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Agcom: da Google ad Apple, 692 miliardi di ricavi per i big Hi Tech

Il giro d’affari raggiunge un valore quattro volte superiore a quello realizzato dalle principali imprese di tlc e media tradizionali – il 50% dei ricavi viene registrato oltre confine, profittabilità media del 49%.

Agcom: da Google ad Apple, 692 miliardi di ricavi per i big Hi Tech

I colossi dell’Hi Tech sbaragliano la concorrenza. Nel 2018 Google, Amazon, Apple, Facebook, Microsoft e Netflix hanno registrato ricavi pari a 692 miliardi di euro. Si tratta di una cifra superiore al Pil di Stati come Svezia (594 miliardi di dollari) e Taiwan (609 miliardi di dollari). A colpire sono anche le percentuali di crescita. Rispetto al 2017 il rialzo è del 35% per un giro d’affari che raggiunge un valore quattro volte superiore a quello realizzato dalle principali imprese di tlc e media tradizionali, anche in ragione della presenza delle piattaforme sui mercati di tutto il mondo. 

Questi i dati contenuti nel primo Osservatorio sulle piattaforme online pubblicato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. 

In base al report, le piattaforme, dato il carattere prevalentemente immateriale dei loro servizi, realizzano quasi il 50% del proprio fatturato fuori dal continente domestico, a fronte di una quota del 15% per le Tlc&Media company tradizionali che, al contrario, registrano maggiori difficoltà nell’offrire servizi in Paesi in cui non sono presenti con infrastrutture. Abissale anche la differenza esistente sui dati relativi alla produttività del lavoro: un dipendente di queste sei big dell’Hi Tech produce il 53% di ricavi in più di uno che lavora nelle imprese di Tlc e media (0,7 vs. 0,4 milioni di euro per dipendente).

Andando avanti coi parametri, la profittabilità lorda media delle piattaforme raggiunge quota 49%. Una media che varia dall’83% di Facebook al 37% di Netflix. Il margine operativo è pari al 21% dei ricavi, in numeri parliamo di circa 24 miliardi di euro. 

A livello mondiale, le piattaforme considerate occupano le prime posizioni in tutti i settori di attività in cui operano, e le loro quote di mercato non sono mai inferiori al 30%. Anche la diffusione presso gli utenti nei servizi gratuiti offerti dalle big risulta molto concentrata, con gli individui che, per la fruizione di un servizio, si rivolgono per lo più esclusivamente alla piattaforma prevalente. 

L’Agcom registra inoltre che, nei settori in cui queste big operano, le imprese che cercano di entrare incontrano forti ostacoli alla loro crescita: nel 2018, si stima che un’impresa per raggiungere la soglia di profitto nel mercato mondiale dell’e-commerce, debba realizzare oltre 50 miliardi di euro di ricavi, mentre il break-even point di un motore di ricerca è stimato al di sopra dei 20 miliardi; superiore ai 10 miliardi anche la dimensione ottima minima di un social network non specializzato.

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