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ACCADDE OGGI- Manzoni celebra lo Statuto Albertino

Il grande poeta e scrittore celebrò con la poesia “21 marzo 1821” un falso storico: lo Statuto albertino infatti venne promulgato quel giorno ma nel 1848

ACCADDE OGGI- Manzoni celebra lo Statuto Albertino

Reminiscenze scolastiche. Generazioni di studenti hanno mandato a memoria la poesia di Alessandro Manzoni intitolata, appunto, ‘’21 marzo 1821’’ di cui pubblichiamo i primi versi.

  1. Soffermati sull’arida sponda,
  2. volti i guardi al varcato Ticino,
  3. tutti assorti nel novo  destino,
  4. certi in cor dell’antica virtù ,

In realtà l’evento a cui il Manzoni dedicò i suoi decasillabi non si verificò mai; fu solo una speranza ben presto delusa. In quei giorni in Piemonte erano scoppiati dei tumulti che indussero il reggente Carlo Alberto (il sovrano Carlo Felice era – diciamo così – all’estero nel Ducato di Modena) a concedere lo Statuto.

Si trattò, in verità, di uno Statuto provvisorio perché, al suo ritorno, a Torino Carlo Felice ordinò la repressione dei moti e tutto tornò come prima. Così lo Statuto Albertino fu varato nel 1848, in presenza di sollevazioni popolari un po’ più diffuse e consistenti. Tanto che la poesia del Manzoni fu scritta e pubblicata in quell’anno – durante le Cinque Giornate di Milano –  essendosi accorto don Lisander che, nel 1821, non vi era stata alcuna anticipazione del Risorgimento, anche se questa fu la speranza suscitata dal nuovo corso – ben presto abortito – nel Regno di Sardegna. In sostanza le truppe sabaude non attraversarono il Ticino per liberare il Lombardo-Veneto in quel giorno e in quell’anno.

L’ode è introdotta da un’articolata dedica al poeta e patriota tedesco Karl Thedor Koerner , morto durante la battaglia di Lipsia (16-19 ottobre 1813), detta anche “battaglia delle Nazioni” e considerata (oltre che la battaglia che causò la prima caduta di Napoleone e il suo esilio all’isola d’Elba) una fondamentale affermazione dell’identità nazionale tedesca contro ‘’l’oppressione’’ napoleonica. I piemontesi, nel 1821, continuarono a tenere ‘’nell’ombra le spade’’ che attesero ancora qualche anno ‘’per splendere al sol’’. 

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