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Alfano indagato per abuso d’ufficio

L’inchiesta riguarda il trasferimento da Enna del prefetto Fernando Guida, che aveva avviato le procedure sfociate nel commissariamento della fondazione Kore, a cui fa capo l’omonima università – Indagati anche il viceministro Bubbico e l’ex senatore Pd Vladimiro Crisafulli – Alfano: “Caso superato e smentito dai fatti. Decisione condivisa con l’interessato”

Alfano indagato per abuso d’ufficio

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, è indagato dalla procura di Roma per abuso d’ufficio. Il reato sarebbe stato commesso il 23 dicembre, quando il Consiglio dei ministri diede il via libera al trasferimento a Isernia dell’allora prefetto di Enna, Fernando Guida. Insieme ad Alfano sono indagati anche il viceministro Filippo Bubbico, il segretario particolare Ugo Malagnino, l’ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli e il presidente dell’università Kore di Enna, Cataldo Salerno.

Il prefetto Guida, lo scorso 28 ottobre, aveva avviato le procedure e gli accertamenti che si sono conclusi, dopo il suo trasferimento, con il commissariamento della Fondazione Kore, che gestisce l’università di Enna. Lo scorso primo febbraio la prefettura di Enna ha sciolto via decreto gli organi amministrativi dell’ateneo e ha nominato tre commissari che resteranno in carica per sei mesi (prorogabili): il prefetto Francesca Adelaide Garufi e i professori Carlo Colapietro e Angelo Paletta. La procedura era stata avviata dopo la proposta, avanzata dalla Fondazione per la libera università della Sicilia centrale Kore, di modificare il proprio statuto. 

La Fondazione Kore è al centro dell’attenzione anche della procura di Enna che ha aperto un fascicolo contestando ai membri dell’ex Cda il reato di malversazione: secondo l’accusa avrebbero ricevuto nel 2012 un contributo di un milione di euro dal comune di Enna e non lo avrebbero mai versato sul conto corrente dell’università ma su quello della Fondazione. Il primo febbraio scorso, il tribunale del Riesame di Enna ha però disposto il dissequestro del conto della Fondazione, ritenendo non sussistere il reato di malversazione.

“La vicenda di cui si parla è un caso nato morto – ha detto Alfano –, superato e smentito dai fatti. Ho ricevuto una comunicazione che mi lascia intuire, non avendo correttamente accesso agli atti, essere relativa al trasferimento del prefetto di Enna a Isernia, mentre lui si accingeva a commissariare la Fondazione che gestisce l’Università di Enna. Il trasferimento del prefetto di Enna è avvenuto in via del tutto ordinaria insieme a tanti altri, senza avere ricevuto sollecitazione o pressione alcuna, e con la piena condivisione dell’interessato, come da nostra prassi ove possibile; l’avvio della procedura di commissariamento della Fondazione da parte del prefetto era già avvenuta con la piena consapevolezza e input da parte mia e da parte degli uffici da me guidati; il vice prefetto vicario, durante la sua reggenza, ha ovviamente provveduto a completare l’opera e, infatti, il commissariamento è stato effettuato il 30 gennaio”.

Il viceprefetto, ha continuato il ministro, “è stato da me personalmente stimolato proprio in questa direzione nel corso di una riunione con i prefetti della Sicilia e, successivamente, sono intervenuti anche i miei uffici; i contro interessati hanno già presentato ricorso al Tar Sicilia avverso il commissariamento che io ho disposto; il nuovo prefetto di Enna si è già insediato; il vecchio prefetto di Enna è già in servizio da oltre un mese a Isernia. Il Procuratore di Enna, che è andato in pensione  aveva polemizzato con me per il trasferimento del prefetto proprio alla vigilia del suo meritato riposo. Se avesse avuto la pazienza di aspettare i tempi dell’iter amministrativo di esclusiva competenza della prefettura, avrebbe visto la conclusione da lui desiderata”.

E comunque, conclude il ministro, “si tratta di materia di esclusiva pertinenza del potere esecutivo e cioè un atto di Alta Amministrazione quale il movimento dei Prefetti operato dal Governo”.

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