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Borse in altalena tra i timori per le crisi politiche e l’ottimismo per la Fed. I tech Usa infiammano l’Asia. Francia sorvegliata speciale

A Parigi ieri il premier ieri è stato sfiduciato dal Parlamento mentre chiedeva un controllo delle finanze pubbliche. Le borse europee rispondono con un calo contenuto Oro a nuovi massimi

Borse in altalena tra i timori per le crisi politiche e l’ottimismo per la Fed. I tech Usa infiammano l’Asia. Francia sorvegliata speciale

Non è facile per gli investitori far finta di nulla e ignorare il susseguirsi di così numerose crisi politiche nel mondo: in pochi giorni il vice primo ministro britannico Angela Rayner e il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba che si sono dimessi, i legislatori francesi hanno votato per estromettere il primo ministro Francois Bayrou, il partito del presidente argentino Javier Milei ha subito una pesante sconfitta e l’Indonesia ha bruscamente sostituito il suo ministro delle finanze di lunga data. Mentre i mercati europei hanno per lo più mantenuto posizioni composte, quelli dell‘Indonesia e dell’Argentina hanno registrato il colpo. Ma a tenere in alto i cuori continua ad essere l’aspettativa del taglio dei tassi da parte della Fed la prossima settimana, che sostiene soprattutto il settore tecnologico. A Wall Street i Magnifici Sette segnano un nuovo record e stamattina infiammano anche le Borse dell’Asia. L’oro continua a salire, anche stamattina c’è un record, a 3.645 dollari l’oncia.

Francia sorvegliata speciale dopo la caduta del suo governo

In un momento cruciale per la Francia, chiamata ad affrontare temi ponderosi che vanno dai problemi commerciali mondiali a quelli geopolitici, ieri il parlamento francese ha fatto cadere il governo per via dei suoi piani per contenere il crescente debito pubblico. I legislatori hanno votato per estromettere il primo ministro Francois Bayrou e il suo governo di minoranza con 364 voti contro e 194 a favore. Il presidente Emmanuel Macron, assediato ora dalle richieste dell’opposizione di sciogliere il parlamento e dimettersi, cercherà invece il suo quinto primo ministro in meno di due anni. Il suo ufficio ha detto che ne nominerà uno nei prossimi giorni.

Il compito più urgente del prossimo governo sarà approvare un bilancio, la stessa sfida del resto affrontata da Bayrou quando si è insediato nove mesi fa. Ottenere il sostegno di un parlamento molto diviso sarà altrettanto arduo. “Avete il potere di far cadere il governo, ma non avete il potere di cancellare la realtà”, ha detto Bayrou al Parlamento nel suo discorso prima del voto. “La realtà non cambierà: le spese continueranno ad aumentare e il peso del debito, già insostenibile, diventerà più pesante e costoso”. Bayrou aveva chiesto il voto di fiducia per cercare di ottenere il sostegno parlamentare alla sua strategia volta a ridurre un deficit che ammonta a quasi il doppio del limite del 3% imposto dall’Unione Europea e per iniziare a gestire un debito pari al 114% del PIL. Ma i partiti di opposizione non erano molto propensi a sostenere i tagli di 44 miliardi proposti per ill bilancio del prossimo anno, mentre le elezioni per il successore di Macron del 2027 non sono così lontane.

Il malcontento potrebbe anche iniziare a crescere nelle strade. Un movimento di protesta popolare chiamato “Bloquons Tout” (“Blocchiamo tutto”) sta organizzando per domani manifestazioni a livello nazionale, mentre i sindacati stanno pianificando scioperi per la settimana successiva.

I mercati finanziari avevano “prezzato” il voto di sfiducia e finora non si sono registrate altre reazioni pesanti. Ma i mercati francesi affronteranno un altro test venerdì, quando Fitch Ratings rivedrà il rating sovrano della Francia. Moody’s e S&P Global seguiranno con le loro revisioni a ottobre e novembre. Già ora la Francia paga, per il servizio del debito, un rendimento maggiore a quello della Spagna e gli spread rispetto ai titoli di Stato tedeschi decennali di riferimento sono ai massimi degli ultimi quattro mesi. Un declassamento del rating aggraverebbe la sua situazione debitoria nella raccota di finanziamenti.

I terremoti politici in Indonesia e Argentina pesano sulle loro valute

In Indonesia, la rupia è scivolata di oltre l’1% rispetto al dollaro e il rendimento dei titoli di Stato decennali è salito stamane dopo la rimozione a sorpresa del ministro delle finanze Sri Mulyani Indrawati, poiché gli investitori temono che la credibilità fiscale, duramente conquistata, possa essere erosa dai piani di spesa populisti del presidente Prabowo Subianto. La Banca d’Indonesia ha detto che sarebbe intervenuta per mantenere la stabilità della valuta. Le borse locali sono scese fino all’1,8%, dopo aver chiuso in calo già ieri sulla scia di rumours. I premi di rendimento sulle obbligazioni in dollari indonesiani e il costo per assicurarle contro il default si sono ampliati.
Dall’altra parte del mondo, in seguito alla sconfitta elettorale di Milei, il peso argentino ha perso fino al 5,6% rispetto al dollaro.

