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Borsa: Piazza Affari fanalino di coda, brilla solo Poste

Listini in flessione in Europa, parte in calo anche Wall Street. La ricapitalizzazione di Deutsche Bank zavorra tutto il comparto bancario, influenzato anche dall’incertezza politica. Ne fanno le spese Banco Bpm, Bper, Unicredit e Mediobanca. In calo anche Generali. Industriali in ribasso. Euro debole. Exploit di Pininfarina (+24%) in scia all’accordo sull’auto elettrica in Cina

Borsa: Piazza Affari fanalino di coda, brilla solo Poste

Piazza Affari chiude in coda ai listini europei, -1,09%, a 19.449 punti, in una giornata debole per quasi tutte le principali borse continentali e con Wall Street che parte in retromarcia, nonostante gli ordinativi dell’industria americana risultino in crescita. L’appetito per il rischio degli investitori sembra frenato dalle tensioni geopolitiche in Asia e dal clima che si è venuto a creare dopo le accuse del presidente Donald Trump al suo predecessore, Barack Obama e la firma del nuovo travel ban. Partenza in rosso anche per il titolo General Motors, dopo che la casa d’auto di Detroit ha ufficializzato la cessione di Opel alla francese Psa Peugeot per 2,2 miliardi.

In Europa scendono Francoforte 0,57%, Londra -0,33%, Parigi -0,46%. Galleggia Madrid: +0,05%.  

Milano affonda soprattutto con i finanziari, dopo una serie di sedute esuberanti, complice il tonfo di Deustche Bank (-7,89%) a Francoforte, per il nuovo aumento di capitale da otto miliardi, il terzo dal 2013. Nel Ftse Mib brilla solo Poste Italiane, +4,61%, sull’ipotesi di un dividendo straordinario da un miliardo per favorire la privatizzazione e la notizia che il governo starebbe prendendo in considerazione la cessione del rimanente 30% a Cassa Depositi e Prestiti. Frazionali rialzi fra le utilities, soprattutto Italgas +0,73%. Tonico il lusso con Moncler +0,78% e Salvatore Ferragamo +0,79%. Si sgonfia Ynap: -2,04%.

Le note dolenti riguardano: Banco Bpm -4,15%, peggior titolo di giornata; Bper -2,72%; Unicredit -2,5%; Mediobanca -1,8%. Fra gli assicurativi il peggiore è Generali: -1,72%.

Industriali in caduta: Buzzi -2,43%; Leonardo -2,18%; Prysmian -2,75, Stm -2,24%. Scende Brembo -1,44%, che pure ha archiviato un esercizio con risultati in crescita, superiori alle attese. Debole Fiat, -0,95%, che non si avvantaggia dei movimenti nel settore auto. Peggio Ferrari: -2,07%. 

Fuori dal Ftse Mib però occorre registrare l’exploit di Pininfarina che chiude la seduta di oggi con un rialzo del 24,06%. L’azienda di design controllata dagli indiani di Mahindra è sotto i riflettori dalla scorsa settimana grazie alla firma di un accordo di partnership con la società cinese Hybrid Kinetic Group, per la produzione dell’auto elettrica. La commessa ha un valore di 65 milioni.

Petroliferi in rosso: Eni -1,05%, Saipem -1,45%, Tenaris -1,29%. 

Si allarga lo spread fra decennale italiano e tedesco: 180.40 punti base, +2,15%, rendimento 2.15. L’incremento del differenziale risulta ancora più marcato sulla carta francese (+4,2%), visto che Parigi è al centro della scena politica, con l’ex primo ministro Alain Juppe che non sostituirà Francois Fillon per le presidenziali. Una prospettiva che rinvigorisce le quotazioni di Marine Le Pen e i timori di una deriva anti-euro. 

Sul fronte dei titoli di Stato è di oggi la notizia che Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha affidato a Deutsche Bank A.G., JP Morgan Securities, Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese, Societe Generale Inv. Banking e UBS il mandato per il collocamento sindacato di un nuovo benchmark a 10 anni BTPeuroi – indicizzato all’inflazione dell’area euro con esclusione dei prodotti a base di tabacco – con scadenza 15 maggio 2028. “La transazione – riferisce una nota – sarà effettuata nel prossimo futuro, in relazione alle condizioni di mercato”.

Infine la moneta unica resta debole nei confronti del dollaro, -0,25%, 1,058 e si rafforza l’ipotesi di una stretta monetaria della Fed a metà marzo. Sale d’altra parte l’attesa per il consiglio direttivo della Banca centrale europea, che si riunirà giovedì e dovrà valutare la fiammata dell’inflazione a febbraio. Brent senza scossoni: +0,02%, 55,91 dollari al barile. Oro in ribasso: -0,62%, 1227,10 dollari l’oncia.

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