Il Bitcoin tocca nuovi record. La criptovaluta più famosa ha aggiornato i propri massimi storici superando i 122.000 dollari (oltre 104.000 euro), raggiungendo quota 122.600 dollari. Un traguardo simbolico che conferma il momentum rialzista della principale valuta digitale, sostenuta da diversi fattori tra cui l’escalation commerciale innescata da Donald Trump, gli afflussi record nei fondi Etf dedicati e una crescente percezione della sua maturità come asset da investimento.
Ma non è solo il Bitcoin a brillare, è tutto il comparto cripto si muove in sincronia. Ethereum guadagna oltre il 2,3%, riportandosi sopra i 3.030 dollari, mentre Dogecoin, Cardano, BNB e Solana registrano rialzi tra l’1,8% e il 4,2%.
Secondo Josh Gilbert, analista di mercato per eToro, “la combinazione tra afflussi da record nei fondi negoziati in borsa e uno scenario macro favorevole sta alimentando un’ascesa monumentale”. Il Bitcoin, spiega, riflette non solo la crescita della domanda, ma anche la sua trasformazione in uno strumento di lungo periodo, con caratteristiche da riserva di valore alternativa, grazie all’offerta fissa e alla struttura decentralizzata.
Dazi e Genius Act: è la settimana delle cripto negli Usa
L’impennata delle criptovalute arriva in un momento cruciale per l’economia statunitense. L’annuncio di nuovi dazi unilaterali da parte di Donald Trump ha riacceso l’incertezza sui mercati tradizionali, generando turbolenze nel commercio globale. Ma mentre i listini soffrono, il comparto cripto si rafforza, confermandosi per alcuni investitori come un’alternativa decorrelata agli asset più sensibili alle dinamiche geopolitiche.
A pesare, però, non sono solo i dazi. Negli Stati Uniti si è aperta quella che è già stata battezzata la “settimana delle cripto” scandita da appuntamenti politici cruciali. Dopo l’approvazione al Senato a metà giugno, è ora il momento decisivo per la conversione in legge del Genius Act, il primo provvedimento federale interamente dedicato alla regolamentazione delle stablecoin, le criptovalute ancorate a valute tradizionali come il dollaro o l’euro, pensate per offrire maggiore stabilità rispetto al Bitcoin o ad altri token altamente volatili.
Il Genius Act punta a fornire un quadro normativo chiaro e stabile, creando le condizioni per una più ampia integrazione delle criptovalute nella finanza regolamentata. L’obiettivo è rassicurare sia gli investitori istituzionali che i piccoli risparmiatori, rendendo il settore più prevedibile e credibile agli occhi della finanza tradizionale. Certo non mancano le perplessità. Secondo per esempio Sergi Basco, economista dell’Universitat de Barcelona, il disegno di legge, se non adeguatamente calibrato, potrebbe avere effetti collaterali sistemici, ricordando quanto accaduto nel 2022 con il crollo della stablecoin Terra, che innescò un’ondata di vendite e bruciò circa 500 miliardi di dollari in poche ore sui mercati cripto internazionali.
Bitcoin verso un’adozione sempre più istituzionale
Oltre la speculazione di breve termine, la crescita del Bitcoin viene sempre più letta come un segnale di convergenza con la finanza tradizionale. Se oggi la quota di investitori retail rimane contenuta, molti analisti ritengono che il potenziale di espansione istituzionale sia ancora in gran parte da esplorare.
Per Gilbert, il Bitcoin rappresenta un “must-have” nei portafogli moderni, soprattutto in un contesto segnato da politiche monetarie espansive e inflazione strutturale. “Il miglioramento del quadro normativo e l’interesse dei grandi investitori rendono quasi inevitabile un’ulteriore allocazione nel corso del 2025”, osserva. Una dinamica che potrebbe spingere i prezzi ancora più in alto, pur richiedendo grande cautela e consapevolezza dei rischi.
Resta l’incognita della volatilità
Nonostante i nuovi record, la volatilità resta una costante del mondo cripto. Le dinamiche di prezzo sono influenzate da fattori spesso imprevedibili: geopolitica, decisioni normative, dinamiche speculative. È questo che alimenta sia il fascino che i timori del settore.
Il Bitcoin continua a essere un termometro della fiducia verso le valute digitali, ma resta un asset giovane, soggetto a forti oscillazioni e con un percorso normativo ancora in evoluzione. La strada verso una piena integrazione nella finanza globale appare ormai tracciata, ma è tutt’altro che priva di ostacoli.