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Abusivismo nelle professioni, il Senato vuole aumentare le pene

Oggi irrisorie e aggirabili con una multa di 516 euro, le misure punitive potrebbero essere elevate fino a due anni di reclusione e a una multa di 50mila euro. Sotto tiro soprattutto i falsi medici e odontoiatri, ma la norma avrebbe carattere generale e riguarderebbe l’esercizio abusivo di tutte le professioni per le quali è richiesta l’iscrizione in Albi.

Abusivismo nelle professioni, il Senato vuole aumentare le pene

Sarà votato domani, in commissione Giustizia al Senato, l’inasprimento delle pene e delle sanzioni per l’esercizio abusivo delle professioni per le quali sono richieste particolari abilitazioni. La commissione dovrà decidere l’entità delle nuove misure, e se su queste esistono proposte differenti tra i gruppi parlamentari, tuttavia non sembra in discussione il principio di innalzare quelle attualmente stabilite dal codice penale, generalmente considerate irrisorie e, quindi, inefficaci come deterrente contro l’abusivismo professionale.

Al centro dell’attenzione è soprattutto l’abusivo esercizio delle professioni mediche e odontoiatrica, particolarmente grave in quanto destinato a incidere sulla salute dei cittadini; tuttavia il provvedimento all’esame del Senato ha portata generale e, andando a modificare pene e sanzioni previste dall’articolo 348 del codice penale, riguarda tutte le professioni per le quali lo Stato richiede particolari requisiti e qualità per consentirne lo svolgimento, a tutela dei cittadini che usufruiscono delle prestazioni.

Si discuterà, in commissione Giustizia, anche dell’introduzione di una specifica norma penale contro i falsi medici, proprio al fine di rendere ancora più pesanti le pene per chi si macchia di questo reato. Così come altre iniziative emendative vorrebbero specifiche previsioni normative per alcuni settori di attività. Tuttavia l’orientamento della maggioranza e del Governo sembra essere quello di limitare l’intervento normativo all’innalzamento delle misure punitive, trattandosi di modifiche che entrerebbero nel codice penale e che, quindi, è auspicabile rimangano di portata generale. 

Attualmente, per l’esercizio abusivo di professioni regolamentate è prevista la pena della reclusione fino a sei mesi o una multa variabile da 103 a 516 euro (corrispondente ai vecchi valori di 200mila lire e un milione). La pena detentiva è considerata inefficace anche perché eludibile con il pagamento di una sanzione pecuniaria così irrisoria da non essere confrontabile con gli introiti che il falso professionista può ricavare dall’attività abusiva. Nei progetti di legge all’esame della commissione si prevede l’innalzamento almeno a un anno o due delle pena detentiva con l’aggiunta della sanzione pecuniaria, elevata anche fino a cento volte quella attuale. Inoltre, si prevede la confisca del materiale e degli strumenti utilizzati per le attività svolte abusivamente.

Nessun intervento chiarificatore è previsto, invece, per delimitare la portata dell’art. 348 c.p., che riguarda genericamente le professioni per le quali “è richiesta una speciale abilitazione dello Stato”, quindi quelle regolate dall’articolo 2229 del codice civile, per l’esercizio delle quali è necessaria l’iscrizione in appositi albi o elenchi. In merito, la giurisprudenza ha variamente interpretato nel tempo la norma penale, con riferimento alle specifiche attività nonché alla modalità del loro svolgimento da parte di soggetti non iscritti negli Albi.

Il provvedimento sull’inasprimento delle pene per l’abusivismo professionale è in prima lettura parlamentare al Senato. Dopo il vaglio della commissione Giustizia e il voto in Assemblea, quindi, dovrà passare all’esame della Camera.

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