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ACCADDE OGGI – Sms: nel 1992 il primo messaggio di sempre

Era il 3 dicembre 1992 quando l’ingegnere britannico Neil Papworth inviò il primo Sms della storia – Fu l’inizio di una rivoluzione che cambiò per sempre la comunicazione di ogni giorno

ACCADDE OGGI – Sms: nel 1992 il primo messaggio di sempre

Ormai sono quasi scomparsi dalle nostre abitudini, ma 20 anni fa hanno rivoluzionato il modo di comunicare. Parliamo dei cari vecchi Sms (acronimo inglese da “Short Message Service”), che proprio oggi compiono 27 anni.

Era il 3 dicembre 1992 quando l’ingegnere britannico Neil Papworth inviò il primo messaggio della storia. Per farlo non utilizzò un telefono, ma un computer, mentre l’apparecchio ricevente era un cellulare collegato alla rete Gsm di Vodafone. Il testo? Un augurio con qualche giorno d’anticipo: Merry Christmas. Il primo Sms da cellulare a cellulare, invece, fu inviato all’inizio del 1993 da uno stagista della Nokia.

L’universo tecnologico e comunicativo degli Sms era molto diverso da quello di oggi. Non c’erano foto, video, né emoji colorati, ma le ben più spartane (e faticose) emoticon: due punti, parentesi e lettere maiuscole… Per i più precisi, anche il trattino a mo’ di naso.

Ai ragazzi di oggi questi segni ricordano probabilmente le incisioni rupestri del Paleolitico, ma 20 anni fa proprio le emoticon gettarono il seme di un nuovo linguaggio oggi familiare a gran parte del pianeta: quello dei messaggi fatti di immagini.   

A ben vedere, però, negli Sms vide la luce anche una nuova forma di scrittura. Parliamo delle abbreviazioni (che poi tanto nuove non erano: le usavano, a modo loro, anche greci e latini…). Le più comuni in italiano erano CMQ per “comunque”, X al posto di “per” (da cui l’inquietante “xké”) e il melenso o scherzoso TVB per “ti voglio bene”.

Intendiamoci, qualche nostalgico nato prima degli anni 90 forse usa ancora quel CMQ abusato nell’adolescenza, ma le tastiere qwerty dei moderni smartphone stanno a poco a poco cancellando questa tendenza all’abbreviazione.

Allo stesso modo, negli ultimi otto anni internet e le app di messaggistica istantanea (sua maestà WhatsApp, ma anche Messenger, Telegram, Hangout, Wechat e molte altre) hanno rapidamente soppiantato i vecchi messaggi da rete telefonica. Stando ai dati AgCom, in Italia il numero massimo di Sms è stato raggiunto nel 2012, quando inviammo complessivamente 72,2 miliardi di messaggi. Nei successivi cinque anni questo numero è crollato del 75%, a 17,8 miliardi, e la tendenza – com’è ovvio – non si è più invertita.

Oggi riceviamo Sms prevalentemente dalla banca (per i codici di sicurezza), dai corrieri o dagli uffici marketing. Ma in fondo non è detto: forse a qualcuno può ancora capitare di usare un Sms per un Buon Natale dal sapore un po’ vintage. Certo, solo se internet non prende o i giga sono esauriti.

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