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Accadde Oggi – 10 marzo 2023: un anno fa il fallimento della Silicon Valley Bank

L’anno scorso falliva la principale istituzione finanziaria della Silicon Valley, specializzata nel finanziamento di start-up. Le cause e i problemi che hanno portato al secondo più grande fallimento bancario negli USA dalla crisi del 2008

Accadde Oggi – 10 marzo 2023: un anno fa il fallimento della Silicon Valley Bank

Un anno fa, il 10 marzo 2023, andava in scena un nuovo capitolo buio nella storia finanziaria degli Stati Uniti con il crollo della Silicon Valley Bank (SVB), istituto californiano di credito specializzato nel finanziamento di start-up. Fu il secondo più grande fallimento di un istituto di credito negli Stati Uniti dalla crisi del 2008. Questo evento avvenne in seguito a un panico bancario e fu uno dei tre fallimenti bancari negli Stati Uniti durante quel mese, insieme alla Silvergate Bank e alla Signature Bank.

Fino al 2023, la Silicon Valley Bank rappresentava la principale istituzione finanziaria della Silicon Valley, operando come filiale di SVB Financial Group, una holding bancaria composta da 164 sussidiarie con presenza in 15 stati e uffici internazionali in India, Regno Unito, Israele, Canada, Cina, Germania, Hong Kong, Irlanda, Danimarca e Svezia.

Specializzata nell’assistenza all’industria tecnologica, Svb era diventata la più grande banca per depositi nella Silicon Valley e la preferita da circa la metà delle startup tecnologiche supportate dal venture capital. Inoltre, offriva servizi di private banking, attirando clienti con un elevato patrimonio netto.

Al momento del collasso della Silicon Valley Bank, la sua holding, SVB Financial Group, era parte dell’indice S&P 500. Tra i principali azionisti c’erano The Vanguard Group, BlackRock e State Street Corporation, che possedevano quote significative di grandi exchange traded fund (ETF) collegati alle prestazioni dello S&P 500. Inoltre, il Servizio Nazionale delle Pensioni sudcoreano possedeva 100.000 azioni della SVB Financial Group. CalPERS, il fondo pensione dello Stato della California, aveva circa 67 milioni di dollari in obbligazioni della banca, costituendo meno del due percento dell’uno percento degli investimenti totali al giugno 2022.

Al 31 dicembre 2022, la Silicon Valley Bank possedeva 209 miliardi di dollari di attività totali, con 175,5 miliardi di dollari di depositi totali. Secondo le stime della banca, 151,6 miliardi di dollari (86,4%) di questi depositi non erano assicurati.

Svb: la cause della crisi

La Silicon Valley Bank, alla ricerca di rendimenti più elevati, aveva iniziato a spostare il proprio portafoglio di investimenti verso obbligazioni a lungo termine nel 2021. Tuttavia, questa mossa si rivelò fatale quando il valore di mercato di tali obbligazioni subì una significativa diminuzione tra il 2022 e il 2023, a causa dell’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Federal Reserve per contrastare l’inflazione. Questo causò perdite non realizzate sul portafoglio della banca. L’aumento dei tassi di interesse portò anche a un aumento dei costi dei prestiti in vari settori dell’economia, spingendo alcuni clienti della Silicon Valley Bank a ritirare denaro per soddisfare le loro esigenze di liquidità.

Le perdite non realizzate sul portafoglio di Svb generarono così un effetto domino, portando alcuni clienti a ritirare fondi per garantire la liquidità necessaria.

Svb: il crollo definitivo

L’8 marzo 2023, la Banca annunciò misure drastiche per procurarsi liquidità, compresa la vendita di valori mobiliari per oltre 21 miliardi di dollari e l’ottenimento di un prestito di 15 miliardi di dollari. In più avrebbe indetto una vendita di emergenza di una parte del suo buy-back per raggiungere 2,25 miliardi di dollari.

L’annuncio scatenò il panico tra gli investitori, che iniziarono a ritirare fondi in massa, portando il totale dei prelievi a una cifra spaventosa di 42 miliardi di dollari.

