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ACCADDE OGGI – 10 settembre 1943, Roma si arrende alle truppe naziste

Settantasei anni fa la Capitale d’Italia doveva arrendersi all’occupazione nazista dopo due giorni di aspra battaglia con oltre mille morti italiani: l’eccidio delle Fosse Ardeatine e il rastrellamento del ghetto ne furono le tragiche conseguenze

ACCADDE OGGI – 10 settembre 1943, Roma si arrende alle truppe naziste

Il 10 settembre del 1943, esattamente 76 anni fa, la Capitale d’Italia si arrendeva all’invasione nazista. L’occupazione di Roma, iniziata con l’assalto dell’8 settembre dalle truppe tedesche guidate da Albert Kesselring, si conclude appena due giorni dopo con il documento di resa firmato dal tenente colonnello Leandro Giaccone. L’accordo prevedeva che Roma  restasse città aperta, ma la città fu successivamente occupata dalle truppe tedesche che affluirono rapidamente sia da Sud che da Nord. Subito dopo, tutte le unità del regio esercito nella zona furono disarmate e sciolte, esclusa parte della Divisione Piave, che restò in armi per garantire l’ordine pubblico nell’ambito del “Comando della Città aperta di Roma” (affidato allo stesso generale Giorgio Carlo Calvi di Bergolo), finché anche queste truppe vennero disarmate dai tedeschi il 23 settembre 1943 dopo la proclamazione della Repubblica Sociale Italiana.

I due giorni di battaglia per conquistare Roma furono aspri e coinvolsero anche la popolazione civile (degli oltre 1.000 morti italiani, alcune centinaia erano civili, di cui molte donne), anche se la resistenza opposta fu assolutamente disorganizzata, tant’è vero che nonostante gli organici italiani fossero numericamente superiori, l’evento viene ricordato come “occupazione tedesca di Roma” ma anche, da alcuni storici, come “mancata difesa di Roma”. L’evento fu simbolicamente molto importante, non solo perché in quei giorni, per la precisione il 9 settembre, fu fondato in via Carlo Poma il CLN – Comitato di Liberazione Nazionale, che poi ebbe un ruolo decisivo nella Resistenza, e poi perché l’occupazione nazista segnò il precipitare delle escalation di violenza.

Tra le conseguenze della occupazione tedesca di Roma vi furono in particolare la deportazione di numerosi civili, oltre che l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Poco più di un mese dopo, il 16 ottobre del 1943, è impossibile non ricordare il terribile rastrellamento del ghetto di Roma, una retata in cui vennero portate via 1259 persone, di cui 689 donne, 363 uomini e 207 tra bambini e bambine, quasi tutti appartenenti alla comunità ebraica della Capitale. Qualche mese dopo, il 24 marzo del 1944, l’invasione tedesca portò all’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono trucidati senza preavviso 335 civili e militari italiani, prigionieri politici, ebrei o detenuti comuni, come rappresaglia per l’attentato partigiano di via Rasella, compiuto il giorno prima e in cui persero la vita 33 soldati tedeschi.

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