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Alitalia, Fs: “Operazione definitivamente tramontata”

Fs si chiamano fuori e ripercorrono alla Camera tutte le tappe della vicenda. Atlantia invece accusa Delta e riallaccia con Lufthansa: potrebbe tornare in campo. Intanto in Alitalia debutta il nuovo dg Giancarlo Zeni: dovrà preparare un piano di salvataggio entro il 31 maggio

Alitalia, Fs: “Operazione definitivamente tramontata”

Torna scottante il dossier Alitalia. La compagnia aerea italiana, che continua a bruciare 300 milioni di euro l’anno (poco meno di un milione al giorno), da ieri non potrà più contare su Fs nella delicata operazione di salvataggio: l’Ad Gianfranco Battisti ha detto chiaro e tondo in audizione alla Camera che per la sua azienda “l’operazione è definitivamente tramontata”. Sarà dunque ancora più ardua la missione del nuovo direttore generale di Alitalia, Giancarlo Zeni (ex Blue Panorama), in carica da oggi 8 gennaio e che entro il 31 maggio deve rimettere a posto – per quanto possibile – i conti e preparare un piano industriale per il rilancio della compagnia.

Nel frattempo però, le carte in tavola si stanno rovesciando: oltre al dietrofront, a quanto pare definitivo, di Ferrovie dello Stato, continua ad essere fredda la candidatura di Lufthansa (martedì 7 gennaio l’emissario della compagnia tedesca è intervenuto in Parlamento, insistendo sulla necessità di una ristrutturazione), mentre Atlantia dopo aver preso le distanze dall’approccio proposto da Delta, sta ora sollecitando la ripresa dei contatti con la compagnia tedesca, nonostante quest’ultima il 19 novembre scorso avesse escluso l’interesse verso un investimento immediato nella compagnia italiana, confermando il proprio interesse solo ad una partnership commerciale.

“Atlantia è riuscita a raggiungere una visione condivisa con Lufthansa sulle principali ipotesi di flotta e di piano industriale, sugli assetti di governance e sulla gestione commerciale del periodo transitorio”, spiega un documento inviato dal gruppo dei Benetton durante l’audizione alla Camera. La cordata Atlantia-Fs-Delta è invece saltata, secondo Battisti, soprattutto perché “era emerso in maniera chiara come l’approccio di Atlantia al dossier era comunque condizionato alla soluzione di altre vicende che riguardavano il loro gruppo”. E appunto Atlantia aveva manifestato un “non allineamento alla cordata e anzi una richiesta di valutare la ripresa di eventuali contatti con Lufthansa, nonostante la compagnia tedesca non avesse mai espresso formalmente un proprio interesse a entrare nell’equity di Alitalia”.

Battisti ha espresso scetticismo anche sull’ipotesi un eventuale nuovo accordo con la compagnia Delta: “Riprendere il contatto con Delta? Non sta a noi, è una procedura chiusa, non sta a noi dirlo. Chi sta gestendo valuterà a meno l’opportunità di riprendere i contatti con Delta”. Su Delta il giudizio di Atlantia è che ”  “il piano è emerso sin da subito come non sostenibile sotto vari aspetti, mantenendo un cospicuo numero di rotte strutturalmente in perdita, non dando pieno respiro al potenziale del mercato Nord America (area elettiva di sinergia con Delta)”. Il gruppo dei Benetton, a differenza di Fs, non avrebbe però chiuso definitivamente la questione: “Nella memoria che ci ha inviato, Atlantia dice che è uscita per motivi di carattere industriale e che è sempre pronta a intervenire”, ha precisato il deputato della Lega Edoardo Rixi nel corso dell’audizione, leggendo il documento inviato dai Benetton. “Non ci siamo sfilati”, conferma il gruppo.

In Parlamento infine è intervenuto anche Giuseppe Leogrande, commissario straordinario di Alitalia: “Dobbiamo attendere il piano industriale nelle prossime settimane e il bilancio finale dei commissari per potere proiettare i numeri del piano”. Per questo sarà decisiva l’azione del nuovo dg Zeni, la cui nomina è stata accolta con entusiasmo dal sindacato dei piloti: “Finalmente alla guida di Alitalia un manager competente e conoscitore del business del trasporto aereo. Ora si proceda alla ristrutturazione e al rilancio”.

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