Un “patto per un’Italia protetta e quindi più forte e competitiva“. A lanciare la proposta è il presidente dell’Ania, Giovanni Liverani, nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione delle assicurazioni a cui hanno partecipato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, i ministri Giancarlo Giorgetti, Marina Calderone, Giuseppe Valditara, Adolfo Urso, il vicepresidente della Commissione Ue, Raffaele Fitto e il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini.
Guardando ai cambiamenti in atto – invecchiamento della popolazione, cambiamento climatico, disponibilità di nuove fonti di dati alle tecnologie di elaborazione sempre più potenti – Liverani ha invitato a “superare il paradigma che rappresenta le assicurazioni come imprese ricche e profittevoli, chiamate in quanto tali dallo Stato a contribuire alla collettività soltanto mediante un carico fiscale sempre crescente e sempre più esteso”. Piuttosto è necessario “costruire alleanze strategiche tra pubblico e privato, che rafforzeranno la competitività del nostro sistema socio-economico e offriranno soluzioni concrete di protezione, prevenzione, previdenza e assistenza, a beneficio sia dei cittadini sia delle imprese”.
La nuova rotta dell’Ania e i numeri del settore
Nel suo primo intervento da presidente dell’Ania, Liverani ha annunciato l’intenzione di avviare una revisione profonda della governance dell’associazione: “È il momento giusto per rivedere gli strumenti di governo dell’associazione”, ha detto, auspicando una maggiore collegialità nelle decisioni strategiche, un più rigoroso rispetto della proporzionalità tra le associate, e una netta distinzione tra ruoli gestionali e di controllo. L’obiettivo dichiarato è rafforzare coesione, rappresentatività e autorevolezza del settore.
Sul piano operativo, Liverani ha posto l’accento su alcuni dati cruciali. Il sistema Rc Auto, ha spiegato, “tiene”, ma necessita di correttivi per garantire maggiore equità. Il sistema Bonus-Malus è oggi poco efficace, con circa il 90% degli assicurati nella classe più bassa, senza differenziazione tra chi provoca danni lievi e chi arreca danni milionari. Nel 2023 le compagnie hanno risarcito 2 milioni di sinistri, per un totale di 10 miliardi di euro.
Il premio medio per la Rc Auto è salito da 371 a 398 euro nel 2024. Un aumento moderato (+13% in quattro anni) a fronte di un incremento del 16,4% nel costo dei pezzi di ricambio e di oltre il 16% nella rivalutazione dei danni alla persona. Positiva, secondo Liverani, anche la progressiva riduzione del divario con la media Ue, sceso da 138 euro nel 2015 a soli 24 euro nel 2024.
Altro punto critico è la sottoassicurazione contro le catastrofi naturali. Nonostante il 94% dei comuni italiani sia esposto a frane, alluvioni o erosione costiera, e il 40% degli edifici si trovi in aree sismiche medio-alte, solo il 7% delle abitazioni e delle imprese risulta coperto. “L’assicurazione non è una tassa occulta, ma uno scudo necessario”, ha sottolineato Liverani.
Liverani ha poi ribadito la necessità di un alleggerimento del carico fiscale. Il settore versa oltre 12 miliardi l’anno allo Stato, anche a causa di una tassazione superiore alla media Ue. Un caso emblematico è l’imposta annuale sulle riserve matematiche dei rami vita, che ha già superato i 9 miliardi. A questo si aggiunge il meccanismo dell’imposta di bollo anticipata per conto degli assicurati, che solo nel 2025 genera un credito infruttifero di circa 2,5 miliardi per le compagnie.
Mattarella: “Neo-protezionismo incide su mercati”
Nel suo messaggio inviato all’assemblea, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha collocato l’appuntamento in un contesto di forte instabilità globale: “Conflitti in atto, spinte neo-protezionistiche fanno prevalere elementi di instabilità e questo, oltre a rappresentare una minaccia per i destini dell’umanità, incide sulle prospettive dell’economia e dei mercati, anche in campo assicurativo”. Il Capo dello Stato ha riconosciuto che l’Italia si trova in una posizione solida, con fondamentali positivi, ma ha avvertito che ciò non basta. È necessario, spiega Mattarella “uno sforzo corale sul progetto di futuro del Paese, aumentando la competitività e creando occupazione di qualità per i giovani”. E in questo quadro, le assicurazioni hanno un ruolo chiave. “Le imprese assicuratrici devono far sì che l’emergere di un clima di rischio non rallenti lo spirito di impresa e non incida sui diritti dei cittadini”.
Secondo Mattarella, infatti, l’attività assicurativa non è solo uno strumento economico, ma svolge anche una funzione sociale di primaria importanza: “contribuisce alla coesione del tessuto sociale, consente di ripartire su ampie collettività gli oneri degli eventi anomali, promuove la stabilità finanziaria e sostiene gli investimenti di lungo periodo”.
Infine, un passaggio chiave è stato dedicato alla gestione dei rischi legati ai cambiamenti climatici. La progressiva riduzione dell’intervento diretto dello Stato nella copertura delle calamità naturali rende, secondo il Capo dello Stato, ancora più importante il ruolo delle assicurazioni. “Una protezione assicurativa più ampia non esonera però le istituzioni pubbliche dai loro obblighi in materia di prevenzione”. E lo stesso vale per ambiti delicati come la previdenza e l’assistenza sanitaria, dove la crescente domanda, unita ai limiti delle risorse pubbliche, richiede un maggior coinvolgimento del settore assicurativo.