmental Panel on Climate Change – i danni provocati dall’innalzamento dei mari aumenteranno di 100 o 1000 volte entro il 2100, con un costo economico e sociale pari al 10% del Pil mondiale. Non è l’unico effetto di cui dobbiamo preoccuparci. Anche le coste si eroderanno con la stessa intensità se si resterà a studiare senza fare nulla. Le conferenze mondiali sul clima hanno deluso, ma le idee buone vengono avanti. L’Italia negli ultimi 50 anni ha perso dai 35 ai 40 milioni di metri quadri di coste, spiagge e arenili. Un danno naturalistico enorme che Legambiente ha stimato in 45 miliardi di euro, senza che nessun governo intervenisse in profondità, è il caso di dire. Del resto sappiamo tutti che in molte aree del Paese queste stime non fanno notizia e si continua a costruire case, alberghi, villaggi, pesantemente a rischio.

Le soluzioni allo studio e il caso di Venezia

Studiare l’Adriatico per capire cosa fare é stata la trama delle relazioni e delle idee esposte a Venezia. Il Mose dal punto di vista dell’ingegneria idraulica sta proteggendo la città dall’acqua alta. Tuttavia l’innalzamento può essere fermato anche con barriere green o soluzioni tecnologiche più avveniristiche. Il sindaco della città californiana di Sausalito Janelle Kellman ha parlato della sperimentazione di barriere di ostriche. Dall’Università americana di Beirut è arrivata la proposta dell’uso dell’Intelligenza artificiale. Soluzioni che hanno bisogno di essere testate a lungo, per non illudere nessuno e che l’ex Ministro Renato Brunetta, più di tutti, prenderà con sufficiente cautela se intende essere modello mondiale di sostenibilità. Nella conferenza oltre ai consueti appelli a ridurre i gas serra, a comportamenti meno invasivi per l’ambiente, Venezia con le sue buone pratiche vuole offrire al mondo un pezzo della soluzione, «perché questo possa essere messo a sistema con i contributi dell’ingegno di altre realtà urbane colpite dalle medesime sfide», ha detto Brunetta.

L’estremizzazione dei fenomeni climatici è all’ordine del giorno per cui bisogna concentrarsi anche su piani di rigenerazione urbana e costiera. Porto, Biarritz o la stessa Sausalito-San Francisco, sono «esempi di scale e contesti molto diversi, a dimostrazione della necessità di intervenire in tutte le città costiere», dice Francesco Musco, direttore di ricerca dell Università di Venezia. Il punto cruciale è che dopo le analisi e i confronti si passi alle soluzioni vere e soprattutto con investimenti.

Commenta