Condividi

Alessandro Laterza: “Un patto per la produttività? Per raggiungerlo serve l’impegno del Governo”

INTERVISTA AD ALESSANDRO LATERZA – Secondo il vicepresidente di Confindustria la proposta di Messori per un patto di produttività “è un ottimo punto di partenza ma non si vedono ancora segnali che lascino sperare in un esito positivo” – Due i nodi: le risorse finanziarie e l’incertezza politica – “Il Governo deve scendere in campo in prima persona”

Alessandro Laterza: “Un patto per la produttività? Per raggiungerlo serve l’impegno del Governo”

“Un patto per la produttività tra le parti sociali con il concorso del governo Monti? E’ un percorso difficile ma è giusto provarci e aprire il cantiere da subito, sapendo che i frutti potremmo raccoglierli nella prossima legislatura”. E’ un approccio prudente e realistico ma non riluttante quello di Alessandro Laterza, editore e vicepresidente della Confindustria con delega per il Mezzogiorno, al progetto di un patto per la produttività programmata illustrato nel fine settimana scorsa su FIRSTonline dall’economista Marcello Messori. Ecco la sua intervista.

FIRSTonline – Laterza, la Confindustria ha raccolto l’invito del presidente Monti ad aprire un confronto con i sindacati sulla produttività, che in tutte le classifiche internazionali vede l’Italia nelle posizioni di coda, ma la sua organizzazione è convinta di poter realmente arrivare a qualche risultato concreto? E nel merito come giudica la proposta lanciata da Messori?

LATERZA – La Confindustria è da sempre interessata al confronto sulla produttività e la struttura concettuale indicata dal professor Messori è sicuramente un ottimo punto di partenza. Bisogna però trovare una formula che la traduca in risultati certi e concreti. Sennò facciamo solo un esercizio puramente teorico. La logica della proposta Messori riflette bene temi e problemi di scenario ma realisticamente osservo che non vedo ancora segnali che lascino sperare in un esito positivo e rapido.

FIRSTonline – Colpa dei sindacati?

LATERZA – No, se si affrontano problemi di fondo con serietà e impegno, i sindacati non si sottraggono certo alla sfida. Ma la partita è complessa, molto complessa. Per arrivare a un accordo vero e non solamente di facciata tra le parti sociali sulla produttività ci vogliono l’impegno del Governo sulle risorse finanziarie e, soprattutto, un impegno delle forze politiche che allo stato non è dato di vedere.

FIRSTonline – Scendiamo nel merito delle questioni sollevate dalla proposta Messori per un patto di produttività programmata: quali sono, a suo giudizio, i punti più delicati?

LATERZA – La proposta Messori ipotizza una crescita della produttività basata sulla riorganizzazione di tutti i fattori della produzione e avverte che, a breve, questo potrebbe provocare riduzioni dell’occupazione che realisticamente si suggerisce di affrontare con dosi massicce di ammortizzatori sociali universali. Perfetto, ma si ha un’idea di quanto costano? Tutto si può fare ma servono risorse finanziarie molto rilevanti.  E altrettante ne servono per aggredire gli altri due punti richiamati da Messori: la rimozione delle esternalità negative (dall’energia alla giustizia, dalle infrastrutture alla burocrazia, dalla formazione alla ricerca e all’innovazione) e la necessità di alleggerire le imposte su lavoro e imprese.

FIRSTonline – Il piano Giavazzi di riduzione o abolizione degli incentivi e delle agevolazioni alle imprese parla di almeno 10 miliardi di euro che si possono risparmiare e mettere al servizio delle riforme: la Confindustria è contraria?

LATERZA – No, lo ha già chiarito il presidente Squinzi quando ha detto che dei 30 miliardi erogati alle imprese solo 3 vanno realmente ai privati e che si può discutere la loro rimodulazione ma a condizione di portare a casa, per esempio, l’archiviazione o la forte riduzione dell’Irap. Insomma: meno incentivi in cambio di meno tasse per il lavoro e le imprese. Ma il punto è anche un altro.

FIRSTonline – Quale?

LATERZA – In discussione c’è la anche la certezza delle cifre. Personalmente vorrei che le quantificazioni sulle uscite e sulle entrate del piano Giavazzi fossero rigorosamente verificate perché l’entità dei risparmi mi lascia qualche dubbio e mi sembra sovrastimata. Questo per quanto riguarda le risorse, ma poi c’è l’incognita politica da affrontare.

FIRSTonline – Pensa alle elezioni che si avvicinano?

LATERZA – Non solo. Penso che la sfida sulla produttività interessa fortemente la Confindustria ma deve chiamare apertamente in causa il Governo e che però questo non è scontato. Finora Monti ha detto alle parti sociali: il problema della produttività è molto grave, affrontatelo. Ma senza il concorso attivo del Governo e – insisto – di tutte le forze politiche è difficile andare lontani. In secondo luogo vorrei sommessamente ricordare che questo confronto si intreccia con la stagione non solo elettorale ma anche con quella dei rinnovi contrattuali e che tutto ciò non può non influire sulle tematiche di ordine generale.

FIRSTonline – Insomma, il patto è giusto ma non è per oggi?

LATERZA – No, non dico questo. E’ giusto provarci fino in fondo ma senza alimentare illusioni e restando sempre con i piedi per terra. Un accordo e soprattutto le precondizioni necessarie per un accordo, nella presenti condizioni, sono difficili da individuare: inutile negarlo. Però è giusto provarci. Il cantiere della produttività va aperto e alimentato da subito: nella peggiore delle ipotesi avremo seminato anche se i frutti li raccoglieremo più avanti.

Commenta