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Alitalia: maratona nella notte e pre-accordo su esuberi e stipendi

Dopo una lunga trattativa con la mediazione del governo, il ministro Calenda annuncia che “le parti hanno firmato un verbale di confronto”. Sarà sottoposto a referendum già nella prossima settimana. Gli esuberi scendono da 1338 a 980 e il taglio degli stipendi scende all’8%. Il verbale per la definitiva intesa sarà firmato dopo la consultazione dei dipendenti. “Se dovesse saltare, 1 miliardo di costi per lo Stato” afferma il ministro.

Alitalia: maratona nella notte e pre-accordo su esuberi e stipendi

(Aggiornato alle 9,00) Alitalia, arriva alle 3 del mattino, venerdì, il commento del ministro dello Sviluppo Carlo Calenda: «Le parti hanno firmato un verbale di confronto che riporta la struttura di un possibile accordo migliorativo (rispetto all’originale piano industriale, ndr)per il numero degli esuberi, per le esternalizzazioni, per i tagli alle retribuzioni». «I sindacati – ha aggiunto – si sono riservati di tenere un referendum già la prossima settimana». Tra le misure previste ci sono la riduzione degli esuberi tra il personale di terra a tempo indeterminato da 1.338 a 980 e la riduzione del taglio degli stipendi all’8%. Il verbale verrà firmato dopo il referendum tra i lavoratori.

Nel testo, descritto dall’Ansa, oltre alla riduzione degli esuberi e al minor taglio degli stipendi per il personale di volo, si mette in evidenza la necessità di accelerare la crescita dei ricavi, in particolare inserendo nuovi aerei per il lungo raggio.

Per quanto riguarda gli esuberi, la riduzione avviene attraverso: superamento del progetto di esternalizzazione nelle aree di manutenzione e altre aree; ricorso alla cigs entro maggio 2017 per due anni; l’attivazione di riqualificazione e formazione; misure di incentivazione all’esodo; miglioramento della produttività ed efficienza con rinvio in azienda entro maggio 2017 per la definizione.
Per quanto riguarda il personale navigante, poi, sono previsti: scatti di anzianità triennali con primo scatto nel 2020; tetto all’incremento retributivo in caso di promozione pari al 25%; per i neo assunti applicazione del contratto Cityliner; riduzione dei riposi annuali da 120 a 108; esodi incentivati dei piloti e assistenti di volo; prosecuzione della solidarietà fino al la scadenza prevista per legge, 24 settembre 2018.

Nel verbale, inoltre, si premette che: l’azienda attraversa una crisi economico-finanziaria, che un gruppo di azionisti e finanziatori propone una ripatrimonializzazione dell’azienda per circa 2 miliardi di cui 900 come nuova finanza, che il Cda ha approvato un piano che prevede crescita dei ricavi e una significativa riduzione dei costi di cui circa un terzo riferito al costo del lavoro, che l’immissione di risorse finanziarie è propedeutica al rilancio della società.

E’ la conclusione della maratona notturna durante la quale il presidente della compagnia, Luigi Gubitosi, ha guidato un confronto duro ma a quanto sembra risolutivo con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil affiancati dai sindacati autonomi. L’intesa rimane ora appesa al filo della consultazione dei dipendenti Alitalia prima di poter essere dichiarata definitivamente approvata. l piano industriale varato dai vertici di Alitalia (partecipata al 49% da Etihad) prevedeva pesanti sacrifici per i lavoratori: la mediazione del governo, nel tardo pomeriggio, arriva a limare gli esuberi, la cassa integrazione (cigs) per 24 mesi per circa 980 lavoratori (all’inizio erano più di duemila), oltre al mancato rinnovo dei contratti a termine per 558 addetti e l’uscita di altri 142 all’estero. La trattativa si incaglia sul costo del personale viaggiante. Il taglio medio dei salari proposto dall’azienda è del 14%, con oscillazioni del 22% per i piloti di lungo raggio, il 28% per quelli di medio fino al 31% per gli assistenti di volo. Ipotesi «inaccettabili» per i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Da qui si è dunque partiti, ora la soluzione potrebbe essere arrivata alla svolta finale.

“Siamo soddisfatti del lavoro ottenuto: gli esuberi sono calati molto, anche perché sono stati ottenuti anche maggiori investimenti nel piano industriale, con più aeromobili e la manutenzione rimasta dentro l’azienda, e crediamo di aver ridotto al minimo i tagli salariali”, commenta il ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Il ministro Calenda sottolinea a sua volta che “se l’operazione dovesse fallire tutti i costi finirebbero sullo Stato”, e si tratta di “più di un miliardo”. Per i sindacati, Camusso (Cgil) sottolinea che “il referendum sarà vincolante” e Furlan (Cisl) che “abbiamo portato a casa risultati importanti, questo era il limite massimo cui si poteva arrivare”. D’accordo Barbagallo (Uil).

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