Il 9 marzo 2023, Svb Financial Group ha registrato un crollo delle azioni di oltre il 62% in seguito alla proposta della società di una vendita di azioni per sostenere il proprio bilancio. La perdita di 1,8 miliardi di dollari sulla vendita di titoli del Tesoro, a causa dell’aumento dei tassi di interesse, ha contribuito al deterioramento della situazione finanziaria. La notizia ha spinto diverse società di venture capitalist, tra cui Founders Fund, Coatue Management e Union Square Ventures, a consigliare alle loro società in portafoglio di ritirare i loro fondi da SVB, innescando una corsa agli sportelli. Il giorno dopo le azioni di Svb erano diminuite ulteriormente del 66% nelle negoziazioni pre-mercato, prima che le negoziazioni venissero interrotte.

Il crollo del titolo SVB ha avuto un effetto domino sulle azioni delle quattro più grandi banche americane, JPMorgan Chase, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo, che hanno subito la perdita di miliardi di dollari di valore di mercato. Questo contagio si è diffuso anche in Europa e Asia, creando turbolenze nei mercati finanziari internazionali.

Il fallimento e le conseguenze

La mattina del fatidico 10 marzo 2023, il Dipartimento della Protezione e dell’Innovazione Finanziaria della California mise sotto sequestro SVB, mettendola sotto l’amministrazione controllata della Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC). Questo evento colpì duramente i depositanti, poiché circa l’89% dei 172 miliardi di depositi superava l’importo massimo assicurato dalla FDIC.

Due giorni dopo il fallimento, la FDIC ottenne poteri straordinari dal Tesoro e annunciò che tutti i depositanti avrebbero avuto accesso ai loro fondi entro breve tempo. La FDIC ha quindi riaperto la banca il 13 marzo come Silicon Valley Bridge Bank, N.A., cercando di mettere all’asta tutta o parte della banca. Nonostante alcuni commentatori abbiano definito la mossa del governo un bail-out, il piano non ha comportato un salvataggio della banca o dei suoi azionisti, ma ha mirato a ristorare i depositanti non assicurati con i proventi della vendita degli asset della banca, senza utilizzare denaro dei contribuenti.

Le conseguenze del fallimento della Svb si fecero sentire in tutto il mondo delle startup, delle società tecnologiche e delle industrie correlate. Molti fondatori e investitori di venture capital si trovarono in una situazione delicata, poiché Svb era stata a lungo la loro banca preferita.

L’acquisizione da parte di  First Citizens Bank

Il 13 marzo 2023, Hsbc Uk ha annunciato di aver concordato di acquistare Silicon Valley Bank UK per il valore simbolico di 1 sterlina senza alcun costo per i contribuenti e garantendo completamente i depositanti.

Successivamente, il 26 marzo 2023, la Fdic ha annunciato che First Citizens BancShares avrebbe acquistato il ramo commerciale bancario di Silicon Valley Bank e successivamente anche il ramo Svb Private. L’accordo prevedeva l’acquisto di circa 119 miliardi di dollari in depositi e 72 miliardi di dollari in prestiti SVB scontati di 16,5 miliardi di dollari. Circa 90 miliardi di dollari in titoli Svb sono rimasti nella procedura fallimentare mentre la Fdic avrebber ricevuto circa 500 milioni di dollari in equity appreciation rights legati alle azioni di First Citizens.

Le 17 agenzie di Svb hanno riaperto con il marchio First Citizens il giorno successivo, trasferendo tutti i depositanti SVB come depositanti di First Citizens.

Non è stata una nuova Lehman Brothers

I mercati finanziari, alla fine, si sono salvati perché la situazione non ha replicato il collasso della Lehman Brothers del 2008.

La differenza principale tra la situazione della Silicon Valley Bank e quella di Lehman Brothers risiede nelle cause sottostanti ai loro fallimenti e nelle implicazioni per il sistema finanziario. Lehman è fallita principalmente a causa del suo massiccio debito ipotecario tossico, che era diffuso in tutti i bilanci delle grandi banche. Questo ha richiesto un salvataggio governativo per evitare un collasso finanziario globale.

D’altra parte, la Silicon Valley Bank ha subito perdite a causa dell’aumento dei tassi di interesse e del conseguente calo del valore dei suoi investimenti. La sua clientela principale era composta da società di venture capital che hanno iniziato a ritirare fondi dai loro conti a causa delle perdite nel settore tecnologico.

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