Che cosa c’è da spettarsi dalla Fed

Il Fomc Fed si riunirà il prossimo 16 settembre e renderà nota la sua decisione il giorno successivo. I mercati hanno già scontato un taglio di 25 punti base, ma ora la domanda è se la Fed arriverà a potare il costo del denaro addirittura di 50 punti base. La risposta potrebbe trovarsi stasera nella revisione del dato preliminare dell’occupazione da parte del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti per l’anno fino a marzo, e poi nelle letture sull’inflazione dei prezzi al consumo e alla produzione, previste per la fine di questa settimana. In realtà gli investitori prevedono ripetuti tagli dei tassi di interesse quest’anno, perchè il mercato del lavoro ha destato non poche preoccupazioni con il dato di venerdì scorso. Una sorpresa al ribasso in una qualsiasi di questi dati potrebbe aumentare la probabilità di un taglio di 50 punti base, che attualmente si attesta appena sopra l’11%, come ha mostrato lo strumento CME FedWatch.

Ieri il Nasdaq è salito a nuovi record trainato dai tech. Brilla Broadcom

Ieri il Nasdaq ha chiuso a un livello record, trainato dal rally di Broadcom. Anche l’indice S&P 500 ha guadagnato terreno scommettendo sul taglio dei tassi Fed.

Broadcom è salita del 3,2%, estendendo il suo rally partito giovedì scorso quando il produttore di chip ha annunciato di aspettarsi una forte crescita del fatturato legato all’intelligenza artificiale. La sua capitalizzazione di mercato ha raggiunto 1,6 trilioni di dollari ed è la settima azienda più preziosa di Wall Street. L’indice S&P 500 è salito dello 0,21%, chiudendo a 6.495,15 punti. Il Nasdaq ha guadagnato lo 0,45% a 21.798,70 punti, la sua chiusura più alta di sempre. Il Dow Jones Industrial Average è salito dello 0,25% a 45.514,95 punti. L’indice S&P 500 è salito di circa il 10% nel 2025, mentre il Nasdaq è salito di circa il 13%.

L’Asia si infiamma seguendo i tech di Wall Street

All’indomani del nuovo record del Nasdaq a Wall Street, le borse dell’Asia Pacifico salgono e l’indice di riferimento dell’area, l’MSCI, tocca nuovi massimi da inizio 2021. L’indice Taiex di Taipei guadagna l’1,3% a 2.420 punti, nuovo massimo nella storia. Il peso massimo del listino, Taiwan Semiconductor Manufacturing, sale per il quarto giorno consecutivo, +1,3%.

L’indice azionario di riferimento della Corea del Sud, il Kospi, è in rialzo dell’1,1%, sulla buona strada per rinnovare il suo massimo dall’inizio dell’anno, dopo i commenti positivi del presidente riguardo all’allentamento della soglia dell’imposta sulle plusvalenze azionarie. SK Hynix e Samsung Electronics hanno contribuito al rialzo dell’indice, in quanto beneficiano della notizia dell’introduzione di un nuovo regime sulle forniture di tecnologia americano a soggetti coreani che poi la utilizzano nelle loro fabbriche in Cina. Il Kospi ha guadagnato circa il 36% da inizio anno ed è a meno del 2% dal suo massimo storico raggiunto nel 2021.

La borsa di Hong Kong è in rialzo dello 0,8%. Alibaba sale del 2,5%, dopo il +4,2% di ieri. Qui non è solo il tech cinese a guidare il movimento, ma anche l’immobiliare: Country Garden +27%, dal +6% di ieri, Shimao Group +30%. Gli analisti parlano nelle loro note di una combinazione di segnali politici e nuove regole sui prestiti, come fattori chiave del rally. Shenzhen si è unita a Pechino e Shanghai nell’allentare le norme sull’acquisto di immobili.

In Giappone è sulla parità la borsa di Tokyo e poco mosso l’obbligazionario del Giappone dopo l’annuncio delle dimissioni del premier Shigeru Ishiba. Ieri il tasso di rendimento del bond governativo a 30 anni è salito di 6 punti base, eguagliando il record raggiunto la scorsa settimana, si è allargato ulteriormente lo spread rispetto al debito a cinque anni. Gli investitori prevedono un ulteriore aumento dei rendimenti a lungo termine in Giappone, poiché i potenziali candidati alla carica di primo ministro sembrano propensi ad aumentare la spesa pubblica in modo più ampio, rispetto a Ishiba.

Borse europee viste aprire in lieve calo. A Piazza Affari occhi a Unicredit e Prysmian

Le borse europee sono viste aprire in lieve calo, sulla base del future sull’indice EuroStoxx 50 in calo dello 0,2%.

Mps / MediobancaLe adesioni all’offerta si sono attestate al 62,3% nell’ultimo giorno valido per aderire. Piazzetta Cuccia ha annunciato in un avviso a pagamento lo scioglimento anticipato dell’accordo di consultazione tra i soci con efficacia dall’8 settembre. Dopo il successo dell’Opas di Mps, sono attese le dimissioni dell’Ad di Mediobanca, Alberto Nagel, che potrebbe approdare alla boutique finanziaria Equita, scrive oggi Il Fatto Quotidiano.

Leonardo – Barclays ha avviato la copertura con ‘equal-weight’ e target price a 51 euro.

Prysmian – Hsbc alza target price a 87 da 74 euro

Stellantis – BNP Paribas Exane riavvia la copertura con la raccomandazione Neutral, target price a 10,10 euro. John Elkann ha chiuso la vertenza fiscale sull’eredità della famiglia Agnelli versando, insieme ai due fratelli, 183 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate. Elkann ha anche chiesto la messa alla prova di un anno di servizi socialmente utili, chiudendo così anche l’inchiesta penale che lo vedeva indagato per frode fiscale.

Unicredit – JP Morgan alza il target price a 80 euro, da 70 euro.

Banco BPM – JP Morgan alza il target price a 12 euro, da 10,8 euro.

Banca Ifis. Continua procedura di squeeze-out su azioni illimity Bank; termina il 12 settembre

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