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Acuto di Valverde: Froome stacca Wiggins, poi l’attende

Ultima tappa al ciclista spagnolo. Sull’ascesa finale la maglia gialla non tiene il passo del gregario ma il Team Sky blocca l’allungo. Nibali in difficoltà ma difende il podio

Alejandro Valverde finalmente fa un acuto degno del suo passato e vince per distacco l’ultima tappa di montagna del Tour. Finiti anche i Pirenei, Wiggins ha ormai la Grande Boucle in tasca: sarà il primo inglese a vincere in terra di Francia ma anche oggi sulla rampe finali che portano al traguardo di Peyragudes subisce una nuova prova di forza da parte del suo gregario speciale, quel Chris Froome che istintivamente cerca di raggiungere Valverde e quindi accelera, ma ancora una volta, come a La Toussuire, si deve quasi fermare ad attendere il capitano in maglia gialla per ordini di scuderia. Oggi Froome lo fa in maniera più esplicita voltandosi indietro e agitando il braccio come a dire a Wiggo: “ma dove sei?”. Per la prima volta in questo Tour con i due inglesi giunti a 19″ da Valverde (Froome secondo e Wiggins terzo) non c’è Nibali: dopo gli i brillanti allunghi di ieri, che lasciavano ben sperare per oggi, lo “Squalo”è rimasto addirittura staccato dal duo di testa della Sky perdendo 18”. Davanti al capitano della Liquigas arriva con un vantaggio di 11” anche il belga Van den Broeck, l’unico che potrebbe insidiare a Nibali il terzo posto del podio a Parigi, ma ci sono ancora 3’12”, un margine di tutta tranquillità per il corridore italiano.

Prima dell’assolo di Valverde, sui colli della tappa, Thomas Vockler e lo svedese Kessiakov si sono fatti una guerra del tutto personale per assicurarsi la maglia a pois, sfida finita a vantaggio del francese che, una volta assicuratosi il primato nella speciale classifica degli scalatori, si è perso per strada facendosi risucchiare anche dal gruppetto di Cadel Evans e di Denis Menchov: per l’australiano un’altra giornata da dimenticare, per il russo vincitore anche di un Giro d’Italia la conferma di un tramonto irreversibile.

Così Il Tour, avaro di emozioni come poche altre edizioni, ha ormai imboccato la direzione verso Parigi. La cronometro di Chartres servirà a fissare i distacchi definitivi. Wiggins dovrà guardarsi solo da Froome che però nelle gare contro il tempo non è mai andato più forte del suo capitano. E’ il Tour delle attese tradite e dei continui rinvii. Si attendevano le Alpi per accendere la battaglia. Macché, sonno completo. Allora si è rimandato tutto ai Pirenei. Altra delusione. Aubisque, Tourmalet, Aspin e Peyresourde hanno lasciato invariati i distacchi stabiliti dalle due crono di Liegi e Besançon tra i primi tre della classifica. Oggi si confidava nel Port de Bales ma anche il temuto passo ha partorito un topolino. E’ servito solo con l’ascesa a Peyragudes a sentenziare l’ammaina-bandiera per alcuni top player appesantiti dall’età come Evans e Basso, Per Ivan, certamente un ex-grande, già il Giro aveva dato indicazioni non incoraggianti.

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