Condividi

ADVISE ONLY – Mercati finanziari, chi ha vinto e chi ha perso nel 2012 ma per il 2013 è nebbia fitta

ADVISE ONLY – L’insostenibile leggerezza delle previsioni di mercato per il 2013 – Accontentiamoci di sapere chi ha vinto e chi ha perso nel 2012 – Sorprese incredibili, sono sempre in agguato, poichè generalmente un anno non è mai la replica di quello precedente.

ADVISE ONLY – Mercati finanziari, chi ha vinto e chi ha perso nel 2012 ma per il 2013 è nebbia fitta

Questa premessa la devo proprio fare: ogni fine dicembre, ovunque io guardi, mi imbatto in rutilanti previsioni su quanto accadrà sui mercati finanziari nei dodici mesi successivi. La cosa mi lascia sempre perplesso, visto che qualunque individuo di media onestà intellettuale sa che il mondo della finanza è dominato dal rumore e non dal segnale. In altre parole, la componente randomica ha un ruolo molto rilevante… fosse per me, in calce alle previsioni finanziarie obbligherei a scrivere un disclaimer del tipo: “Il sottoscritto dichiara che in realtà non ha la più pallida idea di che cosa accadrà nel futuro e pertanto le previsioni in oggetto sono solo mere speculazioni”.

Proprio per tale ragione noi di Advise Only evitiamo come la peste le previsioni puntuali e ci limitiamo invece ad individuare fattori critici da tenere sott’occhio e ad effettuare prudenti valutazioni dalle quali ciascuno può trarre le proprie considerazioni. Inoltre, ed è quanto sto facendo ora, cerchiamo di creare delle sintesi utili a comprendere meglio la dinamica dei mercati.

Quello che voglio condividere con voi è il bilancio del 2012 per le principali asset class, considerando la performance (total return, cioè includendo cedole e dividendi) e il rischio (rappresentato dalla massima perdita possibile manifestatasi, il Max Drawdown ) che le varie tipologie d’investimento hanno manifestato nel periodo 30 dicembre 2011 – 28 dicembre 2012.

L’esercizio è in sé di una banalità assoluta, ma ha il pregio d’offrire uno sguardo d’insieme, capace di far emergere qualche spunto di riflessione.

– Il 2012 è stato un anno di ottime performance per molte asset class, ma anche di grandissimi rischi.

– Gli investimenti con performance stellari hanno comportato grandi rischi. Emerge quindi chiaramente un concetto che, mi spiace dirlo, non vuole entrare nella zucca di alcuni risparmiatori: il rischio è condizione necessaria (ma non sufficiente) per una buona performance. Insomma: “No risk, no reward”.

– Come corollario, va detto che le attività a basso rischio in tempi di crisi sono merce rara: tutti le domandano, quindi offrono basse performance. È il caso dei titoli di Stato dei Paesi considerati, a torto o ragione, “sicuri”, come la Svizzera o i Paesi Nordici. È anche il caso delle valute “forti”, che, a parte lo Yen, hanno registrato rendimenti negativi.

– Le obbligazioni dei cosiddetti Paesi “Periferici” hanno beneficiato molto delmiglioramento del clima finanziario (che potete seguire con il nostro Barometro del Rischio ) e della maggior propensione al rischio conseguenti all’azione svolta dalla BCE per mettere in sicurezza il sistema finanziario europeo.

– Le Borse hanno fatto bene un po’ ovunque, con la notevole eccezione della Spagna. La Borsa italiana ha sprintato sul fine anno e chiude bene, anche grazie al corposo contributo al “total return” fornito dai dividendi.

– I metalli preziosi hanno avuto un’annata grigia. Del resto, proteggono solo in caso di eventi disastrosi.

– Le altre commodities hanno avuto performance che riflettono la brutta congiuntura economica globale: unica eccezione le commodities agricole, i cui prezzi hanno beneficiato della carenza d’offerta, dovuta a motivi climatici/metereologici, unita a una domanda sostanziosa.

Chi avrebbe immaginato questi numeri, a dicembre del 2011?

Commenta