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ACCADDE OGGI – Olivetti, l’imprenditore visionario nasceva 120 anni fa

L’11 aprile del 1901 nasceva Adriano Olivetti, uno dei più grandi e più innovativi imprenditori italiani che fu un simbolo della rinascita del Paese nel secondo dopoguerra

ACCADDE OGGI – Olivetti, l’imprenditore visionario nasceva 120 anni fa

Nasceva esattamente 120 anni fa, l’11 aprile del 1901, ad Ivrea, Adriano Olivetti, uno dei più grandi industriali italiani, simbolo del nostro Novecento e della rinascita del Paese nel secondo Dopoguerra. L’uomo venuto dalla provincia di Torino, dove il padre Camillo fondò l’omonima azienda, prima in Italia per le macchine da scrivere e tuttora unico esempio campione italiano di livello internazionale nel campo dell’informatica e dell’elettronica, è stato anche eletto deputato della Repubblica nel 1958, ma soprattutto un imprenditore dalla visione rivoluzionaria. Forse potrebbe essere considerato lo Steve Jobs italiano, con le dovute proporzioni e considerando i parametri dei relativi periodi storici, ma di sicuro è stato un grande innovatore, che a differenza dello spietato collega statunitense aveva una concezione umana e sociale dell’impresa.

E’ proprio il caso di dire che Adriano Olivetti è stato uno spartiacque: c’è stato un “prima” e un “dopo”, come ha acutamente osservato il giornalista del Sole 24 Ore Paolo Bricco nel titolo del suo libro dedicato all’imprenditore piemontese, pubblicato nel 2005 da L’Ancora del Mediterraneo: “Adriano Olivetti – scrive la presentazione del volume – è riuscito a mescolare elementi in apparenza diversissimi: il profitto e la bellezza, l’innovazione industriale e la tensione verso un modello sociale basato sulla comunità. La sua carica innovativa e i suoi interventi sia sul piano industriale sia su quello estetico e culturale, spiegano il perché sia stato affiancato dai maggiori intellettuali del periodo”. Laureato in Ingegneria chimica al Politecnico di Torino, Olivetti si distinse per i suoi innovativi progetti industriali basati sul principio secondo cui il profitto aziendale deve essere reinvestito a beneficio della comunità.

Nato a Ivrea – di cui divenne sindaco nel 1956 – da una famiglia di religione ebraica (fu costretto a procurarsi un certificato di battesimo valdese per sfuggire alla repressione fascista e solo in seguito si convertì al cattolicesimo), Olivetti guidò la “creatura” fondata dal padre nel 1908, la Ing. C. Olivetti & C., dal 1932 al 1960, anno in cui morì, colto da emorragia cerebrale (anche se l’autopsia non venne mai ufficialmente effettuata) mentre era in viaggio in treno tra Arona e Losanna, in Svizzera. In quel momento la Olivetti (che oggi esiste ancora e fa parte del gruppo Tim) aveva raggiunto il suo massimo splendore: era presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all’estero. Il boom ci fu già durante il secondo conflitto mondiale: nel 1940 comparve la prima addizionatrice Olivetti, seguita nel 1945 dalla Divisumma 14, la prima calcolatrice scrivente al mondo in grado di eseguire le quattro operazioni. 

Nel 1959, poco prima del decesso di Adriano, Olivetti sviluppò l’Elea 9003, forse il suo prodotto più leggendario: fu uno dei primi mainframe computer transistorizzati al mondo e consentì all’azienda di conoscere il suo periodo di massima espansione e successo planetario, proprio negli anni ’60. Si può dire che in quel periodo, dopo la morte di Adriano Olivetti ma soprattutto per merito suo, la Olivetti divenne un vero e proprio colosso internazionale. Tra i suoi azionisti successivamente entrò anche Fiat, e poi negli anni ’80 e ’90 ci fu l’era De Benedetti, che però rappresentò l’inizio di un inesorabile declino.

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