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ACCADDE OGGI – Il 15 agosto 1971 finiva Bretton Woods

Nel Ferragosto di 49 anni fa, il presidente americano Nixon poneva fine alla convertibilità del dollaro in oro – Si apriva così un periodo di instabilità e speculazione finanziaria di cui ancora oggi subiamo le conseguenze

ACCADDE OGGI – Il 15 agosto 1971 finiva Bretton Woods

Cade oggi un anniversario cruciale per la storia dell’economia. Il 15 agosto del 1971, dalla residenza di Camp David, il presidente americano Richard Nixon annunciava la fine della convertibilità del dollaro in oro, iniziata nel 1944 con gli accordi di Bretton Woods.

Il sistema monetario nato alla fine della Seconda Guerra Mondiale prevedeva un meccanismo di cambi valutari fissi con il dollaro come punto di riferimento, in quanto a sua volta ancorato all’oro. Le banche centrali dei vari Paesi erano quindi obbligate a intervenire sul mercato per mantenere le parità stabilite. L’obiettivo era evitare gli eccessi speculativi limitando le mobilitazioni più ampie dei capitali. In questo modo, gli Usa speravano di prevenire crisi sistemiche come quella iniziata nel 1929 e proseguita negli anni Trenta con la Grande Depressione degli Stati Uniti.

All’inizio degli anni Settanta, però, lo scenario era radicalmente cambiato. Il Tesoro americano era stremato dalle spese legate alla guerra del Vietnam. Per finanziare il conflitto, gli Usa avevano usato 12mila tonnellate d’oro, mettendo a rischio le riserve auree. Nixon decise quindi di uscire dalla morsa: cancellando la convertibilità del dollaro in oro, gli Stati Uniti tornarono liberi di stampare moneta senza l’obbligo di possedere una quantità d’oro pari ai biglietti verdi immessi sul mercato.

Dal punto di vista delle casse pubbliche americane, la mossa di Nixon fu la manna dal cielo, mentre per il sistema valutario globale si rivelò un terremoto senza precedenti: all’improvviso vennero meno tutte le certezze e i cambi tornarono a fluttuare senza restrizioni.  

La fine di Bretton Woods segnò quindi l’inizio di un periodo di grande instabilità valutaria e di speculazioni finanziarie. Anche per l’Italia fu un cambiamento decisivo, di cui ancora oggi subiamo le conseguenze: da quel giorno di 49 anni fa, infatti, i governi tornarono liberi di praticare svalutazioni competitive delle monete. Il meccanismo fondamentale all’origine dell’esplosione del debito pubblico italiano.

Leggi la storia di quel 15 agosto 1971 nel resoconto firmato da Ernesto Auci.

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