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Afghanistan: il Panshir cade, è il trionfo dei talebani

Gli uomini del regime sconfiggono anche l’ultimo fronte della resistenza – Resistono solo alcune sacche di oppositori sparse sulle montagne, forse capeggiate dal figlio dell’eroe Massud

Afghanistan: il Panshir cade, è il trionfo dei talebani

In Afghanistan cade anche la valle del Panshir, ultimo fronte della resistenza contro i talebani. Gli uomini del nuovo regime hanno annunciato lunedì di aver preso il controllo “totale” della regione, terminando così il processo di riconquista del potere iniziato a metà agosto, in concomitanza con il ritiro americano.

“Con questa vittoria il nostro Paese è ora completamente fuori dal marasma della guerra”, ha sottolineato in una nota Zabihullah Mujahid, il principale portavoce dei talebani. “Alcuni degli insorti sono stati sconfitti, mentre i rimanenti sono fuggiti dalla valle”, ha continuato, assicurando alla gente del Panshir che non ci saranno discriminazioni nei loro confronti: “Voi siete tutti nostri fratelli; serviremo insieme per un obiettivo e una nazione”.

Il Fronte di resistenza nazionale (Nfr) dell’Afghanistan ha annunciato l’uccisione del suo alto comandante, Fahim Dashtay, nell’attacco dei talebani. “Siamo bombardati da droni pakistani – ha aggiunto un portavoce dell’Nrf in un messaggio su Twitter – siamo sotto l’invasione diretta dell’Isi”, l’agenzia pakistana di spionaggio.

Ora, quindi, tutto l’Afghanistan è nelle mani dei talebani. Resistono solo alcune sacche di oppositori sparse sulle montagne, forse capeggiate dal figlio di Ahmad Shah Massud, l’eroico “Leone del Panshir” ucciso alla vigilia dell’11 settembre 2001.

Nella notte, Massud – insieme all’ex vicepresidente Amrullah Saleh – è fuggito in elicottero in Tagikistan, da dove avrebbe inviato un messaggio per far sapere di stare bene.

Intanto, mentre i combattimenti continuano, a Kabul si va formando il nuovo governo, che quasi certamente avrà al vertice il mullah Baradar, rientrato nel Paese dopo aver negoziato con gli americani a Doha.

Il Paese compie così un balzo all’indietro di vent’anni, fra esecuzioni sommarie, persecuzioni e negazione dei diritti fondamentali, soprattutto delle donne, che ora sono costrette a riunirsi in classi separate per poter continuare a frequentare i corsi universitari.

Della situazione in Afghanistan riferirà oggi in Parlamento il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

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